24-04-2024
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Archivio della categoria: Giudiziaria

Confermata la custodia in carcere per Hamdi Abdelghani

Il Tribunale del riesame di Catania ha confermato l’ordinanza, emessa dal Gip presso il tribunale di Modica, sulla custodia cautelare in carcere per Hamdi Abdelghani, accusato di rapina aggravata e lesioni in pregiudizio di un giovane. La richiesta al Gip era stata inoltrata dal Procuratore della Repubblica di Modica Francesco Puleio.

RAGUSA: SEQUESTRATO L’HOTEL MEDITERRANEO

Un simbolo per la città di Ragusa, il Mediterraneo. E’ stato la città che rinasceva dopo la dittatura e la guerra, il luogo di ritrovo di più generazioni, lo spazio che identificava il centro storico di Ragusa superiore. Oggi nella devastata via Roma sono arrivati i carabinieri per porre i sigilli del sequestro per una indagine che riguarda la proprietà dell’intero complesso. Adesso il provvedimento deve essere convalidato dal gip del tribunale del capoluogo. Il sequestro riguarda esclusivamente la proprietà, e non la gestione dell’hotel e del bar e quindi questi non chiuderanno e l’attività rimarrà aperta. Il procuratore della repubblica Carmelo Petralia chiarisce che il provvedimento scaturirebbe da un reato al momento ipotizzato come truffa e tentata truffa nell’ambito di una vicenda assai complessa di passaggi societari e di acquisizioni considerati poco chiari. A ciò si aggiunge un decreto ingiuntivo da parte del tribunale di Bologna sempre indirizzato nei confronti della proprietà ossia una società di Ravenna che ha recentemente dato in gestione l’immobile ad una società di Ragusa che cura l’albergo.

Tentata frode alimentare Denunciato commerciante di Scoglitti

Un commerciante di Vittoria proprietario di una pescheria situata a Scoglitti è stato denunciato dai Carabinieri della motovedetta della compagnia locale per tentata frode alimentare. L’uomo ha posto in vendita pesce decongelato, soprattutto gamberi, gamberoni e calamari del peso complessivo di 22 kg spacciandolo come fresco. Al soggetto è stata contestata una violazione amministrativa per una somma complessiva di 1166 euro. La stessa multa è stata comminata ad 8 titolari di pescherecci per aver posto in vendita prodotti di varie specie senza apporre la prevista etichettatura con la denominazione commerciale e il luogo della pesca. Intanto prosegue l’attività di monitoraggio e controllo per tutto il periodo estivo, a garanzia di una maggiore sicurezza dei bagnanti del litorale vittoriese e il rispetto della normativa di polizia marittima.

OPERAZIONE “COUS COUS” ESEGUITE DUE ORDINANZE DI CUSTODIA IN CARCERE

I Carabinieri della Tenenza di Scicli hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di due persone dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura del capoluogo siciliano. L’emissione del provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria palermitana fa seguito all’operazione “Cous Cous” eseguita a Scicli il 26 giugno dai Carabinieri di Modica e che aveva portato all’arresto di 4 cittadini tunisini ritenuti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente avvenuto a Scicli tra il mese di luglio 2010 ed il successivo mese di febbraio 2011. Il Gip del Tribunale di Palermo, dopo aver ricevuto lo stralcio delle indagini condotte dai Carabinieri di Scicli relativo alle condotte delittuose poste in essere a Palermo da una parte delle persone arrestate il 26 giugno, nei giorni scorsi ha quindi disposto la misura cautelare della custodia in carcere per Majed Mbarek, 32 anni, e per Ben Habib Fodha, 33 anni, entrambi tunisini. I due si trovavano già detenuti presso il carcere di Modica a seguito del loro arresto eseguito nell’ambito della operazione “Cous Cous” coordinata dalla Procura della Repubblica di Modica.

