19-04-2024
Ti trovi qui: Home » Cronaca (pagina 60)

Archivio della categoria: Cronaca

Arsenale di armi a Vittoria

GRECO ROSARIO
La Polizia  ha rinvenuto a Vittoria armi, congegni di puntamento, munizioni, giubbotti antiproiettile, fucili a pompa con puntatore laser, congegni di puntamento per il tiro da precisione utilizzati dai cecchini, armi straniere, polvere da sparo, macchine per fabbricazione e modifica delle potenzialità delle munizioni e droga. La Squadra Mobile indaga sulla provenienza delle armi, di spiccata potenzialità offensiva, che potrebbero appartenere ad uno dei clan mafiosi operanti in Provincia di Ragusa. La Polizia Scientifica è già al lavoro per verificare se le armi sono state utilizzate per commettere delitti, grazie alla banca dati delle armi della Polizia di Stato. Sono stati arrestati Rosario Greco, vittoriese di 32 anni, per  detenzione illegale di un fucile a pompa americano con puntatore laser, altre parti di armi di provenienza furtiva e munizionamento illegale; Marco Di Martino, comisano di 40 anni, per detenzione illegale di 5 fucili dotati di congegni di puntamento ottici per tiro di precisione balistica (utilizzati dai cecchini), 3 pistole, una penna-pistola, 1 giubbotto antiproiettile, materiale per fabbricazione di esplosivi, polvere da sparo, pressa per confezionamento cartucce e un migliaio di munizioni; Andrea Di Martino, vittoriese di 24 anni, per i seguenti reati: per detenzione di 700 grammi di marijuana e di 3 pistole e 2 fucili.

Arrestati gli autori di una violenta rapina in abitazione a Marina di Ragusa con botte e colpi di fucile

tre arrestatiI Carabinieri hanno arrestato tre rumeni, individuati come responsabili di una rapina molto violenta compiuta ai danni di una coppia residente a Marina di Ragusa. Florin Ciubotaru, 28enne incensurato, Paul Emilian Maftei, 35enne pregiudicato, Florin Sandu, 30enne pregiudicato, tutti residente attualmente a Vittoria, la sera del 6 marzo 2015, con il volto travisato e armati di mazze, spranghe e un fucile, si erano introdotti in un casolare sito nelle campagne di Marina di Ragusa, abitato da un coppia di agricoltori. Dopo aver tramortito le vittime con delle bastonate s’erano impossessati di gioielli, denaro contante e telefoni cellulari. Prima di fuggire avevano sparato una fucilata in casa a scopo intimidatorio. I telefoni cellulari delle vittime asportati dal branco, sono stati il punto di partenza delle indagini. Dai tabulati telefonici si è potuto risalire a due ricettatori, due ragazzi rumeni residenti a Vittoria e da loro a chi glieli aveva ceduti, i rapinatori appunto, che sono stati catturati presso i rispettivi domicili.

 

Ragusa-Catania – Incidente a Coffa

2 incidente 23 10 2015Un pullman con turisti si è scontrato venerdì mattina, intorno alle ore 9, con due mezzi Fiat: una Punto e un furgone Doblò. L’auto era condotta da un pensionato di 76 anni di Licodia Eubea che è stato trasportato in elisoccorso a Catania, dove è ricoverato in gravi condizioni. La passeggera dell’auto, una donna di 49 anni, residente a Licodia Eubea, ha riportato ferite guaribili in 30 giorni.

