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01/07/2016 -

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FEDERICO PICCITTO AL BIVIO: SALUTE PUBBLICA O RESISTENZA  

mondo_maniL’altro giorno il nostro sindaco nella conferenza stampa indetta per denunciare la doppiezza degli ambientalisti a suo avviso di facciata che poi si ritraggono pur di evidenziare le difficoltà della maggioranza pentastellata, ha esclamato: “questo allora non è un mondo giusto se i forti devono vincere!”. I forti erano ovviamente i consiglieri comunali che han mandato sotto i grillini mentre si discuteva della variante simbolo al Prg, atto poi ritirato dall’amministrazione, quello, per intenderci,  del no a nuove perforazioni petrolifere, e il mondo, non giusto, è il nostro che Piccitto vorrebbe diverso. Vale un’elezione questa considerazione delle difficoltà del vivere, vale la simpatia e la speranza che tutti i ragusani hanno riposto nel giovane sindaco, se non fosse che il nostro caro Federico la prepotenza dei forti la conosce e l’ha fatta valere eccome in questi mesi. Si è avvalso della forza delle sue prerogative sostenendo che non avrebbe mai sostituito Stefano Martorana; si è trincerato nella sua forza quando i consiglieri impazziti dal continuo mancato confronto hanno scelto la via dell’indifferenza politica alle più elementari regole di convivenza tra partners di maggioranza e quindi si sono impossessati della presidenza del consiglio; ha sfruttato la forza oscura della solitudine che può sfociare in una feconda autocommiserazione quando ha scelto lo scontro in aula pur sapendo di non avere i numeri. No, non è un mondo giusto quello della politica, ma dovrebbe essere un mondo man mano ritoccabile per renderlo meno ingiusto. Ha usato, il sindaco, tutta la forza della sua cocciutaggine nell’evitare  che si prendesse consapevolezza della dipartita della sua maggioranza ed ora, dopo la clamorosa disfatta in aula dell’altra sera, si fa forte della sua estrema debolezza e si trasforma in ultimo eroe. Oggi Giovanni Iacono ha risposto, ed ha riportato l’affanno del sindaco al principio di realtà. Il racconto di Iacono è ineccepibile in forma e sostanza: l’ambientalismo cammina con atti amministrativi buoni, non impugnabili, severi quando si deve mostrare rigore, e duttili quando le condizioni umane ed economiche lo richiedono. Il piano paesaggistico adottato dalla Regione è  un ottimo strumento e non a caso la parte conservatrice della città di Ragusa lo ha contrastato, e l’amministrazione poteva semplicemente compiere una presa d’atto, ed invece ha forzato la mano inserendo lo slogan del no alle  trivellazioni, e presentando atti contraddittori l’un con l’altro – e qui si inserisce anche la questione dei dirigenti comunali, ossatura fiacca e poco convincente del Comune.  Era giusto sì dichiarare dalla periferica Ragusa che il mondo sarebbe più pulito se non si estraesse il petrolio, e tuttavia ci voleva una condizione: la forza dei numeri.  Anche Comiso e Vittoria si definirono trent’anni addietro comuni denuclearizzati pur avendo i missili Cruise sotto il culo, ma lo fecero quando c’erano le amministrazioni rosse con tanto di maggioranza. Il mondo che si ribella si fa con  passione individuale, il mondo giusto con i numeri della democrazia. Dice bene Giovanni Iacono: Piccitto non può più stare dentro la sua stanza come se nulla fosse. E’ diventata un calvario la convocazione del consiglio: i cinquestelle per dissenso, per noia, per distrazione, per defezione sono ormai merce rara e allora occorre guardarla questa realtà, e dato che Piccitto è uomo onesto dichiarare le difficoltà nel luogo deputato, il consiglio comunale, presentare un programma per gli ultimi due anni e vedere chi ci sta, rilanciare una proposta condivisa per Ragusa e, ovviamente, azzerare la giunta. Non si sarebbe arrivati a questo deprimente punto se Piccitto avesse ascoltato i consiglieri alimentando una passione cinquestelle che esiste solo su facebook. Ed i guai non sono finiti perché quando il gruppetto dei consiglieri ribelli cinquestelle constateranno che nel  bilancio  ci sono solo 20 milioni di euro di royalties e che gran parte vanno nella spesa corrente – non è reato, si può fare – e che però non ci sono risorse per gli investimenti, tutti i sogni cinquestelle andranno a farsi benedire e, ad esempio, Stevanato o Agosta salteranno per aria. Non è vero che Giovanni Iacono vuole entrare in giunta ed approfitta del momento imbarazzante; è una lettura meschina e riduttiva. Il piacere è più sottile: dimostrare le pecche e i limiti del governo cinquestelle. Operazione crudele e comunque legittima. Ovunque servirebbero governi di salute pubblica. E’ così arduo e complicato governare un popolo stremato e confuso! Non accadrà, Federico Piccitto resisterà. Altrimenti non sarebbe il mondo giusto per cui è stato eletto.

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