19-03-2024
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Cessione del quinto: perché conviene

Con il passare degli anni la cessione del quinto è diventato uno dei prestiti non finalizzati maggiormente richiesti in Italia. Il motivo è piuttosto semplice ed intuitivo, si tratta, infatti, di una forma di prestito particolarmente semplice da gestire e da ottenere, in qualunque fascia d’età. In pratica, si tratta di una forma di accesso al credito facile veloce e super sicura.

Quali sono i vantaggi della cessione del quinto
I vantaggi che derivano dall’utilizzo della cessione del quinto sono davvero notevoli. Come sopra anticipato, si tratta di uno strumento sicuro e semplice da gestire. Più precisamente, tale forma di prestito ha il privilegio di essere totalmente esente da rischi visto che la somma ottenuta in prestito verrà completamente restituita mediante le trattenute dirette sulla propria busta paga o sulla pensione del richiedente. Questo offre, come è semplice intuire, all’ente la possibilità di concedere con maggiore semplicità i prestiti visto che i rischi di non riottenere le somme sono praticamente nulli. Insomma, se hai bisogno di denaro per svolgere una determinata operazione, valuta il quinto dello stipendio come prestito
ed ottieni la somma di cui hai bisogno (nei limiti prestabiliti ovviamente).

Tempistiche e requisiti per l’erogazione del prestito
La sicurezza non è l’unico pregio della cessione del quinto, questo, infatti, è un prestito anche particolarmente rapido. Una volta verificato la sussistenza dei requisiti imposti per poter ottenere il finanziamento, la banca, o l’intermediario, provvederà a concedere la somma di denaro richiesta in tempi decisamente ristretti. Per quanto concerne i requisiti necessari per poter ottenere la cessione, è necessario innanzitutto avere un contratto di lavoro stabile. Più precisamente, potranno richiedere tale finanziamento tutti coloro che lavorano nel settore pubblico o privato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato (oltre ai pensionati ovviamente). Tuttavia, con il passare degli anni, la cessione del quinto viene concessa anche a coloro che non possiedono il contratto a tempo indeterminato, a condizione però che la durata del prestito sia commisurata alla durata del contratto di lavoro. Ad esempio, se si viene assunti con un contratto di lavoro a tempo determinato con durata di 5 anni, la durata del finanziamento non potrà mai eccedere i 5 anni.

Mercato immobiliare: perché conviene investire in Sicilia?

Complice la crisi innescata dalla pandemia, coloro che erano abituati ad investire nel mattone si sono trovati negli ultimi anni in grandi difficoltà. Le previsioni degli stessi esperti si sono rivelate infatti spesso del tutto errate, come d’altronde c’era da attendersi perché non si poteva prevedere con precisione quale sarebbe stata la reazione del mercato immobiliare al lockdown e chiusure improvvise. Fortunatamente, il settore è riuscito a reggere il colpo ed ha superato la crisi molto meglio di quanto ci si aspettava. Oggi il mercato immobiliare si può considerare decisamente più stabile rispetto ad un anno fa ed è dunque arrivato il momento di riprendere con gli investimenti nel mattone.
La Sicilia è la regione italiana in cui conviene investire
Tra tutte le regioni italiane, la Sicilia appare oggi quella privilegiata per chi intende investire nel mercato immobiliare. I prezzi delle case sono infatti ancora molto convenienti, in calo rispetto all’anno scorso e a quello precedente ma nel contempo gli affitti stanno continuando a salire sensibilmente. Una situazione dunque ottimale per chi intende mettere a rendita una casa e ricavarne un profitto.
Immobili: perché conviene investire in Sicilia
Vediamo però nel dettaglio perché oggi conviene investire proprio in Sicilia e in particolare nel suo capoluogo Palermo.
Prezzi degli immobili in vendita in calo
Una prima ragione per cui vale la pena prendere in considerazione un investimento nel mercato immobiliare siciliano riguarda l’andamento dei prezzi dell’ultimo anno, soprattutto nel capoluogo. Se infatti andiamo a vedere l’attuale costo al metro quadro delle case in vendita aPalermo, possiamo notare come questo sia calato del 2,74% rispetto al 2020. È dunque piuttosto evidente che quello attuale sia un ottimo momento per investire nel mercato immobiliare siciliano, potendo approfittare di prezzi inferiori.
Prezzi degli immobili in affitto in aumento
Di contro, è interessante notare come sempre a Palermo il costo al metro quadro degli immobili in affitto sia aumentato nell’ultimo anno, registrando un +1,39%. Si tratta di una variazione piuttosto leggera ma che comunque rappresenta un elemento positivo per chi intende investire adesso nel mattone, acquistando casa per poi proporla in locazione.
Sviluppo della regione dal punto di vista turistico
Un altro ovvio motivo per cui conviene investire nel mattone proprio in tale regione è legato alla sua vocazione turistica, che sta crescendo in modo significativo negli ultimi anni. La Sicilia attira oggi sempre più visitatori, non solo nel periodo estivo ma tutto l’anno.Questo si traduce naturalmente in un aumento delle possibilità di ricavare dei profitti se si possiede un immobile da affittare, anche perché le opportunità di guadagno a livello turistico sono ulteriormente vantaggiose.
Il nuovo impulso dato dallo smart working
Infine, vale la pena ricordare che grazie allo smart working, diffusosi ormai in modo capillare nel nostro Paese, moltissimi siciliani sono tornati nella propria regione e hanno iniziato a lavorare da casa. Buona parte di questi è adesso in cerca di unasoluzione abitativa temporanea, dunque la domanda è in costante crescita ed è destinata ad aumentare anche nei prossimi mesi. Anche ciò rappresenta un’interessante opportunità per chi investe nel mattone.