AUTOCARRO RUBATO: RECUPERATA REFURTIVA PER DECINE DI MIGLIAIA DI EURO

carabinieriNell’ambito dell’operazione contro la banda di italiani e tunisini dedita allo spaccio di eroina in Provincia di Ragusa e di Catania, una pattuglia di Carabinieri impegnata ad arrestare un pregiudicato ha intercettato lungo la via Papa Luciani, strada che conduce a Favara, un autocarro con alcune persone sospette a bordo. I militari, allarmati anche dal forte odore di gasolio che proveniva dal mezzo, hanno acceso i lampeggianti facendo segno al conducente di accostare. Questi, di tutta risposta, ha accelerato repentinamente e trovata l’occasione propizia, ha abbandonato il mezzo in aperta campagna, ancora acceso, fuggendo tra i canneti della campagna circostante con i complici. L’autocarro, un Iveco Daily, era stato rubato in un cantiere in provincia di Palermo. Inoltre, sul cassone sono stati rinvenuti oltre 20 bidoni di gasolio, materiale e attrezzi vari per l’edilizia, gruppi di continuità, del valore complessivo di decine di migliaia di euro. Le indagini, suscettibili di ulteriori sviluppi, stanno proseguendo a cura dei Carabinieri di Agrigento, territorialmente competenti.

ANCORA UNO SBARCO A POZZALLO

111140961-99e88fde-1e05-4cbb-8a7b-8a0ee74423dbI migranti: “il mare era molto mosso con delle onde altissime, siamo arrivati per miracolo”. Giovedì pomeriggio a Pozzallo sono sbarcati 222 migranti provenienti da diversi paesi del centro Africa. Tutti partiti dalle coste libiche a bordo di due gommoni e soccorsi in acque internazionali. Le indagini hanno permesso alla Polizia di fermare 4 scafisti, due per gommone. I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana. Nell’operazione sono intervenute anche due navi di Medici senza frontiere. Nel 2015 sono 135 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria.

RAGUSA, B&B ADIBITO A CASA DI PIACERE

casa-luci-rosseDecine le case di piacere scovate nel centro storico di Ragusa in pochi anni. La Squadra Mobile è stata informata questa volta da alcune fedeli della chiesa dell’Ecce Homo in via Carrubba a Ragusa. Le donne si dicevano certe che in quel palazzetto ragusano vi fosse uno strano movimento, “hanno facce troppo brutte, sembrano assatanati”. Dentro il B&B c’erano 2 prostitute straniere ed il marito di una delle due che si era nascosto in casa. Come oramai accertato in quasi tutte le occasioni, gli immobili vengono presi in locazione e poi subaffittati ad altri, così da non creare problemi ai proprietari con la Polizia. La proprietaria, un avvocato ragusana, convocata in Questura, si è dichiarata estranea ai fatti ed ha indirizzato gli uomini della Squadra Mobile verso il soggetto al quale aveva dato in locazione l’immobile, un uomo, ragusano,  che, a  1.000 euro a settimana, affittava le stanze alle prostitute. E’ stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione. Anche in questo un giro d’affari notevole. Tutto dipende dalle richieste dei clienti, i prezzi oscillano da 50 a 200 euro, secondo i gusti e le richieste sessuali. Il denunciato contattava le donne straniere su siti web specializzati nel settore.

ARRESTATI LADRI E RECUPERATA REFURTIVA DI INGENTE VALORE

 

