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Archivi giornalieri: 01/07/2016

RAGUSA, BOCCIATURA DELL’ART. 48 DEL PIANO REGOLATORE – LEGAMBIENTE: SI PONGA RIMEDIO AL PIU’ PRESTO

 

politica-abruzzo_rapporto-legambiente-sul-consumo-di-suolo-in-abruzzo1Riceviamo e pubblichiamo. “La bocciatura dell’art. 48 delle N.T.A del Piano Regolatore Generale è una delle pagine nere per la nostra Città. La situazione, per fortuna, è rimediabile e, grazie all’approvazione definitiva  del Piano Paesaggistico, non causerà gravi danni.  A chi oggi diffonde notizie false dicendo che ora tutti  potranno di nuovo costruire in campagna diciamo di leggere  attentamente l’art. 20 del Piano Paesaggistico. – Nelle aree individuate quali zone E dagli strumenti urbanistici comunali, nonché aventi carattere agricolo rurale così come definito nei contesti di cui ai successivi paesaggi locali, è consentita la sola realizzazione di fabbricati rurali da destinare ad attività a supporto dell’uso agricolo dei fondi, nonché delle attività connesse all’agricoltura, nel rispetto del carattere insediativo rurale. Tali prescrizioni sono esecutive nelle more della redazione o adeguamento degli strumenti urbanistici e sono attuate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali. – Quindi ciò che doveva fare il comune con l’approvazione dell’art. 48, verificare che i richiedenti le concessioni edilizia in zona E siano veri agricoltori,  lo dovrà fare la Soprintendenza di Ragusa, anche se non è il suo mestiere. L’art. 48, con l’introduzione dell’obbligo di presentazione di un piano agricolo aziendale rispondeva a questo compito:  è quello che si fa in UN PAESE CIVILE. I consiglieri comunali, alcuni dei quali evidentemente  rispondono ancora oggi agli stessi interessi che hanno cercato di bloccare negli anni passati il Piano Paesaggistico, hanno avuto vita facile, cogliendo al volo la superficialità  dei consiglieri di maggioranza che hanno voluto difendere a tutti i costi  la pretesa dell’A.C. di inserire in modo inopportuno nell’ art. 48 elementi, quali quelli sulle trivelle, che andavano inseriti in altre parti del PRG. Ciò ha causato la bocciatura dell’atto. Il risultato, per la felicità dei – Consiglieri Cementificatori-,   è che si è bloccato il percorso verso l’obiettivo del consumo zero di suolo e non si è ottenuto nulla sulle trivellazioni. Chi è sensibile alle tematiche  del consumo di suolo zero, rifiuti zero, energie rinnovabili dovrà  riflettere sugli errori commessi. Sarà pur vero che il Sindaco avrà portato una delibera invotabile, ma non è questo il punto. L’obiettivo principale che ci dobbiamo porre è il rispetto di  un Piano sovraordinato quale quello Paesaggistico. Il rispetto del Piano Paesaggistico è un onore ed un onere che i Consiglieri Comunali hanno verso la cittadinanza. Tutelare l’ambiente ed il Paesaggio è un DOVERE CIVICO che attiene anche ai principi costituzionali. Non si tratta  di certo di un principio dettato da un’ideologia becero-ambientalista come qualche –ignorante- sostiene. Riteniamo che a questo punto occorra riportare quanto prima in Consiglio l’art. 48 relativo alle sole norme sulle edificazioni; esso avrebbe certamente i voti per essere approvato. Per quanto concerne l’altra variante riguardante la regolamentazione di tutte le attività energetiche sul territorio comunale, sarebbe opportuno riproporla dopo l’estate. Legambiente è pronta a prestare la propria collaborazione con personalità di estrazione tecnico-scientifica e giuridica, sia locale che nazionale,  per contribuire all’elaborazione di questa variante, se verrà invitata”. Firmato Lebambiente Ragusa