L’importanza dell’agroalimentare nei prodotti italiani    

Forse mai come prima, in questo 2020, abbiamo l’opportunità di riscoprire l’importanza che la filiera agroalimentare ricopre nel sistema paese in via generale, e nell’ambito dei prodotti italiani in particolare.

Le implicazioni economiche, come già rimarcato da vari settori della società (produttori, amministratori, politici, economisti) sono piuttosto ovvie: Con 1,3 milioni di lavoratori, il settore vale in Italia circa 205 miliardi di euro, più o meno il 12% del nostro PIL.

Con una crescita di oltre il 33% in 5 anni (dati 2019) e quasi 42 miliardi di esportazioni verso l’estero, il Made in Italy dell’agroalimentare è un settore trainante della nostra economia insieme al turismo.

A differenza di un’altra eccellenza italiana, il comparto tessile e moda che nel corso degli anni è passato via via in mani straniere, i prodotti agricoli e la loro lavorazione e trasformazione restano saldamente patrimonio della nazione. Per ora.

In tempi di sconvolgimenti che coinvolgono l’intero pianeta, e che cominciano a mettere in discussione il modello “globalista” rivelandone i lati più deboli, è forse ora di prendere una maggiore consapevolezza e di cominciare a fare delle scelte mirate.

Il discorso va articolato su due piani: il mercato interno e le esportazioni.

Per quanto riguarda il primo, è sotto gli occhi di tutti quanto sia importante consolidare una certa “indipendenza” dal punto di vista alimentare.

L’Italia è fortunatamente una terra benedetta dalla natura. La varietà e la qualità dei nostri prodotti agroalimentari, in virtù di un territorio estremamente variegato e della sapienza profusa nella loro trasformazione, raggiungono incontrastate vette di eccellenza.

Il consumo interno va dunque consolidato, tramite politiche e investimenti appropriati, per incentivare un approvvigionamento in grado di portare all’indipendenza totale dell’Italia nella produzione e nella distribuzione di beni alimentari.

Va da sé che questo traguardo porterebbe anche dei benefici effetti a cascata su tutto l’indotto del comparto.

Sul piano delle esportazioni, che già presentano ottimi numeri, è fondamentale proseguire sulla strada di una valorizzazione del Made in Italy agroalimentare, supportato dai giusti strumenti di marketing.

Un mondo connesso, sia materialmente che virtualmente, offre enormi opportunità per far conoscere ed apprezzare i prodotti italiani ad un pubblico sempre più ampio.

Valorizzazione e commercializzazione devono viaggiare di pari passo. Per ottenere questo risultato è necessaria una sinergia fra i vari strati della società italiana: le istituzioni in primo luogo, che dovrebbero impegnarsi nella semplificazione burocratica e nella promozione all’estero dei nostri prodotti; investitori lungimiranti, in grado di formulare piani di sviluppo solidi e credibili; lavoratori del settore, dotati dei mezzi tecnologici oggi richiesti per rendere fruibile il frutto del loro impegno a più persone possibili.

Bruxelles, Dombrovskis risponde a Leontini (PPE) su Banca Agricola Popolare di Ragusa. L’europarlamentare: “Istituto chiarisca rapporto coi risparmiatori”

Il vicepresidente della Commissione Europea, Vladis Dombrovskis, ha risposto in forma scritta, nei giorni scorsi, all’interrogazione dell’onorevole Innocenzo Leontini, europarlamentare del PPE. Leontini era stato spinto dalle proteste di numerosi risparmiatori della Banca Agricola Popolare di Ragusa, che per effetto della normativa prudenziale contenuta in un paio di regolamenti europei, non avrebbero potuto rivendere le proprie azioni all’istituto che le aveva emesse. “Ringrazio il vice-presidente Dombrovkis aver fatto luce sulla questione – è il commento a caldo di Leontini –. Oggi apprendiamo che non c’è alcun obbligo normativo che  impone a Bapr di modificare la filosofia originaria, che aveva convinto i suoi clienti-soci ad acquistare titoli e azioni. Auspico che l’istituto torni sui suoi passi e possa negoziare con i risparmiatori un rientro a pieno titolo alle condizioni precedenti. Altrimenti chiarisca le motivazioni che hanno portato a questo repentino cambio di rotta, che rischia di far venir meno un rapporto fiduciario consolidato nel tempo”. Per illustrare la normativa europea e la risposta della Commissione, l’onorevole Leontini ha fissato per sabato 12 gennaio un incontro a Ispica con una delegazione di risparmiatori.

LA RIFORMA DEL DIRITTO DEI MARCHI: FOCUS SUL SETTORE AGROALIMENTARE

La Camera di Commercio, in collaborazione con l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Consorzio Camerale per il credito e la finanza, all’interno del progetto europeo “Marchi e Disegni comunitari”, organizza un seminario finalizzato ad aggiornare le imprese, i cittadini ed i professionisti circa l’imminente cambio di normativa nazionale sui marchi di impresa. Tale seminario affronterà la problematica relativa alla imminente attuazione della Direttiva Marchi UE 2015/2436 del Parlamento europeo in materia di marchi di impresa focalizzando l’attenzione al settore agroalimentare nel cui ambito il nuovo diritto europeo sui marchi cambia anche il rapporto tra marchi e DOP e tra marchi e IGP nel senso della prevalenza di queste ultime sui marchi nonché introducendo, sotto il profilo della tecnologia alimentare, un diverso rapporto tra marchi e varietà vegetali. In ultimo il seminario cercherà di trattare la materia con spirito pratico prevedendo anche una esercitazione per la consultazione delle banche dati in materia di marchi e di disegni e modelli. Il Seminario si terrà presso la Sede di Ragusa della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia orientale, mercoledì 19 settembre 2018 alle ore 10.00.