SCARCELLA Franco, logoLe Volanti  di Vittoria hanno tratto in arresto Franco Scarcella,  vittoriese di 40 anni con pregiudizi di Polizia e Adriano Dinicola,  di Comiso, residente a Vittoria, incensurato. I fatti che hanno condotto all’arresto si sono svolti in piena notte. All’1,30 una guardia giurata ha chiamato via telefono la polizia i, avendo visto, in contrada pozzo Ribaudo due veicoli sospetti, un autocarro ed una macchina. Gli agenti hanno sbarrato la strada ai veicoli, ma i due conducenti hanno tentato la fuga imboccando una trazzera sterrata senza via d’uscita. Su ciascun veicolo viaggiavano due persone e di queste gli genti riuscivano a bloccarne due, mentre gli altri si sono dati alla fuga facendo perdere le loro tracce. Sull’autocarro, un Fiat Iveco 65-9 erano caricate due bobine di film plastico per la copertura delle serre di circa kg 1.000, undici bobine di film plastico di colore bianco utilizzato per la pacciamatura del terreno, sei confezioni di clips del tipo utilizzato per il fissaggio del film sulle serre. Inoltre, all’interno della cabina dell’autocarro si rinveniva uno zaino contenente un flex a batteria, un cacciavite di grosse dimensioni, una tronchese, una pinza, un taglierino, diverse chiavi esagonali di diverse misure, un taglia-vetro, dodici dischi per il flex, una bomboletta di spray congelante ed un paio di guanti di stoffa e gomma. Le ricerche consentivano di risalire al proprietario del mezzo, una società che vende prodotti per l’agricoltura sedente a Santa Croce Camerina. Il furto era avvenuto poco prima. L’altro veicolo sequestrato, una Wolksvagen Golf è risultata intestata ad un parente degli arrestati. Il valore della merce è di  9.000 euro. I due sono stati arrestati per furto aggravato in concorso e posti agli arresti domiciliari. Le indagini continuano volte all’individuazione dei complici.

DENUNCIATI DUE VITTORIESI CHE MINACCIAVANO DI MORTE UN GIORNALISTA

POLIZIASono stati individuati gli autori delle gravi minacce rivolte al direttore del quotidiano on line “La Spia” il giornalista Paolo Borrometi. Decine di perquisizioni con il conseguente sequestro di un personal computer ed altri apparati informatici. I due V.L. e R. L. hanno ammesso il reato e sono stati denunciati. Gli indagati hanno subito ammesso forse per la presenza degli investigatori informatici che non avrebbero lasciato alcun dubbio. Il giornalista che si dedica da tempo a inchieste sulla malavita organizzata era stato più volte minacciato di morte. Le perquisizioni ed i sequestri sono stati disposti dalla Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia di Catania che è competente per i reati commessi da soggetti orbitanti in ambienti di criminalità organizzata o commessi con metodologie mafiose.

LA GUARDIA DI FINANZA DI RAGUSA SEQUESTRA UNA PIANTAGIONE DI CANAPA INDIANA A VITTORIA

 

 

IMG_1246 (1)E’ l’unica riconversione agricola quella della droga. Se ne scoprono sempre di più di enormi piantagioni di piante da cui estrarre sostanze stupefacenti. Le Fiamme Gialle ne hanno individuata, a Vittoria, un’altra precisamente in contrada Renelle-Fondo Abbate: cannabis indica in un’estensione di circa 3.000 metri quadrati, ben occultata all’interno di serre estese per oltre 25 mila metri quadri, presidiata da un rottweiler di grossa taglia. Rinvenuta, tra l’altro, una rigogliosa pianta di marjuana alta circa due metri (la pianta madre) utilizzata per riseminare in seguito l’intera serra. Inoltre, sono stati individuati oltre 3500 gambi di piante di stupefacente di altezza variabile. Tutti gli impianti serricoli scoperti dalle Fiamme Gialle erano dotati di sistemi di irrigazione e ventilazione idonei a favorire prima la crescita poi l’essicazione delle piante. Al momento dell’intervento, sono stati sorpresi in flagranza di reato, intenti a lavorare, 2 vittoriesi, identificati in C.A. di anni 59, C.F. di anni 27, padre e figlio, posti agli arresti domiciliari. L’operazione è avvenuta a breve distanza di tempo rispetto ad un altro maxi sequestro che si è verificato pochi giorni fa sempre in territorio di Vittoria. Forse si tratta di  un traffico su scala nazionale.

