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26/11/2011 -

Politica/Società/

ASSISTENZA AI POVERI DI RAGUSA Le donne del Pd: “Al Comune si specula sul bisogno”

Il coordinamento delle donne del Partito democratico di Ragusa esprime la propria solidarietà alle famiglie che in questo momento vivono situazioni di estrema difficoltà finanziaria. “Riteniamo che in questi anni la globalizzazione ed il liberismo sfrenato abbiano creato le condizioni perché crescessero le diseguaglianze e le esclusioni, causando un aumento della povertà. Durante l’ultimo anno la povertà si è allargata sempre di più, coinvolgendo famiglie e persone tradizionalmente estranee al fenomeno. Sono stati definiti i “nuovi poveri”: persone che hanno una casa ma con un lavoro precario – spiega la portavoce del coordinamento donne Pd Giancarla La Cognata – che crea instabilità economica e sociale. Dall’XI° rapporto curato dalla Caritas e dalla fondazione Zancan su povertà ed esclusione sociale si registra al Sud un aumento del 74% della povertà. Anche a Ragusa questo fenomeno è in forte crescita. Nei primi dieci mesi dell’anno sono il 7% in più le famiglie ragusane che vivono con un reddito pari zero. Se a queste aggiungiamo i “nuovi poveri”, la situazione diventa drammatica. Non riusciamo a comprendere – dice La Cognata, – come mai i cittadini in difficoltà, come risulta dal protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale e l’associazione San Vincenzo De Paoli, debbano rivolgersi direttamente al sindaco che dovrà valutare le richieste per dare ciò che chiedono le famiglie bisognose. Come mai non sono i Servizi sociali del Comune ad occuparsene? La gestione di queste problematiche potrebbe essere affidata alle assistenti sociali che possiedono le relative competenze – sostiene l’esponente del Pd – e riescono ad individuare e conoscere le famiglie in difficoltà. La domanda sorge spontanea è un vero aiuto? Oppure si tratta di un’altra umiliazione? Vale a dire un modo clientelare per scambi elettorali? Ci auguriamo che non si tratti di nulla di tutto questo perché non farebbe onore a nessuno, anzi potrebbe far pensare ad un utilizzo del bisogno delle persone, quindi una circostanza deplorevole. Noi pensiamo che occorra andare oltre l’assistenzialismo sterile – conclude La Cognata – ed iniziare a cercare soluzioni a lungo termine che diano risposte concrete”.

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