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05/10/2013 -

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RAGUSA, ALLARME CANI RANDAGI NELLE AREE RURALI QUATTRO VITELLINI SBRANATI

20130711_caneLe carcasse, distanti l’una dall’altra, sono state ritrovate da un imprenditore agricolo in un terreno all’aperto poco distante dall’azienda in contrada “Posto di blocco”, lungo la provinciale 25, Ragusa – mare. Quattro vitellini sbranati da un gruppo di cani randagi. Per un danno stimato di oltre 2 mila euro. Due in particolare hanno ben impressi in segni dell’attacco portato a buon fine. Un fenomeno che non lascia dormire sonni tranquilli agli allevatori della zona. Animali feroci che preferiscono agire di notte quando nelle campagne non si registra la presenza dell’uomo. Nel loro mirino finiscono in particolare i vitellini, le pecore e gli agnelli, animali mansueti, facili da aggredire e sbranare. Come sempre la scoperta viene fatta quando il danno è stato fatto. “E’ un fenomeno grave che rischia di creare un vero e proprio allarme sociale – dice il presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori, Francesco Tolaro -. L’appello è rivolto agli organi preposti, ai servizi veterinari ed anche alla polizia provinciale e al canile convenzionato con il Comune di Ragusa, di predisporre servizi mirati nella zona per individuare e catturare i cani randagi”. Gli allevatori sono preoccupati per un fenomeno dilagante. “Le responsabilità sono dell’azienda o del singolo cittadino – aggiunge Mattia Occhipinti, uno degli allevatori – che abbandona i cani senza pensare alle gravi conseguenze. In molti casi gli animali, in branco, hanno le sembianze dei lupi. Lo scorso anno alcuni cani randagi hanno sbranato ben 13 pecore in contrada Giumenta. L’invito è rivolto ai cittadini ad avere un comportamento più responsabile verso i cani. Abbandonare l’animale – ha detto ancora Occhipinti -, oltre al reato di natura penale, rappresenta un pericolo sotto molteplici punti di vista”. Ora si sta pensando di correre ai ripari e di organizzare qualche battuta per stanare i cani e prevenire ulteriori massacri. Un fenomeno che sta suscitando più di una preoccupazione tra gli operatori del settore zootecnico che già hanno il loro bel da fare per contrastare le difficoltà in cui oggi si dibatte la categoria.

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