Eroina e hashish da Napoli e Palermo, sgominata gang italo-tunisina operante in diverse province

foto frosio savona 22092006 carabinieri droga eroina

I Carabinieri  hanno arrestato tra Vittoria, Genova, Caltagirone e Palagonia 5 persone ed emesso un divieto di dimora in Provincia di Ragusa e 3 obblighi di dimora nel comune di residenza, pregiudicati italiani e tunisini tutti appartenenti ad un sodalizio specializzato nello smercio di eroina e hashish. Sono state sequestrate complessivamente nel corso dell’indagine oltre 500 dosi. Nello specifico si tratta di Slimani Mohamed (35enne tunisino, disoccupato, pregiudicato), Alimi Habib (41enne tunisino, bracciante agricolo, incensurato), Slama Sabri (20enne tunisino, disoccupato, pregiudicato), Parasole Francesco (24enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato), Bouajila Anis (20enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato), A.L.B.A. (32enne tunisino, disoccupato, pregiudicato) sottoposto alla misura del divieto di dimora nella provincia di Ragusa, A.I. (38enne calatino, disoccupato, pregiudicato), G.F. (40enne calatino, disoccupato, pregiudicato), sottoposti entrambi alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Caltagirone, e  infine S.F. (60enne palagonese disoccupato, pregiudicato) sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Palagonia. L’operazione, convenzionalmente denominata “Ghorab” n arabo “corvo”, dall’appellativo, registrato durante le conversazioni telefoniche e ambientali, utilizzato dai criminali per individuare i militari dell’Arma e avvertire quindi gli spacciatori su strada della loro presenza, conclude un’attività investigativa, iniziata nell’ottobre 2014 e protrattasi fino a luglio 2015, nel corso della quale sono state arrestate in flagranza altre quattro persone, per trasporto e detenzione a fine di spaccio di stupefacenti pesanti, destinato al consumo al dettaglio anche di minorenni vittoriesi, senza contare i numerosi soggetti segnalati al Prefetto di Ragusa per detenzione per uso personale di droga. Genesi dell’attività è stata la denuncia di scomparsa presentata da un genitore disperato per l’allontanamento della figlia, fuggita per amore con il fidanzato tunisino, tossicodipendente e spacciatore. I carabinieri di Vittoria erano riusciti a rintracciarla e sottrarla dalle grinfie del fidanzato carnefice che la teneva segregata sotto l’effetto dell’eroina e  l’aveva costretta a trasportare quasi mezzo etto di eroina, nascosta nelle proprie parti intime, a bordo di un pullman di linea tra Napoli e Vittoria. Da qui le indagini sul giovane tunisino, poi morto per overdose, s’erano allargate a tutto il resto della squadra di spacciatori e trafficanti. Nel febbraio di quest’anno era stato arrestato Slama Sabri mentre scendeva da un pullman appena arrivato da Napoli in piazza Pietro Nenni a Vittoria, che nascondeva nell’intestino 40 grammi di eroina.  E ancora l’arresto di Slimani Mohamed pizzicato mentre cedeva, in pieno centro nei pressi di un istituto scolastico vittoriese, 4 dosi di eroina purissima ad un 29enne incensurato originario di Scicli. Nel marzo scorso era stato arrestato un incensurato libico di 39 anni, Snoussi Moussa Mohamed Moussa, da poco giunto in Italia ma subito assoldato nella rete dello spaccio al dettaglio, sorpreso nella centralissima Piazza Daniele Manin mentre cedeva dodici dosi di eroina a un 26enne incensurato di Caltagirone. Per quanto riguarda l’hashish, sempre a marzo, erano scattate le manette per Parasole Francesco che, nel corso di una perquisizione domiciliare, era stato trovato in possesso di oltre 64 grammi di hashish. Da questi aresti si è allargata l’indagine accertando che i flussi di stupefacente provenivano da Palermo e Napoli, dove il gruppo si andava a rifornire. La droga giungeva sulla piazza vittoriese trasportata da insospettabili corrieri. Vi era poi una vera e propria rete di fiancheggiatori, delle vere e proprie sentinelle, che facevano da staffetta e che indirizzavano gli acquirenti verso i pusher e che, all’occorrenza, avvertivano dell’arrivo di pattuglie della Benemerita, indicandole appunto quali “Ghorab”, corvi. Numerose e importantissime le intercettazioni nel corso dell’indagine. 