PROCESSO “MODICA BENE” LA PROCURA RICORRE CONTRO ASSOLUZIONI E PROSCIOGLIMENTI

Il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, ha impugnato, il 28 giugno scorso, la sentenza di assoluzione del processo “Modica Bene”. Per Puleio era necessario, durante la fase dibattimentale, ammettere l’audizione dell’imputato Bruno Arrabito, richiesta che fu rigettata. Il Gup, il 28 novembre aveva assolto gli imputati che avevano scelto il giudizio abbreviato: l’ex parlamentare dell’Udc. Peppe Drago, il fratello Carmelo Drago, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, l’ex segretario provinciale dell’Udc, Giancarlo Floriddia, Giorgio Aprile (all’epoca dei fatti assessore) e il consigliere provinciale Vincenzo Pitino, mentre per gli altri, giudicati col rito abbreviato si era espresso per il “non luogo a procedere”. L’indagine, riguardava il periodo compreso tra l’ottobre 2003 e fino al settembre 2007. Puleio, quindi, fa sapere che il 28 giugno “la Procura della Repubblica ha pertanto depositato entrambi gli atti di impugnazione e precisamente: il ricorso innanzi alla Corte di Cassazione in Roma, avverso la sentenza di non luogo a procedere emessa al termine dell’udienza preliminare e l’appello innanzi alla Corte di appello di Catania, avverso la sentenza di assoluzione emessa al termine del giudizio abbreviato. Giova precisare che, come risulta dalla motivazione di entrambi i provvedimenti impugnati, gli imputati – spiega ancora il Procuratore Puleio – sono stati prosciolti dalle accuse loro contestate per insufficienza delle prove, ex art. 530 comma 2 codice di procedura penale”.

Modicano arrestato per vari furti

In esito ad indagini dirette dal sostituto procuratore Gaetano Scollo e coordinate dal Procuratore della Repubblica Francesco Puleio, nelle prime ore di lunedì, gli uomini del Commissariato di Polizia di Modica hanno dato esecuzione a tre ordinanze di misura cautelare in carcere nei confronti del giovane modicano Fabio Marcì, 33 anni, per svariati delitti di furto, ricettazione, truffa ed uso fraudolento di carte di credito.

Operazione “Machete”, arrestato Dario Aparo

Proseguono gli arresti dei Carabinieri, in esecuzione delle ordinanze di carcerazione emesse dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Catania nell’ambito del processo nato dall’operazione “Machete”. Dopo Carmelo Ricca e Giovanni Cilia, il provvedimento è stato notificato a 31 anni, di Vittoria. Deve scontare tre anni di reclusione, oltre a varie pene accessorie. L’operazione “Machete”, nel 2006, aveva portato all’arresto di diciannove persone, mentre diverse altre vennero indagate a piede libero. Nel 2006, Aparo era stato denunciato a piede libero. Adesso, però, essendo diventata definitiva la condanna, la Procura ha disposto la carcerazione.

Deve scontare dieci anni, arrestato vittoriese

, 44 anni, originario di Vittoria, ma residente a Comiso, è stato arrestato dai carabinieri su ordine della Procura generale presso la Corte d’Appello di Catania. Ricca deve scontare 10 anni di reclusione, con pena accessoria della sospensione della potestà genitoriale, per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Era stato arrestato nell’operazione “Machete”.

Rapina in villa a Pozzallo, arrestato uno dei presunti autori

A seguito di indagini dirette dal sostituto procuratore Gaetano Scollo e coordinate dal Procuratore Francesco Puleio, i Carabinieri della Compagnia di Modica hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, dal Gip del Tribunale nei confronti di B. L., 36enne pluripregiudicato pozzallese accusato tra l’altro, di rapina aggravata e di sequestro di persona. L’indagine è partita a seguito della rapina perpetrata la notte del 10 marzo scorso all’interno di una villetta in contrada Raganzino a Pozzallo. Quella sera, il figlio dei proprietari, attirato nel giardino di casa da uno stratagemma posto in essere dai malviventi, è stato aggredito e selvaggiamente percosso, riportando numerose lesioni giudicate guaribili in 25 giorni. Una volta reso inoffensivo l’uomo, i rapinatori avevano costretto la madre, colta di sorpresa nel sonno e ripetutamente strattonata e minacciata, ad aprire la cassaforte e a consegnare loro gli oggetti in oro e i preziosi. Dopo essere entrati in possesso degli oggetti di valore, dell’ammontare complessivo stimato in 100 mila euro circa, i rapinatori si sono dileguati, facendo perdere le proprie tracce. Le indagini hanno permesso di arrivare all’arresto del 36enne, mentre si cercano ancora gli altri complici.