Le opzioni binarie sui mercati finanziari

ava tradeEcco un termine che si sente usare molto ultimamente in rete: opzioni binarie. Ma di che si tratta? E da dove viene questa mania per le opzioni? È legale? E offre davvero delle possibilità di guadagno? Gli interrogativi su questo tipo di prodotto finanziario sono ancora molti, e noi cercheremo di rispondervi. Le opzioni sono un prodotto del mercato finanziario in cui il profitto dato da un investimento è una somma fissa prestabilita e in cui l’esito può essere solo o corretto o sbagliato. Proviamo a essere più chiari: un’opzione è una previsione sull’andamento del prezzo di un certo bene venduto sui mercati finanziari, che può essere un’azione, una materia prima, un indice o della valuta. Se la previsione risulta corretta, si guadagna una cifra prestabilita, altrimenti si perde l’investimento. Come potete ben capire, si tratta di qualcosa di completamente diverso dal modo tradizionale di investire in borsa, ed è un sistema che ha avuto il suo boom grazie alle nuove tecnologie per lo scambio in borsa, e in particolare grazie alla possibilità di far scambiare contemporaneamente tantissimi piccoli trader su piattaforme via web. Si tratta di una svolta che si è verificata nel 2008, quando la US Securities and Exchange Commission (http://www.sec.gov/) autorizzò questo tipo di prodotti. Di lì a poco cominciò l’epoca del trading online, che vide una fioritura di piattaforme e la risposta di moltissimi trader, per lo più dilettanti. Grazie alle opzioni binarie tutti possono tentare di fare fortuna in borsa, senza attendere anni prima di veder fruttare un investimento e senza doversi affidare a un esperto della finanza. Ciascuno può farlo per sé. Certo, ovviamente non è tutto rose e fiori e il mondo delle opzioni binarie non è affatto quel paradiso che alcuni siti proclamano. Per guadagnare ci vogliono costanza, dedizione e la consapevolezza di poter perdere il proprio investimento. Non c’è nulla di sicuro. Una volta che si ha questa consapevolezza, occorre affidarsi a un broker sicuro e onesto, e per questo è utile consultare un po’ di recensioni e di opinioni online. Per esempio, qui sul sito eurusd.it si può trovare una recensione del broker TopOption, uno dei più noti e frequentati in Italia. Riguardo all’aspetto legale della vicenda: nel luglio del 2012 la Consob – la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa – ha recepito il regolamento europeo e ha reso possibile lo scambio di opzioni binarie anche in Italia, attraverso i broker che hanno ottenuto un’autorizzazione dalle autorità competenti dei paesi UE. Moltissimi broker presentano un’autorizzazione rilasciata dalla CySEC, l’Autorità cipriota per questo tipo di attività. Ora, speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza su una questione di cui si parla tanto come quella delle opzioni binarie. Di certo si tratta di un nuovo campo molto interessante per chi ha un interesse per la finanza, a patto ovviamente di scegliere broker affidabili e di non aspettarsi di diventare Jordan Belfort dal giorno alla notte.

TUTTE LE OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE, WORKSHOP A RAGUSA

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Si è svolto ieri pomeriggio, nell’auditorium della Camera di Commercio di Ragusa, il workshop “Le chiavi di accesso alla finanza agevolata”, promosso dalla Cna Ragusa, dalla Logos e da Igea Banca con la partecipazione del governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Il workshop ha visto la presenza di esperti di fama nazionale che nelle loro analisi hanno spiegato i vari strumenti disponibili di finanza agevolata. “Grazie a questi nuovi bandi è possibile immaginare una progettazione di qualità – ha spiegato Rosario Alescio, presidente di Logos – Ciò significa creazione di sviluppo e nuova occupazione dando alle imprese la possibilità di innovarsi. Ci sono fondi sul turismo, sull’innovazione, sull’internazionalizzazione. Insomma grandi opportunità. Credo sia una delle ultime occasioni per la Sicilia e in particolare per la provincia di Ragusa. Come Logos, che è agenzia per il lavoro e lo sviluppo, stiamo facendo rete insieme alle associazioni di categoria per dare un valido contributo a questa terra”. E anche il presidente provinciale di Cna, Giuseppe Santocono, ritiene che “l’opportunità dei fondi strutturali comunitari e nazionali non deve andar persa considerato che oggi le imprese accedono soprattutto al credito bancario per i propri investimenti. Ci sono invece anche altri fondi disponibili che permettono di innovarsi tecnologicamente, fare ricerca, investire sulla propria attività. Si aprono nuove prospettive anche rispetto ai giovani, alle startup, alle nuove imprese”. Sono intervenuti, dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Giannone, Maurizio Merlino Cna Sicilia, Rosario Alescio, il dirigente regionale Alessandro Ferrara. Il presidente Crocetta ha ribadito le enormi potenzialità della regione tutta e di Ragusa nello specifico, definita come “una realtà che può divenire uno dei poli più importante d’Italia in tutti i settori”. Grande attenzione anche alle start up e allo sviluppo di impresa attraverso le misure nazionali, approfondito da Rosalba Chirieleison, esperta di finanza agevolata. Importanti novità anche per l’innovazione, il turismo e i beni culturali attraverso misure specifiche illustrate durante il convegno. Ma si è parlato anche del ruolo di chi può aiutare le imprese nell’accesso al credito, come Igea Banca, rappresentata da Alessandro Schiavone, e Unifidi Imprese Sicilia, presente nella veste del suo presidente Gianpaolo Miceli. Ha chiuso i lavori Maria Lo Bello, vicepresidente Regione Siciliana e Assessore alle Attività Produttive. Un appuntamento insomma che ha posto Ragusa ancora una volta in prima linea nel sostegno alle imprese siciliane e ha evidenziato l’esigenza di un continuo supporto alla crescita produttiva dell’intero comparto economico, rappresentato da moltissimi esponenti provenienti da tutta la regione.

