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25/10/2011 -

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Maria Giovanna Aprile, a tredici anni dalla scomparsa

“Se potessi almeno portarle un fiore, andare a piangere al cimitero, guardarla in una foto, posta sopra una tomba, mi rassegnerei, vivrei il lutto per la perdita, ma troverei, se non altro, oltre al dolore, finalmente, anche la pace”. Fra pochi giorni si celebra la festa dei defunti. Giuseppina Aprile vorrebbe commemorare la memoria della figlia Maria Giovanna, scomparsa da Scicli 13 anni fa. In realtà solo la Legge ha riconosciuto, qualche anno fa, la morte legale della donna. Per tutti gli altri, Maria Giovanna si è allontanata di sua volontà e dovrebbe, e potrebbe, essere ancora viva. Ancora oggi, Pina cerca di conoscere la verità. Vorrebbe aver certezza della sua morte e poter placare quell’ansia di giustizia che, nel corso degli anni, è cresciuta, sino a renderle insopportabile la quotidianità. Vorrebbe sapere chi e perché ha ucciso Maria Giovanna e dove è stato nascosto il suo corpo. L’unico sollievo, a questa ricerca che non avrà mai fine e risposte, è la fede, e la speranza riposta nei suoi nipoti. I due gemelli, che oggi sono due bravi ragazzi e rappresentano l’unica eredità che Maria Giovanna ha lasciato alla madre. A mamma Pina dal 25 ottobre del 1998, ogni anno, non resta che commemorare solo la scomparsa di Maria Giovanna. Che è un niente. Come dire che una persona non esiste più.

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