Arrestati due vittoriesi, ma il giudice non convalida

Venerdì sera sono stati arrestati i pregiudicati vittoriesi Rosario Favitta di 38 anni e Rosario Romano di 48 anni, perchè sorpresi a trasportare, a bordo di un autocarro, mille chili di materiale ferroso di diverso tipo. Ai militari dell’Arma non hanno saputo fornire alcuna spiegazione sulla provenienza. C’era di tutto su quell’autocarro: porte vecchie, pentole, rubinetti, tubature idrauliche, pesanti tubi in ghisa. Per i due è scattato l’arresto per ricettazione e furto aggravato. Il materiale è stato posto sotto sequestro insieme agli arnesi usati per effettuare i furti. Sabato mattina, però, il Gip presso il Tribunale di Ragusa non ha convalidato l’arresto così come richiesto dal Pubblico Ministero Claudia Maone, in quanto non ha ravvisato la gravità del fatto trattandosi di arresto facoltativo. I due sono tornati in libertà: devono solo presentarsi alla Polizia Giudiziaria. erdì sera sono stati arrestati i pregiudicati vittoriesi Rosario Favitta di 38 anni e Rosario Romano di 48 anni, perchè sorpresi a trasportare, a bordo di un autocarro, mille chili di materiale ferroso di diverso tipo. Ai militari dell’Arma non hanno saputo fornire alcuna spiegazione sulla provenienza. C’era di tutto su quell’autocarro: porte vecchie, pentole, rubinetti, tubature idrauliche, pesanti tubi in ghisa. Per i due è scattato l’arresto per ricettazione e furto aggravato. Il materiale è stato posto sotto sequestro insieme agli arnesi usati per effettuare i furti. Sabato mattina, però, il Gip presso il Tribunale di Ragusa non ha convalidato l’arresto così come richiesto dal Pubblico Ministero Claudia Maone, in quanto non ha ravvisato la gravità del fatto trattandosi di arresto facoltativo. I due sono tornati in libertà: devono solo presentarsi alla Polizia Giudiziaria.

Vittoria, arrestato Gaetano D’Agosta

I carabinieri di Vittoria hanno arrestato, su provvedimento del Tribunale di Ragusa, Gaetano D’Agosta, 56 anni, al momento sottoposto all’obbligo di soggiorno. L’uomo, appartenente all’omonimo clan mafioso “Mammasantissima”, un anno e sette mesi di reclusione per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e per tentata estorsione aggravata. Il primo reato risale all’ottobre 1992, il secondo al maggio 2009.

Ragusa, in manette due rumeni

Gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, su richiesta del Pm Claudia Maone nei confronti di Stancu Constantin di 27 anni e Barbu Ionel di 30 anni, rumeni e con precedenti di polizia, responsabili di violazione degli obblighi degli arresti domiciliari. I due il 26 aprile erano stati tratti in arresto per furto aggravato di gasolio in concorso, insieme ad altri complici. Il furto è stato messo a segno ai danni di un’azienda di Ragusa. Su disposizione del giudice, erano ai domiciliari. Nonostante ciò, il 29 maggio si sono allontanati da casa, e sono stati quindi denunciati dalla Polizia. Il 2 giugno sono stati fermati, a bordo di un’auto rubata, dai carabinieri di Vittoria, nei pressi di Pedalino, e portati in carcere. Nel frattempo il giudice ha emesso l’altra ordinanza, quella derivante dall’evasione dai domiciliari, e la polizia l’ha notificata ai due in carcere.