SISMA ’90, I RIMBORSI DELLE TASSE SPETTANO AI CITTADINI DI SIRACUSA, RAGUSA E CATANIA

 

Geraci, Laterra, Cuchel “Non può passare inosservato il fatto che – sostengono i presidenti di Ragusa e Siracusa dell’Associazione nazionale commercialisti, Antonietta Laterra e Salvo Geraci – con la Finanziaria 2014, il governo di turno ha contorto e reso più difficile la possibilità di ottenere il sospirato rimborso che fino ad allora veniva pressoché riconosciuto a tutti coloro che avevano presentato l’istanza. Questa nuova legge, purtroppo, esclude categoricamente tutte le imprese che avevano pagato le imposte per gli anni 1990, 1991 e 1992, che fino alla data dell’approvazione della legge del 2014, avevano ottime ragioni di sperare; ma quello che è più odioso è l’aver escluso i lavoratori dipendenti che ebbero a presentare l’istanza di rimborso oltre il termine del 30 marzo 2010. Inoltre lo stesso governo, neppure un anno fa, rispondendo all’interrogazione di un parlamentare, ha ribadito che non intendeva ritornare sui suoi passi”. “Ecco perché i commercialisti, ed in particolare l’Anc, – spiegano ancora i due presidenti – impegnatisi fino a questo momento nella battaglia di riconoscimento dei diritti dei lavoratori, quasi mai sotto i riflettori, anzi in modo sommesso, hanno portato a casa i risultati che la Corte di cassazione oggi avalla. Risultati che, adesso, sono patrimonio di tutti e a tal fine si segnala l’ennesima ordinanza della Cassazione civ. Sezione VI – 5 Ordinanza, 26-09-2016, n. 18905. Ma molti lavoratori saranno delusi a causa di scelte legislative sbagliate. Tuttavia ancora si tenteranno strade e percorsi di diritto fino ad adire alle autorità Ue, al fine di raggiungere il risultato di eliminare la legge che lede il c.d. legittimo affidamento di ogni persona che aspira al rimborso, anche grazie al lavoro di convegnistica e di ricerca che l’Anc, presieduta a livello nazionale da Marco Cuchel, porta avanti con il supporto scientifico del dott. Ivano Tarquini. Quindi la vera battaglia, oggi, è quella di eliminare questa assurda e incomprensibile normativa che riconosce nuove motivazioni agli uffici al fine di negare il rimborso”.

Fondi ex Insicem. Comitato di controllo approva ‘manovra’ per le assegnazioni dei fondi derivanti dai ribassi d’asta delle opere aggiudicate

soldi-770x577Il comitato di controllo dei fondi ex Insicem riunito ieri sotto la presidenza del Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa ha approvato la delibera riguardante l’assegnazione dei ribassi d’asta per gli appalti già aggiudicati dei fondi ex Insicem. Per l’appalto della bretella di collegamento per l’aeroporto di Comiso si è registrato un ribasso d’asta di 5 milioni e 512 mila euro e questa somma è stata ridistribuita con una pianificazione tendente a favorire il finanziamento dei progetti esecutivi tra i Comuni che hanno presentato progetti esecutivi e lo faranno entro il 15 febbraio, pena la perdita del finanziamento. In base al ribasso d’asta della bretella di collegamento con l’aeroporto si è creata un’economia di 7 milioni e 509 mila euro e così questa somma è stata utile per procedere al finanziamento delle seguenti opere: un milione di euro al comune di Modica per l’asse attrezzato di Modica che oltre a milione e 500 mila euro già assegnato permetterà di completare tutto il progetto, sono state poi assegnate 280 mila euro al comune di Ragusa per gli interventi di ampliamento e urbanizzazione dell’area di insediamento industriale, quindi 355 mila euro al comune di Comiso per il completamento del centro servizi della zona artigianale di Comiso, un milione e 62 mila euro al Libero Consorzio Comunale di Ragusa per la rotatoria nel tratto della sp 82 e sp 7 e l’adeguamento di un lotto della bretella, nonché 300 mila euro alla Comunità Montana per interventi urgenti sulla viabilità e 160 mila euro per la zona artigianale di Scicli. E’ stato deciso altresì che il comune di Vittoria è ente attuatore per il progetto del terzo polo industriale al posto dell’ex Asi Ragusa per cui c’è un finanziamento di oltre due milioni di euro. Si è discusso infine sulla destinazione dei fondi ex Insicem per l’incentivazione delle rotte per l’aeroporto di Comiso il cui bando è andato deserto tre volte. Il comitato di controllo, su proposta di Cartabellotta, ha deciso di congelare al momento la decisione di svincolo delle somme di 1,6 milioni di euro dopo un incontro con i vertici di Soaco sulla fattibilità o meno di proseguire in quest’azione o di procedere ad un altro intervento o destinare le somme per progetti esecutivi che i Comuni dovranno presentare entro il 15 febbraio.