Picchiano e sequestrano un quindicenne a Chiaramonte Gulfi

RICCOBONO DIEGO, 08.02.1979 Ragusa logo

La Polizia ha arrestato i pregiudicati Diego Riccobono, ragusano di 36 anni, e Bettabghor Rachid, algerino di 40 anni, per sequestro di persona. I due malintenzionati, che erano in compagnia di un rumeno venticinquenne rimasto in stato di libertà, seppur indagato, volevano sapere dove abitassero due amiche coetanee del ragazzino. Il quindicenne ha detto alla Polizia “ma io non ho detto nulla e loro mi hanno picchiato e costretto ad andare in macchina con loro; mi dicevano che se non avessi detto dove abitavano le mie amiche mi avrebbero ammazzato”. Il ragazzino ha riportato fratture al setto nasale e agli arti, guaribili in un mese. L’epilogo della brutta vicenda è accaduto intorno alle 23, quando un gruppo di ragazzini e qualcuno molto più grande erano all’interno di un bar a Chiaramonte Gulfi. I fumi dell’alcool hanno fatto perdere la testa ad uno degli arrestati che faceva qualche apprezzamento di troppo all’indirizzo di due sorelline quindicenni della comitiva di giovani, fino a quando il 36enne non è stato allontanamento. Diego Riccobono è andato a Ragusa, chiamando in “soccorso” due amici, per tornare a Chiaramonte e “regolare i conti”. Nel comune montano trovavano solo uno dei  ragazzi, proprio davanti al bar. I due arrestati hanno iniziato a pestarlo, caricanto a forza in auto e lo hanno portato a Ragusa, dove hanno continuato a picchiarlo, fino ad abbandonarlo in strada. I poliziotti, allertati dagli amici e dal fratello del ragazzo, sono riusciti a trovare il quindicenne alle 8.30 nei pressi della stazione e ad arrestare i due malviventi.

Arrestati vertici Tecnis, l’impresa del Porto Turistico di Marina di Ragusa 

costanzo boscoLa guardia di finanza di Roma ha messo agli arresti domiciliari Concetto Bosco e Mimmo Costanzo, del gruppo imprenditoriale catanese che si è aggiudicato numerosi appalti come la metropolitana etnea, l’anello ferroviario di Palermo, la costruzione e gestione del Porto di Marina di Ragusa. L’accusa è di corruzione negli appalti dell’Anas. Gli investigatori ipotizzano un sistema di gestione degli appalti fatto di corruzione e voto di scambio. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio. Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma, ha spiegato che esisteva un vero e proprio ufficio mazzette che si occupava delle riscossioni. Il cuore del sistema era all’interno dell’Anas, dove la gestione degli appalti e l’affidamento dei lotti di ogni singola gara, era ben oleata da tangenti e favori.

FA IRRUZIONE IN COMMISSARIATO ARMATO DI UN TUBO IN FERRO ED AGGREDISCE DUE AGENTI, LA POLIZIA DI MODICA LO ARRESTA

Copia di causarano (1)La Polizia di Modica ha tratto in arresto il trentacinquenne modicano Francesco Causarano, incensurato, che nella serata di ieri si è presentato in Commissariato munito di un tubo in ferro. Qui, il poliziotto addetto alla vigilanza del Commissariato, ignaro delle intenzioni dell’uomo, ha aperto la porta per farlo entrare quando, improvvisamente, Causarano con un tubo in ferro in mano, con furia scatenata e senza alcun motivo, si è scagliato contro di lui, brandendo l’arma. Allarmato dalle grida, altro personale interveniva in aiuto del collega tentando di bloccare l’avventore e disarmarlo. Ne nasceva una colluttazione nel corso della quale un altro poliziotto è rimasto ferito.Dopo essere stato bloccato e riportato alla calma, Causarano è stato tratto in arresto per i reati di minaccia, violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre che per lesioni nei confronti di due agenti finiti al Pronto Soccorso. La Polizia indaga sulle motivazioni che hanno indotto l’uomo – ora in carcere – ad agire con tanta violenza.