OPERAZIONE AGENZIA MATRIMONIALE, ARRESTATO MAROCCHINO

Altro arresto nell’ambito dell’operazione dei carabinieri che lo scorso anno aveva smantellato una presunta organizzazione dedita a matrimoni fittizi, celebrati solo per ottenere la cittadinanza. I militari della Compagnia di Modica, nella giornata di martedì, hanno tratto in arresto Mohamed Qantar, 32enne cittadino marocchino da alcuni anni residente a Modica, colpito da ordinanza di custodia cautelare in regime di detenzione domiciliare emessa dal Tribunale di Modica. L’arrestato fa parte di quel gruppo di cittadini stranieri che nel 2011, nell’ambito dell’operazione “Agenzia matrimoniale”, erano stati denunciati dai Carabinieri di Modica con l’accusa di favoreggiamento illegale dell’immigrazione clandestina e falsità ideologica. Nel corso di quella indagine i Carabinieri erano riusciti a individuare una trentina di persone operanti a Modica e nel circondario che si occupavano di trovare un coniuge italiano, nella maggior parte dei casi un individuo in stato di indigenza, a cittadini magrebini in scadenza di permesso di soggiorno da far convolare a nozze in maniera tale da far ottenere loro il rinnovo automatico del titolo di soggiorno e bypassare le ordinarie procedure ministeriali che riservano esigue quote di ingresso in Italia ai cittadini originari del Marocco. In molti casi i matrimoni venivano, invece, celebrati tra il cittadino italiano e lo straniero entrato clandestinamente in Italia al fine di evitarne l’espulsione. In altri casi il matrimonio veniva addirittura celebrato in Marocco con tanto di falsa conversione all’islam da parte del coniuge italiano il quale, una volta tornato in Italia, avrebbe subito avviato l’iter per il ricongiungimento familiare col coniuge all’estero. A seguito delle indagini condotte dai Carabinieri, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, nel novembre 2011, emise una ordinanza cautelare a carico di tre persone, due delle quali vennero rintracciate tra il 29 novembre 2011 ed il successivo 4 dicembre. Il 29 novembre 2011 i Carabinieri notificarono il provvedimento cautelare a B.N., 34enne originaria di Marrakech. A suo carico il GIP del Tribunale di Modica, ravvisando la necessità di limitarne l’azione al fine di evitare la reiterazione della sua condotta delittuosa, dispose l’obbligo di presentazione giornaliera alla Caserma dei Carabinieri. Il 4 dicembre successivo il provvedimento cautelare venne, invece, notificato a Q.A, 48enne originario di Casablanca. Anche a suo carico il GIP del Tribunale di Modica dispose l’obbligo di presentazione giornaliera ai Carabinieri di Modica. Sino a martedì, però, si erano perse le tracce di Qantar Mohammed che, nel frattempo, era tornato in Marocco. Martedì è stato sorpreso dai Carabinieri di Modica all’uscita dell’aeroporto di Catania dove era appena giunto di rientro da Casablanca.

SERRE DIVELTE DAL VENTO IL MINISTERO DOVRA’ RISARCIRE LE AZIENDE

La sentenza del Tar è esecutiva. Il Ministero delle politiche agricole e la Regione dovranno risarcire gli agricoltori di contrada Resinè e Giafanetto, nel versante vittoriese, le cui serre sono state distrutte dalla tromba d’aria del 28 febbraio del 2011. Un risarcimento economico pari a un milione e 800 mila euro, in attesa dell’appello al Cga a Palermo. Il Tar di Catania, con la sentenza numero 3029, ha accolto il ricorso presentato dal comitato degli agricoltori rappresentati dal legale Maria Carmela Manenti, del Foro di Modica, ed obbliga l’ispettorato provinciale all’agricoltura, l’assessorato all’agricoltura e il ministero, ognuno per le proprie competenze, ad istruire e concludere entro 90 giorni dalla comunicazione o notificazione, il procedimento finalizzato alla concessione dell’indennizzo. “I novanti giorni sono già trascorsi – dice il legale Manenti – e nessuno degli enti interessati ha provveduto al pagamento dell’indennizzo né tanto meno a dare giustificato motivo dell’inadempimento, violando il principio di trasparenza della pubblica amministrazione. Si spera, adesso, di non dovere ricorrere al giudizio di ottemperanza per ottenere il pagamento di una somma dovuta agli agricoltori da un provvedimento immediatamente esecutivo. Si parla spesso di cittadini che non pagano le tasse o di contribuenti evasori fiscali – dice l’avvocato Maria Carmela Manenti – forse dovremo cominciare a parlare di enti pubblici inadempienti e sordi ai bisogni e alle legittime aspettative della collettività. Mentre gli enti intimati, Il Ministero e la Regione, fanno ricorso in appello, gli agricoltori, a cui è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dal Tar di Catania, sono impossibilitati a ripristinare le strutture serricole. Si tratta di importi da liquidare tramite il fondo di solidarietà nazionale costituito per tale finalità”. Un appello al neo assessore all’agricoltura, il vittoriese Francesco Aiello. “Si spera in una pronta risoluzione del problema con il neo assessore all’agricoltura Aiello – afferma il legale – affinchè si faccia portavoce delle legittime attese di un’intera comunità”. In realtà le strutture serricole in legno del territorio ragusano, non sono state mai assicurate da nessuna compagnia per i danni derivati da calamità naturali. Ai sensi della legge 104 del 2010 vanno, comunque, risarcite attraverso il fondo di solidarietà nazionale. Nonostante l’evidenza dei fatti – secondo il legale – si è dovuto ricorrere all’autorità giudiziaria”.