 

Prestito ipotecario vitalizio: che cos’è?

mutuo-casa-U2402428296261k3H--258x258@Casa2011Sono scattate dal 2 marzo le nuove norme per la concessione di prestiti agli ultrasessantenni a condizione che insieme al bisogno di liquidità, abbiano anche una casa intestata a loro. Le banche italiane con questa mossa potrebbero trasformarsi da istituti di credito quasi in società immobiliari, andando ad entrare in una di quelle ricchezze che sono da sempre un baluardo degli italiani: la casa. Con l’ultima versione del “prestito ipotecario vitalizio”, un altro prodotto finanziario che come altri in precedenza “ruota” attorno al mattone, le banche cercano di fare cassa, aiutate in questo dalle decisioni che sono state prese da parte del governo. Il cambiamento, rispetto a quanto previsto dalle operazioni denominate “leasing immobiliare”, sta nel fatto che la platea di destinatari del prestito è cambiata; non si tratta più dei giovani alle prese con la necessità di acquistare la prima casa, ma degli anziani che, tramite il loro immobile, desiderano avere a disposizione del denaro fresco, sia per aumentare il loro reddito, che, nella maggior parte dei casi, per pensare al futuro dei figli o dei nipoti. Un sistema che consente anche di evitare tutte quelle lungaggini che si presentavano quando una persona ipotecava la casa e poi la perdeva, lungaggini che vedevano coinvolti tribunali fallimentari e tribunali civili, e nelle quali tutti avevano da perdere. Un sistema che offre anche notevoli vantaggi per il finanziatore. Nel complesso del panorama italiano la partita che si sta aprendo è molto interessante per gli istituti di credito in quanto è stato stimato che il valore delle case di proprietà di persone over 60 è di 3 miliardi di euro, suddiviso tra 13 milioni di proprietari. I requisiti per poter accedere a questo tipo di prestito sono due: l’aver compiuto 60 anni, ed avere l’intestazione dell’abitazione che si intende dare in garanzia. E’ anche vero, però, ammettere che ci sono anche tante altre persone un po’ avanti con l’età che preferiscono utilizzare le polizze vita per tutelare i propri cari in caso di morte. Ma vediamo nel dettaglio come funziona questo prestito ipotecario vitalizio. Le banche possono effettuare un prestito per una cifra che non può superare il 50% del valore dell’immobile ipotecato. A parte questa garanzia, non saranno richiesti all’intestatario del prestito altre cose particolari e non ci sarà nemmeno l’obbligo di pagare delle rate fino al momento del suo decesso. Resta il fatto che per gli eredi il costo finale di questo prestito potrebbe rivelarsi molto alto e si potrebbe anche andare incontro a sorprese come la perdita della casa. Per quanto riguarda l’importo come detto, può essere al massimo del 50% partendo da un minimo del 10%, e questa percentuale sarà più alta in presenza di una maggiore età del contraente, in modo che, vista l’aspettativa di vita media italiana, sia minore il numero degli anni ipotizzabile per la cessazione del prestito. Nelle opzioni previste dal Regolamento che è stato pubblicato nello scorso febbraio, dopo che la norma venne approvata dal Parlamento circa un anno fa, c’è anche la possibilità di un accordo tra l’istituto di credito ed il cliente nel quale si stabiliscano delle rate di rimborso sia annuali che semestrali o comunque concordate tra le parti, il cui scopo è quello di abbattere parzialmente la cifra da dover restituire al momento del decesso del contraente, particolarmente per quanto riguarda le spese accessorie della pratica, come quelle di perizia o di assicurazione ed istruttoria, oltre che gli interessi. In questo modo gli eredi si troverebbero a dover far fronte solo al pagamento del capitale preso in prestito. Nel caso in cui non si concordi il pagamento di alcuna rata, il peso dovuto agli interessi cresce in maniera “esponenziale”. Se si prende come base un tasso fisso che oscilla tra il 6% ed il7%, nel giro di soli 10 anni il valore si raddoppia, in quanto le modalità di attuazione prevedono anche “l’anatocismo”, una modalità il cui utilizzo era stato annullato con la legge di Stabilità, ed in concreto rappresenta l’interesse sugli interessi. In questa maniera per chi sceglie questo metodo il calco degli interessi viene fatto, ogni anno, sul debito maturato che comprende anche gli interessi degli anni precedenti a quello di calcolo, invece che sul capitale di partenza. All’interno della norma ci sono poi altre due “regali” per gli istituti di credito. Il primo riguarda l’esonero per la banca della procedura esecutiva, quella che si avvia quando il prestito non viene pagato e quindi l’istituto di credito procede al pignoramento. In precedenza l’obbligo di questo procedimento dava il via ad una lunga diatriba, a volte anche della durata di più anni, gestita dal Tribunale, e nella quale tutti i creditori erano in partenza sullo stesso piano. Ora con il “prestito ipotecario vitalizio”, una volta che gli eredi non abbiano deciso cosa fare, vendere, oppure pagare il debito contratto, nel giro di 12 mesi, l’immobile diviene di proprietà della banca che può quindi effettuare la vendita, dando poi agli eredi solo una parte del maggiore guadagno avuto dalla vendita. Inoltre sarà un perito “indipendente”, ma scelto dalla banca e non dal Tribunale, a stabilire il valore in denaro a cui deve essere posto in vendita l’immobile. Visto tutto questo, per gli eredi la via più semplice, qualora l’importo da saldare sia maggiore del valore dell’immobile, resta quello di pagare soltanto la tassa di successione e lasciare alla banca la vendita della casa. Una ulteriore precisazione è data dalla situazione coniugale di chi vuole prendere il prestito; nel caso in cui la persona sia sposata o convivente da più di 5 anni, sulla richiesta di prestito occorre anche la firma del coniuge o del convivente. Una volta ottenuto il prestito, nella casa oggetto della garanzia ipotecaria non può risiedere nessuna persona, con esclusione di figli e badanti. L’offerta del prestito da parte degli istituti di credito deve essere eseguita in modo “trasparente”, presentando al contraente due simulazioni del “piano di ammortamento”, che prevedano il capitale e gli interessi maturati anno per anno, sia con il tasso stipulato al momento del prestito, che con un tasso maggiore in uno “scenario” con il rialzo dei tassi. Prima di procedere con la richiesta sarebbe opportuno approfondire l’argomento consultando, ad esempio, un articolo del ilSole24ore.

