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02/04/2014 -

Economia e Finanza/

Ragusa, i negozi muoiono come le mosche

Giuseppe Dipasquale“Un accorato grido d’aiuto. E’ quello che sale elevandosi al cielo, e soprattutto nelle stanze del primo piano di palazzo dell’Aquila, dal salotto buono della città. Da quella stessa via Roma dove, nel giro di un paio di mesi, hanno chiuso i battenti altre quattro attività”. Lo dice Giuseppe Dipasquale segretario cittadino de La Destra che aggiunge: “Il nuovo look non sarebbe dovuto servire a rendere più effervescente il commercio dell’area? Oppure tutto si è risolto in un flop? Come se non bastassero, naturalmente, i morsi della crisi economica?”. L’amara constatazione del dirigente de “La Destra” Giuseppe Dipasquale così continua: “Nel tratto iniziale di Via Roma, per chi arriva dal Ponte Papa Giovanni XXIII – oltre al Bar Mediterraneo, che ha issato bandiera bianca per le vicende che tutti conosciamo, si riscontra la presenza, nel giro di appena dieci metri, di un vendesi e di due affittasi, a fronte di un numero pari di attività commerciali che hanno chiuso i battenti. Per non parlare di quelle che hanno scelto di andare via nel momento in cui erano iniziati i lavori di rifacimento stradale. Il bilancio a restyling ultimato è: ma è servita davvero questa scelta per fare respirare l’economia della nostra città? Oppure è stato soltanto – scrive Giuseppe Dipasquale – un esercizio stilistico dal punto di vista architettonico che, anzi, ha contribuito a rendere la zona ancora più desolata e abbandonata a se stessa?”. E Dipasquale continua: “Sentiamo spesso dire, in questi ultimi giorni, che si sta pensando ad avviare una serie di iniziative di rivitalizzazione, per fare rivivere il centro storico superiore e la via Roma in particolare. Ma di manifestazioni ce ne vorrebbero almeno una ogni fine settimana. La cura deve essere drastica e senza un attimo di tregua se si vuole salvare il moribondo via Roma. Altrimenti possiamo senz’altro riferirci alla cronaca di una morte annunciata. Non voglio essere pessimista – conclude Giuseppe Dipasquale né tantomeno fare l’uccello del malaugurio. Ma i negozi chiusi con i cartelli affittasi e vendesi sono lì a ricordarci ad ogni istante che la situazione è grave. E che il problema va risolto senza mezzi termini”.

 

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