DROGA KILLER ARRESTATE 13 PERSONE TRA POZZALLO E VITTORIA

L’indagine scattata nell’ottobre del 2010, dopo la morte per overdose del giovane pozzallese Luca Arezzo, ha portato all’arresto di 13 persone. All’alba di sabato oltre 40 carabinieri della compagnia di Modica, supportati dai militari della Compagnia di Ragusa e Vittoria hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Modica dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale della Contea. Il provvedimento ha interessato 15 giovani, di età compresa tra i 22 e i 32 anni, componenti di una rete di pusher, spacciatori che agivano autonomamente. Dopo il decesso di Arezzo avvenuto nell’ottobre del 2010 i militari della stazione di Pozzallo avevano intensificato le indagini e tramite una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali erano riusciti ad individuare una “piazza” del narcotraffico cittadino, coincidente con il cuore del centro storico. I pusher spacciavano soprattutto a ridosso della Torre Cabrera e del vicino pontile, da qui l’operazione “Torre Cabrera”. La custodia cautelare ha interessato 9 soggetti. Nel carcere di Ragusa sono stati reclusi Lorenzo Salonia, 24 anni pozzallese censurato, Vittorio Pizzo, pozzallese e pregiudicato di 24 anni, Leandro Scolaro, pregiudicato pozzallese 21enne, Miled Rahem, tunisino 31enne, pregiudicato domiciliato a Vittoria, città nella quale è stato catturato e Debora Borgia, pregiudicata pozzallese di 27 anni. La Borgia è accusata oltre che di detenzione di droga finalizzata allo spaccio, del reato di “morte come conseguenza di altro delitto”, essendo ritenuta dagli inquirenti come colei che avrebbe ceduto la dose rivelatasi letale per il povero Arezzo. Gli inquirenti stanno valutando anche la posizione del tunisino, unico fra gli arrestati residente a Vittoria, particolare non irrilevante considerato che il luogo di approvviggionamento della droga spacciata nella “piazza” di Torre Cabrera e din- torni è proprio la città ipparina. Nel carcere di Modica sono reclusi Giuseppe Ciccazzo, pregiudicato pozzallese di 27 anni, Andrea Distefano, incensurato pozzallese di 25 anni, Graziano Arena anche lui incensurato pozzallese di 23 anni e Giovanni Biazzo, pregiudicato pozzallese 24enne. Quattro le misure cautelari di arresto domiciliare emesse nei confronti di: Mery Salonia, censurata pozzallese di 22 anni, Santo Randazzo, 22enne censurato pozzallese, Stefania Terranova incensurata 24enne di Pozzallo e Giovanni Ammatuna, pozzallese censurato di 24 anni. I militari stanno ancora ricercando un altro giovane pozzallese che sarebbe imbarcato in una nave mercantile. Infine una 14esima persona è stata sottoposta alla misura dell’obbligo di presentazione in caserma.