FEDERICO PICCITTO AL BIVIO: SALUTE PUBBLICA O RESISTENZA  

mondo_maniL’altro giorno il nostro sindaco nella conferenza stampa indetta per denunciare la doppiezza degli ambientalisti a suo avviso di facciata che poi si ritraggono pur di evidenziare le difficoltà della maggioranza pentastellata, ha esclamato: “questo allora non è un mondo giusto se i forti devono vincere!”. I forti erano ovviamente i consiglieri comunali che han mandato sotto i grillini mentre si discuteva della variante simbolo al Prg, atto poi ritirato dall’amministrazione, quello, per intenderci,  del no a nuove perforazioni petrolifere, e il mondo, non giusto, è il nostro che Piccitto vorrebbe diverso. Vale un’elezione questa considerazione delle difficoltà del vivere, vale la simpatia e la speranza che tutti i ragusani hanno riposto nel giovane sindaco, se non fosse che il nostro caro Federico la prepotenza dei forti la conosce e l’ha fatta valere eccome in questi mesi. Si è avvalso della forza delle sue prerogative sostenendo che non avrebbe mai sostituito Stefano Martorana; si è trincerato nella sua forza quando i consiglieri impazziti dal continuo mancato confronto hanno scelto la via dell’indifferenza politica alle più elementari regole di convivenza tra partners di maggioranza e quindi si sono impossessati della presidenza del consiglio; ha sfruttato la forza oscura della solitudine che può sfociare in una feconda autocommiserazione quando ha scelto lo scontro in aula pur sapendo di non avere i numeri. No, non è un mondo giusto quello della politica, ma dovrebbe essere un mondo man mano ritoccabile per renderlo meno ingiusto. Ha usato, il sindaco, tutta la forza della sua cocciutaggine nell’evitare  che si prendesse consapevolezza della dipartita della sua maggioranza ed ora, dopo la clamorosa disfatta in aula dell’altra sera, si fa forte della sua estrema debolezza e si trasforma in ultimo eroe. Oggi Giovanni Iacono ha risposto, ed ha riportato l’affanno del sindaco al principio di realtà. Il racconto di Iacono è ineccepibile in forma e sostanza: l’ambientalismo cammina con atti amministrativi buoni, non impugnabili, severi quando si deve mostrare rigore, e duttili quando le condizioni umane ed economiche lo richiedono. Il piano paesaggistico adottato dalla Regione è  un ottimo strumento e non a caso la parte conservatrice della città di Ragusa lo ha contrastato, e l’amministrazione poteva semplicemente compiere una presa d’atto, ed invece ha forzato la mano inserendo lo slogan del no alle  trivellazioni, e presentando atti contraddittori l’un con l’altro – e qui si inserisce anche la questione dei dirigenti comunali, ossatura fiacca e poco convincente del Comune.  Era giusto sì dichiarare dalla periferica Ragusa che il mondo sarebbe più pulito se non si estraesse il petrolio, e tuttavia ci voleva una condizione: la forza dei numeri.  Anche Comiso e Vittoria si definirono trent’anni addietro comuni denuclearizzati pur avendo i missili Cruise sotto il culo, ma lo fecero quando c’erano le amministrazioni rosse con tanto di maggioranza. Il mondo che si ribella si fa con  passione individuale, il mondo giusto con i numeri della democrazia. Dice bene Giovanni Iacono: Piccitto non può più stare dentro la sua stanza come se nulla fosse. E’ diventata un calvario la convocazione del consiglio: i cinquestelle per dissenso, per noia, per distrazione, per defezione sono ormai merce rara e allora occorre guardarla questa realtà, e dato che Piccitto è uomo onesto dichiarare le difficoltà nel luogo deputato, il consiglio comunale, presentare un programma per gli ultimi due anni e vedere chi ci sta, rilanciare una proposta condivisa per Ragusa e, ovviamente, azzerare la giunta. Non si sarebbe arrivati a questo deprimente punto se Piccitto avesse ascoltato i consiglieri alimentando una passione cinquestelle che esiste solo su facebook. Ed i guai non sono finiti perché quando il gruppetto dei consiglieri ribelli cinquestelle constateranno che nel  bilancio  ci sono solo 20 milioni di euro di royalties e che gran parte vanno nella spesa corrente – non è reato, si può fare – e che però non ci sono risorse per gli investimenti, tutti i sogni cinquestelle andranno a farsi benedire e, ad esempio, Stevanato o Agosta salteranno per aria. Non è vero che Giovanni Iacono vuole entrare in giunta ed approfitta del momento imbarazzante; è una lettura meschina e riduttiva. Il piacere è più sottile: dimostrare le pecche e i limiti del governo cinquestelle. Operazione crudele e comunque legittima. Ovunque servirebbero governi di salute pubblica. E’ così arduo e complicato governare un popolo stremato e confuso! Non accadrà, Federico Piccitto resisterà. Altrimenti non sarebbe il mondo giusto per cui è stato eletto.

