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10/01/2014 -

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GLI OTTOCENTOMILA EURO NO CASCIUOLO

soldiChi sono, chi è, più di uno, più di tre! Impazziti i ragusani dopo aver appreso che a quello… i soldi gli uscivano … ma come si fa, di questi tempi! Altro che crisi! E, l’altro, non quello in Ferrari, l’altro… già anche lui negli ultimi anni… lasciamo perdere che è meglio. E la banca? Che non si sa che la banca
lo ha fatto sempre? Tutti conoscono punto per punto la triste storia dei furboni beccati. Notare: non c’è rabbia fra gli spettatori. La crisi quando diventa povertà si riempie di bontà. Non c’è invidia, solo sospiri. Ottocentomila euro in una cassetta di sicurezza pronti per un concitato viaggio all’estero. L’odore di quel bottino è vicino, è conosciuto, è familiare, come la pastasciutta sognata da Totò. Non sa di truffa, di inganno, di denaro sporco, di riciclaggio, di affari illeciti, sa solo di denaro: din, din, din din, come il verso di Alberto Sordi nell’Avaro di Moliere. Se quello invece di andare in banca, li avesse dati a noi? Apri ‘u casciuolo e aspiri profondamente, come se fosse pane caldo e mortadella. Ah, ora vedi che si scoprono gli altri! Circondati, soffocati, annientati dai ricconi, Ragusa si dichiara ufficialmente depressa ma con chance di ripresa. La provincia italiana è sempre grande: il piccolo risparmio regge.

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