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26/09/2013 -

Formazione/Istruzione/

Inaugurato il Master in counselling socio educativo

salonia frateUna Lectio Magistralis che ha strappato applausi e lacrime. Il professore Giovanni Salonia, direttore scientifico dell’Istituto GTK Scuola di specializzazione in psicoterapia, ha aperto con un’intensa conferenza il Master di primo livello in counselling socio educativo organizzato dall’Istituto Paideia con l’Università Pontificia Salesiana. La Sala Avis di Ragusa è risultata troppo stretta per accogliere i partecipanti all’incontro sul tema “I padri desiderano esserci, a volte non sanno come”. Ad introdurre la serata è stato il dottore Tonino Solarino, direttore del Master. “Nei decenni scorsi – ha ricordato Solarino – il padre non svolgeva il proprio ruolo in un contesto paritario rispetto alla moglie e madre del figlio. Oggi, invece, ai padri è data una possibilità che, talvolta, non riescono a vivere fino in fondo pur desiderandolo. In tal senso resta nodale la funzione della coppia genitoriale. In questo ambito, il padre deve imparare a riconoscere le esigenze sia dei figli che della propria compagna e madre. Il rifiuto dell’autoritarismo ha portato alla morte del padre, laddove, invece, ad essere uccisa avrebbe dovuto essere solo l’idea di un padre padrone. Tale uccisione ha portato all’assenza dei padri”. Profondo il saluto che il vescovo di Ragusa, Paolo Urso, ha portato ai presenti. “Il tema di oggi – sottolinea – è intrigante per tutte le connessioni che comporta. Dinamiche familiari, sociali, politiche. Più che alla morte del padre, però, oggi sembriamo assistere alla fuga dei padri in un contesto nel quale, per una moltitudine di ragioni, è sempre più difficile accudire degnamente i propri figli. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre”. “Quello che viviamo – afferma il professore Salonia – è un momento storico importante nel quale dobbiamo osservare il ritorno del padre non solo in relazione ai figli, ma anche rispetto alla nostra interiorità. Nelle viscere dell’uomo è scritto il Dna paterno – conclude Salonia – un patrimonio che poi si perde perché il padre è al tempo stesso forte e fragile. Forte, perché senza padre non c’è vita; fragile, perché convive con una incertezza di fondo che bene sintetizza il detto secondo cui la madre è sempre certa, il padre mai”.

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