Contributo in conto interessi, arrivano oltre due milioni di euro per il rimborso alle imprese socie di Unifidi Imprese Sicilia

Gianpaolo Miceli presidente Unifidi Imprese SiciliaLa Regione Sicilia, con data 5 agosto 2015, ha trasmesso i decreti di liquidazione delle somme a favore delle imprese associate ai consorzi di garanzia sulle operazioni creditizie garantite dai Confidi per operazioni finanziarie accese negli anni 2009-2010-2011-2012. La somma spettante a Unifidi Imprese Sicilia è di 2.140.000 euro e sarà accreditata alle imprese entro 60 giorni dall’accredito del suddetto importo. Gli uffici di Unifidi Imprese Sicilia stanno provvedendo all’immediata organizzazione interna per avviare l’iter dei rimborsi dei contributi in conto interessi, con la predisposizione di tutta la documentazione necessaria per la liquidazione e successiva rendicontazione alla Regione siciliana degli avvenuti trasferimenti delle somme. Il presidente di Unifidi Imprese Sicilia, Gianpaolo Miceli, accoglie con grande soddisfazione l’avviso del decreto di liquidazione inoltrato dall’assessorato regionale dell’Economia in quanto, dopo la complessa attività istruttoria che ne ha determinato un allungamento dei tempi e che ha visto la Cna regionale impegnata per lo sblocco delle procedure, finalmente le imprese beneficiarie possono ottenere il contributo spettante, in un periodo in cui le imprese necessitano di ampio sostegno ed una carica di fiducia.

AUMENTATO IL DIRITTO CAMERALE DEL 20 PER CENTO

 Una panoramica zona industriale RagusaIl parco commerciale “Isole Iblee” di Ragusa, l’associazione Federfarma e il centro commerciale naturale Antica Ibla hanno inviato una lettera aperta al presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Giannone, ai componenti del Consiglio camerale e, per conoscenza, al segretario generale dell’ente camerale, Carmelo Arezzo, avente ad oggetto l’aumento del venti per cento dell’esazione relativa al diritto camerale 2015. “E’ inconfutabile – è scritto nel documento – che da alcuni anni anche il nostro territorio e le sue aziende sono stati investiti da una crisi di proporzioni e durata impressionanti”. “Neanche  il 10% di diritto camerale chiesto alle imprese dal 2008 in poi (anno di inizio della crisi) – scrivono ancora Isole Iblee, Federfarma e Antica Ibla – trova una sufficiente motivazione visto che nel periodo 2008/2014 il patrimonio netto dell’ente è cresciuto di 3 milioni, le liquidità disponibili sono aumentate di oltre 2 milioni, ma, di contro, migliaia di imprese si sono dovute indebitare maggiormente. Infine, teniamo ad evidenziare che malgrado la legge n.114 del 11 agosto 2014 ha imposto la riduzione del 35% del diritto camerale a tutte le Camere di commercio d’Italia e molte di queste hanno i bilanci per niente brillanti, ben 81 su 105 Camere di Commercio hanno saggiamente deciso di non accanirsi sulle imprese dei loro territori”.

UniCredit: il 4 giugno “Go International Day” a Ragusa

Unicredit_LogoSi svolgerà questo giovedì 4 a Ragusa, nella sede provinciale di Confindustria “Go International Day”, l’evento organizzato da UniCredit in collaborazione con Confindustria Ragusa e Confindustria Sicilia, partner di Enterprise Europe Network, in cui imprenditori ed esperti della banca si confronteranno sul tema dell’internazionalizzazione. L’agenda della giornata prevede alle ore 10 i saluti introduttivi di Enzo Taverniti (Presidente Confindustria Ragusa) e di Luigi Brandolani (Responsabile Area Commerciale Ragusa di UniCredit), e a seguire lo svolgimento di una tavola rotonda sul tema “Internazionalizzazione per crescere e competere: nodi critici e opportunità”, alla quale parteciperanno Alessandro Spadola, socio di riferimento Caffè Moak, Giorgio Cappello, Amministratore Delegato Gruppo Cappello Alluminio, Giovanni Giudice, Presidente Consiglio di Amministrazione Siriac, Giovanni Leonardo Damigella, Amministratore Mondial Granit, e Giovanni Licitra, Amministratore Lbg Sicilia. Successivamente si svolgerà un workshop sul tema “Aprire all’estero dopo la globalizzazione”. I lavori della mattina saranno conclusi dall’intervento di Roberto Cassata, Responsabile Settore Pubblico e Sviluppo del Territorio Sicilia di UniCredit. che sostiene le aziende italiane che vogliono aprirsi all’estero. “Go International Day” è una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentati del territorio che vogliono condividere questa importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi in modo consapevole sui mercati internazionali.

Internazionalizzare per competere

Workshop formativoLa sede Commerfidi di via Enzo Baldoni 23 a Ragusa ospiterà sabato 30 maggio, per l’intera giornata, il workshop formativo dal titolo “Internazionalizzare per competere – scenari, opportunità, innovazione”. L’appuntamento sarà rivolto a imprenditori, liberi professionisti, risorse chiave aziendali e startupper e tutti coloro che vogliono dare una spinta al proprio business al fine di aumentarne il fatturato. Il workshop è organizzato da Formability – rete informale tra alcuni professionisti del territorio ibleo. Nel corso della giornata saranno analizzati scenari e opportunità di internazionalizzazione e nuovi strumenti e modelli di marketing e comunicazione, oggi essenziali per competere ai massimi livelli. La giornata del 30 maggio, che sarà aperta dai saluti dei presidenti di Confcommercio Ragusa Sergio Magro e Commerfidi Ragusa Salvatore Guastella – partirà con la testimonianza di mr. David Farrugia – Dfk Malta Director – che parlerà del caso Malta come modello di internazionalizzazione. Seguirà l’intervento di Giovanni Campo, commercialista e fiscalista del territorio, che farà un parallelismo tra gli aspetti fiscali nazionali e internazionali, necessari da conoscere per espandere in maniera corretta il business fuori dal territorio nazionale. Dopo il pranzo seguiranno gli interventi di Salvatore Scribano e di Simone Digrandi. La giornata si chiuderà con un momento di “question time”, nel quale i partecipanti potranno chiarire tutti i dubbi e chiedere i contatti dei vari ospiti presenti a testimoniare. I posti sono limitati ed è possibile prendere parte al workshop solo su prenotazione,  iscrivendosi al sito www.formability.eu  oppure chiamando Salvatore Scribano al numero 333.4858191.

