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30/10/2011 -

Società/

La fine delle ferrovie in Sicilia

“La provincia di Ragusa ha fatto da apripista”. E’ una premessa amara quella di Pippo Gurrieri della Cub Fltu Trasporti, a commento dell’ennesimo taglio alla rete ferroviaria deciso da Trenitalia. E’ il regalino di natale che arriverà a partire dal 12 dicembre, data in cui saranno cancellati i treni nazionali a lunga percorrenza (Torino, Milano, Venezia), lasciando solo quattro treni per Roma, e costringendo i viaggiatori a cambiare convoglio nella capitale e a servirsi della costosa Alta Velocità per raggiungere le località del centro-nord. “Viene da pensare alle nostre battaglie per salvare il Ragusa-Roma, e a tutte le successive per evitare e rallentare lo smantellamento del tessuto ferroviario ibleo. Quando dicevamo che questa era una strategia complessiva – scrive Gurrieri – che mirava a depotenziare tutta la ferrovia siciliana, non eravamo creduti e siamo stati lasciati soli a combattere una battaglia impari”. Poi, pian piano, tutte le altre province hanno assistito agli stessi tagli, alle stesse misure. “Ma quei sindacati che allora difendevano l’operato delle direzioni regionali, prima Fs, poi Rfi e Trenitalia, difendendo in realtà i loro orticelli clientelari e le solite aree metropolitane, ora gridano allo smantellamento. Ci fa piacere che se ne stiano accorgendo solo adesso – sostiene con amarezza il rappresentante della Federazione lavoratori trasporti uniti Cub – mentre prima concertavano i tagli alla Siracusa-Ragusa-Gela per recuperare risorse per i nodi di Palermo, Messina, Catania e Agrigento. La Sicilia è destinata a scomparire dalla carta ferroviaria d’Italia. L’obiettivo immediato è quello di eliminare la flotta dei traghetti di Messina, ormai ridotta al minimo, dopodichè rimarrà una rete isolana locale e malridotta: – aggiunge Gurrieri – altro che alta velocità tra Palermo e Catania!”. Nonostante queste evidenze, non si proclamano scioperi dei ferrovieri, né si mobilita l’opinione pubblica. La Cub Trasporti auspica che un gesto di dignità (quella dignità che non abbiamo incontrato nella classe politica locale e regionale, con pochissime eccezioni), da parte dei lavoratori e dei cittadini, del mondo dell’associazionismo e di quello produttivo, riponga al centro dell’attenzione – conclude il portavoce della Fltu Cub – la questione ferroviaria. Sarebbe ora”.

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