Cgil: i fondi sulla continuità territoriale per il “Pio La Torre” di Comiso non devono andare perduti

1464437548911_1464437610.jpg--peppe_scifo__cgil_ragusaCon l’approvazione della legge di stabilità è stata attribuita alla Regione Siciliana una somma di 20 milioni di euro per il 2016 per ridurre i disagi derivanti dalla condizione di insularità e assicurare la continuità del diritto alla mobilità (attraverso i collegamenti aerei intracomunitari) anche ai passeggeri non residenti. La norma viene in soccorso degli aeroporti di Comiso e Trapani, però i fondi rischiano di essere distratti per un utilizzo verso altri aeroporti. “Affinché i 20 milioni di euro siano utilizzabili è necessario, però, -sostiene Peppe Scifo della Camera del Lavoro di Ragusa – che vengano conclusi i passaggi previsti dall’iter burocratico e che vengano esplicitate le modalità di attuazione, in accordo tra il Parlamento nazionale e la Regione Siciliana. Una durissima penalizzazione e uno scandalo se ciò dovesse verificarsi a danno dello scalo di Comiso e in generale per la mobilità per questa zona della Sicilia. Inoltre emerge sempre con maggiore forza il dato dell’importanza strategica dello scalo di Comiso per lo sviluppo del sistema turismo nella nostra provincia””. I dati presentati oggi in Camera di commercio – prosegue Scifo – indicano che l’apertura dell’aeroporto di Comiso ha determinato un forte incremento della presenza turistica straniera e nazionale. L’aeroporto di Comiso cresce, in percentuale, più di qualunque altro scalo italiano”.  La Cgil di Ragusa si dichiara, da subito, pronta a “intraprendere e a sostenere qualsiasi iniziativa perché i fondi sulla continuità territoriale siano destinati all’obiettivo per i quali sono stati stanziati.”

GIOVANNI MOSCATO E I FRATELLI D’ITALIA  

 86749_1 SIRIO_Mondadori 155 103 254 1550 1032 RGB Omaggio Non ci resta che piangere Servizi AME_1984_8 Omaggio/i Da sinistra, Amanda Sandrelli e Massimo Troisi

Come si fa a capire se un sindaco incarna la voglia di cambiamento, la freschezza, l’affidabilità, insomma tutto il carico emozionale e politico che il cittadino  attende dai sindaci eletti dal popolo? Dagli atti amministrativi che sono azioni e strumenti di legalità, di giustizia, di trasparenza. E così andiamo a Vittoria con l’avvocato Giovanni Moscato che ha ottenuto il successo convincendo le masse della sua irrefrenabile voglia di voltare pagina senza guardare in faccia niente e nessuno. Sarebbe stato semplice dare il via al nuovo corso, bastava mettere mano al Palazzo riavviando la macchina amministrativa con la marcia giusta, ovvero nel senso imposto dalla legge che per dare vigore al significato dell’elezione diretta stabilisce che i dirigenti esterni decadano quando si insedia un nuovo sindaco. A Vittoria ce ne sono quattro di dirigenti che furono scelti da Nicosia ed ottennero contratti minimi di tre anni in cui non fu inserita,  forse in un  tentativo di ancorarli oltre ogni misura consentita,  la clausola che ricorda  la tipologia di incarichi fiduciari che si risolvono, automaticamente, con la cessazione del mandato del sindaco. Non ci sono interpretazioni che tengono: la giurisprudenza è chiara e questo principio è stato ribadito dalla Corte dei Conti e da un parere del Ministero degli Interni. E’ talmente accertata questa misura che a Torino, addirittura prima che si insediasse Chiara  Appendino, tutti i dirigenti di Fassino hanno fatto gli scatoloni ed hanno tolto il disturbo. Stessa storia a Roma con la Raggi che infatti, come suo primo atto, conferisce le mansioni ai dirigenti interni.  Perché Giovanni Moscato, brillante avvocato penalista, non batte  un colpo in questo senso? Pare che si sia rivolto ad un notissimo amministrativista che gli ha confermato senza dubbio alcuno la decadenza automatica dei dirigenti esterni. Ed allora perché né questi tolgono il disturbo, né il neo sindaco ricorda loro di sgombrare il campo? Fra l’altro si avvierebbero subito le procedure selettive per trovare nuovi dirigenti e si metterebbe in moto un circuito di speranza lavorativa per quel mare di laureati a spasso. E’ conseguenziale un minimo di  riflessione politica su questi primi giorni da sindaco di Moscato che, fra l’altro, da consigliere comunale di opposizione, si scatenò  contro Nicosia considerando illegittima l’attribuzione dirigenziale al Dottore Troia che oggi fa parte di questa tutelatissima rosa di dirigenti incomprensibilmente ancora in carica. C’è poi, sull’argomento, un altro piccolo dettaglio: uno di questi dirigenti è stato condannato in primo grado con l’accusa di aver truccato un concorso pubblico al comune di Catania. Una storia più che nota che spinse i consiglieri comunali di Sel a chiedere la rimozione del dirigente condannato a due anni, appunto Salvatore Troia.  Nelle more, la situazione amministrativa del Comune di Vittoria sembra  illegittima e potrebbe persino comportare  responsabilità sotto il profilo penale ed erariale, e ciò mentre infuria l’indagine dell’Antimafia sul voto. Brutta roba! e pensare che non serviva alcun provvedimento da parte del sindaco in quanto  i dirigenti se ne dovevano andare a casa immediatamente, come a Torino, ed invece si tira innanzi come se niente fosse.  Strani i i vittoriesi. Neanche Sel adesso parla; godono a tal punto della sconfitta inflitta ad Aiello – molti loro compagni  hanno scelto Moscato pur di liberarsi del nemico storico – che non sentono più il richiamo dei buoni principi, rinviati a data da destinarsi. E allora, tornando a Moscato, che  succede? Si cambia appena si entra a Palazzo? Si avvolge la bandiera della legalità e la si mette nello sgabuzzino dopo che è  servita a fare frastuono e colore in campagna elettorale? Si vuole tranquillizzare l’apparato assumendo un atteggiamento pacificatorio – maledettamente siculo – per non disturbare gli assetti consolidati e conquistarsi simpatia trasversale? Si vuole rassicurare quella parte di elettorato vicina al cerchio dei Nicosia che ha optato al ballottaggio per Moscato? Perché far partire la sindacatura assai al ribasso, senza alcun atto che dia prova di un cambiamento sostanziale? L’ex sindaco Nicosia avrà avuto le sue ragioni di area e di tessitura di rapporti nello scegliere dirigenti che provenivano dall’amministrazione di Enzo Bianco e che a Catania avrebbero creato a quest’ultimo forte disagio alla sua immagine di caratura nazionale, ma il giovane Moscato non dovrebbe essere lindo come un pupo? Però, qualcosa sta cambiando al comune di Vittoria. Per David Stival, lo sfortunato padre del piccolo Lorys, assunto dall’ex sindaco Nicosia, la norma è scritta a lettere di fuoco, non ha eccezioni: per lui il lavoro è finito. Faceva fede la legge, in questo caso. Che dire? Per Giovanni Moscato vale dunque la sua regola, quella dei Fratelli d’Italia come nel film di Benigni e Troisi “Non ci resta che piangere”. Eh sì, Moscato ricorda la fanciulla incantata dalla passione di quella bella canzone, quella dove c’erano tanti fratelli, dove c’era l’elmo, la chioma… Ora capiamo, ma che fascista e fascista! il suo comportamento è dettato solo da un sentimento di grande fratellanza.