PROGETTO ENTREPART, LE OPPORTUNITA’ DI UN PERCORSO COMUNE DI CRESCITA TRA IMPRESE SICILIANE E TUNISINE

Progetto Entrepart i relatoriDue realtà economiche transfrontaliere. Con diverse affinità. E che possono venire a contatto per sviluppare un percorso comune di crescita. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo del progetto “Entrepart” finanziato nell’ambito del programma comunitario di cooperazione transfrontaliera “Enpi Italia-Tunisia 2007-2013” le cui caratteristiche sono state illustrate nel corso del primo di quattro seminari informativi territoriali promossi, nell’area iblea, dalla Cna provinciale di Ragusa, soggetto capofila. Il progetto è promosso da un partenariato transnazionale che contempla la presenza, oltre che di Cna Ragusa, anche della Cna provinciale di Siracusa, dell’Ufficio nazionale dell’artigianato della Tunisia (Onat) e dell’Unione tunisina dell’industria, del commercio e dell’artigianato (Utica) di Ariana. Il segretario provinciale Cna Ragusa, Giovanni Brancati, durante l’incontro, ha illustrato lo spirito del progetto alle imprese associate presenti, affermando che l’obiettivo principale è quello di sviluppare delle relazioni “business to business” tra imprenditori tunisini e imprenditori siciliani e, nella fattispecie, dell’area del Sud-Est isolano, comprendente i territori ibleo e aretuseo. In questo modo si vuole cercare di aumentare il numero di imprese competitive nei due territori. Anche il presidente territoriale Cna Ragusa, Giorgio Biazzo, nel suo intervento, ha puntato l’indice sulla necessità di sfruttare al massimo tutte le occasioni che, come in questo caso, consentono alle Pmi locali di concretizzare percorsi sinergici. Il presidente regionale Cna Sicilia, Giuseppe Cascone, ha sostenuto quanto sia cruciale, in un periodo storico come quello attuale, allargare i propri orizzonti, ricercando nuove occasioni di crescita. Cristina Dragoi, coordinatrice del progetto, ha spiegato che 26 imprenditori tunisini potranno trascorrere tre mesi in Sicilia, presso altrettanti imprenditori siciliani, allo scopo di sviluppare insieme un progetto imprenditoriale o identificare collaborazioni transfrontaliere per fare crescere le rispettive aziende. Rosario Alescio, presidente di Logos, società di consulenza al progetto, ha messo in chiaro come il progetto Entrepart preveda l’avvio di scambi durante i quali ci sarà la possibilità di cementificare questo rapporto in un’ottica di crescita comune e con l’auspicio che possano essere gettati ponti di collaborazione tesi a sfruttare il più possibile le dinamiche che garantiscono la partecipazione a interessanti percorsi di sviluppo. A chiudere i lavori il presidente provinciale Cna Giuseppe Santocono che si è detto molto interessato dalle prospettive che Entrepart potrà sviluppare a patto che anche gli imprenditori locali attivino la modalità ricettiva, cioè comprendano che questa può diventare una occasione davvero importante per sfruttare nella maniera migliore per affacciarsi ai mercati di altri Paesi. Il secondo seminario informativo territoriale, intanto, si terrà mercoledì 11 marzo con inizio alle 18:30 a Ispica, nei locali di Villa Principe di Belmonte. In questo caso i lavori saranno presieduti dal presidente della Cna territoriale, Tonino Cafisi.

FONDI EUROPEI, L’INCAPACITA’ DELLA SICILIA NELLO SFRUTTARE QUESTI FINANZIAMENTI

120614_mAxRMLa Commissione europea ha adottato 11 Programmi operativi regionali della programmazione 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale. Si tratta dei Por di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trento, Bolzano, Liguria, Emilia R., Toscana, Marche, Umbria, Lazio. A questi si aggiunge il Piano Cultura per le regioni del Sud, di cui è responsabile il ministero dei Beni culturali. A questo punto, quindi, le regioni in questione possono cominciare a spendere già dalle prossime settimane. Gli altri programmi (Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise più Calabria, Sicilia e Campania che sono stati presentati per ultimi) e i Pon Legalità (ex Sicurezza) Ricerca & innovazione, Imprese & competitività e Città metropolitane subiranno un forte ritardo. Bruxelles infatti deciderà non prima di maggio 2015, dopo cioè che Consiglio e Parlamento si saranno pronunciati sulla modifica delle prospettive finanziarie Ue per l’anno prossimo, spostando di un anno le poste di bilancio. Ma per questa decisione serve l’unanimità tra i 28 paesi membri in Consiglio e, viste le tensioni con la Commissione sul budget, non si può escludere che qualcuno chieda un taglio dei fondi per la coesione per le regioni che hanno dimostrato manifesta incapacità ad utilizzare le risorse europee. Non solo i PO FESR e FSE Sicilia 2014-2020 non sono stati approvati, ma sembra che in una nota inviata alla Regione Siciliana la Commissione Europea abbia criticato l’azzeramento delle politiche di sviluppo locale partecipativo e la pesante riduzione delle politiche di sviluppo urbano e territoriale operato da parte della Regione Siciliana. La Regione Siciliana di fronte al dettato regolamentare che prevede la strategicità e l’obbligo di rafforzamento delle iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo, che fa?! Le azzera, per meglio accentrare alla Regione. E la classe politica siciliana assiste silenziosa.