Estorsione a ex socio, in manette Gaetano Ventura

Ventura Gaetano cl. 1982Tentata estorsione in concorso. Tutto ha inizio nel 2014, quando, dopo alcuni mesi di attività nella compravendita di autoveicoli, due soci – la vittima e l’uomo arrestato oggi– interrompono la società. Uno dei due, scontento del comportamento dell’altro, prima ha tentato di aprire una nuova concessionaria, poi, minacciato dall’ex socio, decide di fuggire a Malta dove è rimasto diversi mesi. Da Malta la vittima ha cercato di contattare l’ex socio, tramite due legali di Vittoria, per saldare il dovuto. Inizialmente si erano accordati per 8.000 euro ma poi l’ex socio ha inspiegabilmente fatto lievitare la cifra a 20.000 euro. Ritornato da Malta e stabilitosi a Ragusa, il “debitore” ha ricevuto presto la visita di una terza persona, un 44enne palermitano residente a Vittoria, anch’egli commerciante di autoveicoli. Questo gli ha riferito che l’ex socio ancora stava aspettando 30.000 euro e gli ha fatto capire che sarebbe stato meglio pagarli. Dopo tale visita la vittima, terrorizzata, ha cercato di contattare l’ex socio per quantificare seriamente il dovuto. Quest’ultimo ha solo insistito dicendo che aveva testimoni e che i soldi li pretendeva senza fornire però alcuna documentazione.  Nel frattempo ha esercitato pressioni anche sulla fidanzata della vittima e sul padre, minacciandoli. Il magistrato ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex socio della vittima, Gaetano Ventura, 32enne vittoriese incensurato. Per il secondo indagato A.G.T., pregiudicato 44enne palermitano residente a Vittoria, anch’egli commerciante di autoveicoli, il giudice ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza, Comiso.

UN AVVOCATO E UN SUO COLLABORATORE TRUFFANO RAGUSANI MALATI DI THALASSEMIA

 

S1110016La Polizia di Stato sequestra oltre 150.000 euro di parcelle ad un avvocato di Palermo e ad un sedicente avvocato suo collaboratore. Sono accusati di aver truffato dei malati ragusani affetti da diverse patologie derivanti da trasfusioni del sangue. Le vittime ragusane, tutte membri dell’associazione “Pro Thalassemici, si erano rivolte ai due “esperti” nel settore degli indennizzi e risarcimenti previsti dalla Legge 210/1992 . L’avvocato è D.M, palermitano di 44 anni e B.L sedicente avvocato palermitano di anni 48, ora accusati del reato di truffa aggravata continuata in concorso. I due soggetti sono accusati di aver indotto le vittime a pagare parcelle da capogiro con raggiri ed artifizi.  Le vittime si erano fatte abbindolare e avevano firmato una procura speciale che dava quindi mandato esclusivo a rappresentarle contro il Ministero della Salute. L’avvocato ed il sedicente avvocato intanto iniziavano ad incassare decine di migliaia di euro senza però che vi fosse una corrispondenza tra quanto percepito e l’attività professionale svolta. Passavano gli anni ma non arrivava alcun risultato. Le somme consegnate dalle 19 vittime si aggirano sui  250.000 euro. Tutto era iniziato nel 1998 quando i due indagati fecero le prime riunioni percependo le prime parcelle dagli assistiti, prospettando loro ogni garanzia a protezione dei diritti effettivamente riconosciuti dalla legge, Nel 2013 i membri dell’associazione dopo aver versato tra i 5 ed i 25.000 euro ciascuno ai due truffatori  si sono rivolti alla Polizia di Stato. Confrontandosi con altri malati, i ragusani apprendevano che persone nelle stesse condizioni avevano conferito neanche 1.000 euro agli avvocati (per altro non era necessario farsi assistere da un legale in quanto si trattava di un beneficio di legge e non di intentare una causa), a dispetto dei 25.000 consegnati da alcuni di loro come parcella. Ai due avvocati sono sono stati sequestrati tutti i conti correnti, conti depositi e titoli. Il reato di truffa, anche se aggravato, non consente la possibilità di richiedere una misura cautelare in carcere, pertanto i due sospettati saranno processati in stato di libertà.

