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25/03/2014 -

Cultura e Spettacolo/

Mariannina Coffa rivive a Ragusa

La poetica e la vita di Mariannina Coffa saranno al centro del nuovo appuntamento della seconda fase del cantiere culturale centrale organizzato dall’associazione culturale Youpolis e dal Museo della Cattedrale di Ragusa, in programma venerdì 28 marzo ore 19. Mariannina tornerà per una sera tra le vie del centro storico del capoluogo ibleo, città che l’accolse per più di 15 anni (dal 1860 al 1876). Ad ospitare l’evento, la sala conferenze del prestigioso Palazzo Garofalo a pochi passi da quella che fu la dimora ragusana della poetessa ottocentesca. L’evento ideato da Stefano Vaccaro, verterà su manifestazioni artistiche che spazieranno dal teatro alla musica e alla danza, espressioni artistiche tutte accomunate dalla poesia e dal vissuto della Coffa che faranno da linea guida all’evento. A dare voce alle lettere della Coffa, Francesca Morselli nel ruolo di Mariannina e Benedetto Guardiano nel ruolo di Ascenso. I due giovani attori faranno rivivere la tormentata storia d’amore sullo sfondo dei fatti storico-biografici narrati dalla voce della giornalista Isabella Papiro. L’intermezzo teatrale sarà arricchito dalle musiche inedite della pianista e cantante Cristina Trigili. A chiudere la serata, la danza di Emanuela Curcio sulle note di Storia di una Capinera brano composto dal musicista Peppe Arezzo. Mariannina Coffa fu un modello di donna caparbia e determinata, capace di sacrificare la propria felicità pur di non soffocare l’immensa passione per ciò che amava, la poesia. Il più importante storico e filosofo del ‘900 italiano, Benedetto Croce, nelle sue “Terze pagine sparse” (Ricciardi editore, Napoli 1943) scrive: “Figura di donna nubilosa, sofferente alle imposizioni sociali e famigliari, Mariannina sembra uscita direttamente dalle pagine di un romanzo verista di Verga, non poche sono infatti le similitudini tra la Capinera verghiana e M.Coffa, spesso definita la Capinera di Noto o la Saffo netina. Ma la vita della poetessa è tutt’altro che un racconto letterario, Mariannina prova sulla propria pelle la “colpa” di essere nata donna, di saper leggere e scrivere e di voler imprimere sulla carta i suoi sentimenti. Le poesie della Capinera lasciano trasparire la sensibilità di fanciulla il cui destino è stato già scritto, di storia di malmaritata che sconterà per sempre la colpa di non essere fuggita con l’unico vero amore della sua vita, il maestro di pianoforte Ascenso Mauceri, e di essersi sottomessa agli ordini dei genitori ostinati a darla in sposa a un tale Giorgio Morana, ricco possidente ragusano. Testimone oculare delle battaglie siciliane che portarono al rovesciamento del potere borbonico e alla conseguente nascita del regno italiano, Mariannina è il simbolo di tutte quelle donne che hanno contribuito alla nascita del nuovo Stato grazie alla libera circolazione di pensieri ed idee. Divisa tra i lavori domestici e la cura dei figli (alcuni dei quali morti in tenera età) la Coffa trova il tempo, nelle buie notti invernali, chiusa nella sua stanza, nascosta da tutti, di scrivere le sue poesie contro l’assoluto divieto del marito e del suocero, uomo rozzo, padre-padrone, fermo della convinzione che “lo scrivere rende le donne disoneste” (Lettera ad Ascenso, Ragusa 17-1-1870). Condannata ancora prima di essere giudicata, Mariannina sarà vittima delle dicerie del volgo che la etichetteranno come una pazza adepta alle pratiche del magnetismo”. Abbandonato il tetto coniugale e ripudiata dalla famiglia paterna, aderirà a diverse logge di ispirazione massonica. Costretta a vivere tra gli stenti nell’ultimo periodo della sua vita, la poetessa si spegnerà a 36 anni nel 1878 nella più completa solitudine.
locandina Coffa

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