BANDO ASSEGNAZIONE FONDI EX INSICEM

download (6)La Provincia Regionale di Ragusa informa che sul proprio sito web istituzionale (www.provincia.ragusa.it), sezione “bandi di gara”, è stato pubblicato l’avviso del bando pubblico l’assegnazione di contributi a valere sui Fondi ex lnsicem “Sostegno di progetti di promozione di Consorzi d’impresa per il mercato estero”. Il contributo è destinato ai Consorzi o raggruppamenti di Consorzi per favorire il processo di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese della Provincia di Ragusa con la presenza a fiere e saloni internazionali e, prioritariamente, la partecipazione all’EXPO 2015. L’ammontare massimo del contributo a ciascun progetto non potrà essere superiore all’80% del totale delle spese consentite e comunque non potrà superare la cifra di € 30.000,00 in funzione della capienza del fondo. Le iniziative dovranno essere realizzate inderogabilmente entro il 2015. Le richieste dovranno pervenire alla Provincia, entro le ore 10:00 del 18 febbraio.

Fondi ex Insicem. Accelerazione del commissario straordinario Dario Cartabellotta

1417705137-0-cartabellotta-la-mia-tesi-sulle-serre-a-punta-seccaSui fondi ex Insicem, il commissario straordinario della Provincia Dario Cartabellotta intende accelerare sia per le misure dedicate alle aziende con l’emanazione di nuovi bandi sia per le azioni individuate nell’accordo di programma sottoscritto col partenariato socio-economico nel 2016. Dopo aver ascoltato i rappresentanti del partenariato socio-economico, i sindaci dei 12 comuni iblei e la deputazione regionale con riunioni mirate sull’utilizzo dei fondi ex Insicem soprattutto per quanto concerne le somme eccedenti i ribassi d’asta, il commissario della Provincia ha convocato i soggetti sottoscrittori dell’accordo di programma e i componenti del comitato di garanzia per deliberare azioni di promozione e sostegno in favore dell’aeroporto di Comiso e del porto di Pozzallo, nonché per individuare interventi a valere sulla quota non vincolata dei i ribassi d’asta e definire nuove azioni strategiche con particolare riferimento al sostegno alle imprese e agli interventi di riequilibrio socio economico per le aree montane.“I tavoli del partenariato socio-economico e quello istituzionale – dice Cartabellotta – hanno condiviso la scelta di procedere in tempi brevi ad individuare gli interventi di promozione per l’aeroporto di Comiso e il porto di Pozzallo sfruttando la quota non vincolata dei ribassi d’asta dei fondi ex Insicem. Il territorio non può perdere il treno di Expo 2015 e deve potenziare le azioni di promozione dell’aeroporto di Comiso creando nuove rotte per Milano così come per le azioni strategiche in favore delle imprese è arrivato il momento di fare il punto della situazione. Se i bandi non hanno attrazione si cambiano, se le imprese hanno altre esigenze per il loro sviluppo valuteremo quali saranno le azioni migliori da mettere in campo. Insomma, dopo la fase dell’ascolto del territorio, parte la fase delle decisioni”.

ACCESSO AL CREDITO SEMPRE PIU’ DIFFICILE PER LE IMPRESE RAGUSANE

Il presidente Ordine commercialisti Ragusa Daniele Manenti

Il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Ragusa, Daniele Manenti, snocciola una serie di dati riferiti alla realtà nazionale, regionale e provinciale. “Negli ultimi tre anni – dice Manenti – i finanziamenti alle piccole imprese (con meno di 20 dipendenti) sono scesi a livello di sistema Italia di oltre 27 miliardi di euro, e nella nostra provincia si sono ridotti da 1.088,7 milioni di euro a 905,1 milioni di euro con una diminuzione del 16,86% e tutto ciò nonostante una politica espansiva della Bce che ha messo a disposizione del sistema bancario tra settembre e dicembre circa 400 miliardi di euro di prestiti con un tasso particolarmente basso, pari a 0,15%, con scadenza a 4 anni e da destinare esclusivamente a famiglie ed imprese per finanziare la crescita”. Le ragioni della riduzione del credito erogato, secondo le imprese, sono dovute a richieste di garanzie eccessive, procedure troppo lunghe, costi elevati, tassi di interesse superiori di quasi due punti rispetto alla media europea.

Seminario con Gaetano Armao

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Si terrà venerdì 14 novembre, a partire dalle ore 16, presso il Teatro Donnafugata a Ragusa Ibla il seminario dal tema “Oblio o rilancio: l’Autonomia siciliana al bivio”, in occasione della presentazione del libro di Gaetano Armao: “L’Attuazione dell’Autonomia differenziata della Regione siciliana”. Il seminario, accreditato come evento formativo dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Ragusa, è organizzato dal Rotary Club di Ragusa, dall’Associazione Mediterranea per lo Sviluppo Locale e dal Gruppo Parlamentare Grandi Autonomie e Liberà del Senato della Repubblica italiana e da OpenGov Sicilia. Interverranno: Gaetano Armao, già assessore all’Economia della Regione siciliana e docente di Diritto amministrativo e contabilità pubblica presso l’Università di Palermo; Carmelo Arezzo, della Camera di Commercio di Ragusa; Antonio Barone, Università Lum di Bari; Agatino Cariola, Università di Catania; Francesco Raniolo, Università della Calabria. Saranno presenti: il senatore Mario Ferrara, Presidente del Gruppo GAL del Senato della Repubblica Italiana, il sen. Giovanni Mauro (Commissione Affari Cosituzionali), il sen. Giuseppe Compagnone (Commissione Ambiente), il sen. Giuseppe Ruvolo (Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare) e il sen. Antonio Scavone (Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi).

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