Estorsione a ex socio, carabinieri in azione

zzzI Carabinieri di Ragusa Ibla stanno dando esecuzione a due misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa su richiesta del pubblico ministero, dott.ssa Valentina Botti, per l’ipotesi di reato di tentata estorsione in concorso. L’ex imprenditore vittima di richiesta estorsiva ha immediatamente denunciato tutto ai carabinieri di Ragusa permettendo di impedire il reato prima che si concretizzasse e/o prima che la vittima subisse ancor più gravi conseguenze. Si tratta di un incensurato 32enne vittoriese, imprenditore nel ramo auto ed ex socio della vittima, e un pregiudicato 44enne palermitano ma residente a Vittoria, anch’egli commerciante di autoveicoli. maggiori particolari tra qualche ora.

REGIONE, LA DENUNCIA DI FORZA ITALIA: MANCA IL PIANO RIPARTIZIONE FONDI PER ENTI LOCALI, COMUNI IN GINOCCHIO

crocetta“E’ a dir poco assurdo che a fine ottobre l’assessorato regionale agli Enti locali non abbia ancora proceduto, per la prima volta nella storia, a definire il piano di ripartizione dei fondi dei comuni siciliani, impedendo di fatto che i comuni dell’isola possano redigere i loro bilanci di previsione. Lo avevamo detto in sede di Legge di stabilità regionale che il nuovo sistema, e i criteri usati dal governo Crocetta e dalla maggioranza, avrebbero creato difficoltà e rallentamenti nella ripartizione, e se a questo aggiungiamo che i comuni non hanno ancora ricevuto nemmeno un euro sulle prime tre trimestralità dello stesso fondo, ci si rende immediatamente conto dello stato di profonda criticità in cui oggi l’esecutivo Crocetta costringe i comuni siciliani. Il Partito democratico e l’Udc, titolare dell’assessorato agli Enti locali, smettano di giocare a rimpasti e rimpastini e affrontino seriamente le emergenze isolane”, lo dichiara l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

LA GIOVANE DONNA MORTA DOPO IL PARTO: DISPOSTA L’AUTOPSIA

Ana-BambarakiloLa Polizia di Stato ha notificato oggi il provvedimento di avviso di accertamenti tecnici irripetibili agli indagati ed alle persone offese, ovvero i familiari della giovane mamma deceduta dopo aver partorito la notte tra sabato e domenica scorsi presso l’Ospedale “Maria Paternò Arezzo”. Si legge nella nota diffusa dalla Polizia: “La Squadra Mobile di Ragusa, su richiesta del marito della giovane donna, è intervenuta domenica pomeriggio presso il reparto di ginecologia dell’ospedale. Dopo aver acquisito la cartella clinica, gli investigatori hanno ricevuto la denuncia del marito ed iniziato ad ascoltare alcune persone informate sui fatti. La donna si era ricoverata giorno 15 così come indicato dai medici ed in data 17 alle ore 23.00 circa entrava in sala per un parto naturale e dopo aver dato alla luce il proprio figlio moriva. La Polizia di Stato ha subito proceduto al sequestro di quanto ritenuto necessario per l’immediata prosecuzione delle indagini ed il Pubblico Ministero ha disposto che giovedì prossimo si proceda all’autopsia della giovane mamma per stabilire in primis le cause del decesso. Gli avvisi dati alle parti sono indispensabili, così come previsto dal codice di procedura penale, permettendo a tutti gli interessati di nominare consulenti tecnici di parte durante l’esame autoptico. La Squadra Mobile così come disposto dalla Procura della Repubblica sta ascoltando diverse persone informate sui fatti, attività complessa e delicata per appurare l’esatta dinamica di quanto accaduto”.