Tre minorenni arrestati: preparavano dosi e spacciavano nella villa Archimede di Ragusa

foto villettaLa casetta in legno, gioco per i bambini che si recano alla villa comunale di Via Archimede a Ragusa, era stata trasformata da tre giovanissimi in un vero e proprio covo dove preparare e spacciare dosi di sostanza stupefacente ad altrettanti minorenni. I tre avevano organizzato con precisione tutta l’attività delittuosa: chi triturava l’erba con un apposito grinder, chi pesava la sostanza utilizzando un bilancino elettronico di precisione, chi preparava le singole dosi in piccole confezioni di cellophane e si occupava anche dello smercio. I tre, tutti minorenni sono stati colti in flagranza dagli uomini dell’Ufficio Volanti della Questura di Ragusa che hanno interrotto l’attività sequestrando più di 20 grammi di marijuana  e tutto l’occorrente per il confezionamento. Alla vista degli agenti di Polizia il gruppo attorno alla casetta di legno si è dileguato. All’interno della piccola “abitazione” sono stati sorpresi i tre minorenni intenti a preparare singole dosi di sostanza stupefacente. Cinque quelle già pronte ed altre in fase di preparazione. In totale più di 20 grammi di sostanza stupefacente tipo marijuana che avrebbe fruttato il confezionamento di circa 100 dosi singole che sarebbero state cedute ad altrettanti assuntori anch’essi molto probabilmente di giovanissima età. Sequestrata anche la somma in denaro pari a circa 200 euro in piccoli tagli, trovata in disponibilità del gruppo e frutto dell’attività di cessione già avviata. I tre, residenti a Ragusa di 16 e 17 anni, sono stati accompagnati all’interno degli Uffici della Questura di Ragusa e all’esito degli accertamenti dichiarati in stato di arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Sul posto sono sopraggiunti i rispettivi genitori che hanno preso atto del pericoloso salto di qualità che i figli avevano raggiunto. I tre minori su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica dei Minorenni sono stati accompagnati presso il centro di accoglienza di Catania a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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