Marito e moglie tentano un furto al centro commerciale

volante-polizia“L’occasione fa l’uomo ladro” è ciò che si potrebbe dire a riguardo del tentativo di furto messo a segno da due coniugi ultraquarantenni di Santa Croce Camerina all’interno di un noto negozio di vendita di scarpe del centro commerciale “Ibleo” e denunciati dalle Volanti della Polizia. I due, marito e moglie, si sono portati a Ragusa per lo shopping di fine settimana e si sono introdotti all’interno del negozio di scarpe iniziando a provarne diverse paia, fino a quando la scelta è caduta su un modello da uomo. A questo punto probabilmente ritenendo di poter sfruttare la confusione presente a quell’ora nel negozio per passare inosservati, l’uomo coperto dalla moglie, ha calzato le scarpe nuove ai piedi, sistemando quelle già usate all’interno della scatola che veniva riposta in ordine sullo stesso scaffale. Fatto un ulteriore giro nel negozio, per non dare nell’occhio, marito e moglie si sono poi portati verso l’uscita, dove, inesorabile il sistema antitaccheggio ha segnalato che qualcosa non andava. A questo punto una delle commesse è intervenuta, chiedendo all’uomo di ripassare dalla barriere e rendendosi conto che il sistema si attivava al passaggio delle scarpe indossate e riconosciute dalla stessa come nuove ed in vendita in quel reparto. Alla richiesta di spiegazione il marito della donna non è riuscito a dare risposte plausibili. Nel frattempo l’uomo ormai scoperto, ha tentato maldestramente di ritornare sui suoi passi rimettendo a posto quelle scarpe da dove le aveva prelevate dimenticando però al suo interno un sottopiedi usurato, di sua proprietà. Nel frattempo, su segnalazione al 113 della responsabile è arrivata sul posto una Volante. i due sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per tentato furto aggravato in concorso.

Collare elettrico al cane da caccia, carabinieri denunciano monterossano

 

Collare-elettrico-caneI carabinieri  hanno denunciato alla Procura della Repubblica un cacciatore monterossano per il reato di maltrattamento di animali. Domenica mattina un’autopattuglia stava percorrendo la SP62 verso Monterosso quando in uno degli ultimi tornanti ha notato sul ciglio della strada un giovane cane da caccia di piccola taglia visibilmente spaesato e impaurito. I militari, scesi dall’auto, hanno avvicinato il povero animale che aveva il collo stretto da un collare elettrico di quelli illegalmente utilizzati da alcuni addestratori senza scrupoli che pur di sottomettere i cani da caccia ai loro ordini non esitano a provocare loro sofferenze. Il cane è stato quindi portato a Ragusa e affidato a un cacciatore del luogo ritenuto dai carabinieri particolarmente serio e affidabile. I carabinieri hanno quindi avviato le indagini per scoprire il responsabile e assicurarlo alla giustizia. Lunedì mattina hanno portato il cagnolino all’anagrafe canina e hanno scoperto che fortunatamente era dotato di microchip identificativo. Scoperto il nome del proprietario, un 53enne monterossano noto per la sua passione venatoria, i carabinieri della Stazione di Monterosso Almo si sono presentati alla sua porta per cercare il telecomando. Il cacciatore, preso in castagna, ha mestamente ammesso di essere il proprietario del cane e di avere messo il collare al cane per non farlo allontanare. Ha quindi spontaneamente consegnato il telecomando evitando ai militari di procedere con la perquisizione domiciliare. L’uomo è stato quindi denunciato alla Procura della Repubblica iblea per il reato di maltrattamento di animali che per le gravi condotte prevede la pena della reclusione da tre mesi a un anno.

Scroll To Top
Descargar musica