 

Vittoria, scarcerato rumeno accusato di sfruttamento della prostituzione

Il Gip del Tribunale di Ragusa Giovanni Giampiccolo ha convalidato l’arresto, operato dai carabinieri della Compagnia di Vittoria, del rumeno di 37 anni, T.P.G. le sue iniziali, accusato di sfruttamento della prostituzione. L’uomo, difeso dall’avvocato Serena Pierini, è comparso davanti al Gip che prima ha convalidato l’arresto, disponendo poi la scarcerazione. Il 37enne ha l’obbligo di presentarsi dai carabinieri. Secondo i militari dell’Arma, l’uomo accompagnava tutte le sere, nel piazzale del mercato ortofrutticolo, una connazionale di 30 anni. La lasciava lì, in attesa dei clienti ai quali offriva prestazioni sessuali a venti euro, mentre lui andava in un bar della zona, attendendo che finisse. A mezzanotte la riprendeva e la portava a casa, in sella ad un motorino. Tutto questo fino all’arresto.

Scuola paritaria come “diplomificio” Ragusa, denunciate 5 persone, tra loro anche un preside

La Guardia di Finanza di Ragusa, a conclusione di una complessa attività d’indagine, ha denunciato cinque persone tra cui il rappresentante legale ed il preside di un istituto scolastico paritario ragusano per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falsità ideologica e materiale in atto pubblico, commessi da pubblici ufficiali e da privati, alla truffa ai danni della Regione Sicilia e dello Stato, estorsione in danno dei docenti, abuso ed omissione atti d’ufficio. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, sono state avviate nei mesi scorsi a seguito delle molteplici segnalazioni e delle notizie che da più parti indicavano l’istituto scolastico paritario ragusano come un vero e proprio “diplomificio”, presso il quale senza eccessivi impegni scolastici e con minima frequenza era possibile conseguire un diploma statale. Gli investigatori della Guardia di Finanza iblea nel corso delle indagini, che si sono protratte per circa un anno, hanno fatto ricorso anche all’ausilio di personale dell’ufficio scolastico provinciale e regionale che hanno fornito ampi e dettagliati chiarimenti in merito alle modalità di gestione delle scuole paritarie. Le successive indagini hanno portato all’acquisizione di una grande mole di documentazione presso l’istituto scolastico ragusano; documentazione passata sotto l’attenta lente d’ingrandimento degli ispettori della Guardia di Finanza di Ragusa e riscontrata con le numerose dichiarazioni rese dai vari studenti. Sono state rilevate diverse irregolarità poste in essere sulle modalità di gestione dell’istituto paritario fra cui: classi con un esiguo numero di studenti, impiego di personale docente senza l’abilitazione all’insegnamento, mancanza di locali idonei da adibire a palestra, mancanza di un’aula informatica; pagamento di una consistente somma di denaro per l’effettuazione degli Esami di Stato in sede da parte di candidati esterni privatisti, giustificata quale tassa d’esami, nonostante tale pratica sia espressamente vietata da una serie di ordinanze ministeriali. Ora l’attenzione delle Fiamme Gialle è puntata all’esame della documentazione contabile della scuola.

La morte di Emanuele Speranza, sopralluogo nel luogo dell’incidente

Eseguito il sopralluogo in via Archimede teatro lo scorso giovedì sera dell’incidente stradale in cui ha perso la vita Emanuele Speranza, 22 anni. Per la morte del ragazzo al momento non ci sono indagati anche se il Pm Monica Monego ha aperto un fascicolo affidando anche una perizia tecnica all’ingegnere Roberto Piccitto per verificare lo stato dei luoghi. Oltre al tecnico erano presenti al sopralluogo l’avvocato Valerio Palumbo, nominato dalla famiglia Speranza, ed i rappresentati della Polizia municipale e dei Vigili del fuoco. Quest’ultimi hanno anche fornito l’autogru per ispezionare il palo della pubblica illuminazione, investito dal centauro, da cui è caduta sulla sede stradale la plafoniera, senza colpire Speranza. Appena due pali più in alto manca un’altra plafoniera. Nei prossimi giorni il consulente tecnico d’ufficio nominato dalla Procura esaminerà anche la moto Atlantis, un cinquantino prodotto dalla Derby, su cui viaggiava il ragazzo deceduto. Da quanto emerso dai rilievi l’impatto della moto contro il palo è stato frutto di una serie di circostanze negative. E’ probabile che Speranza, per evitare la presenza di due tombini che si trovano sulla sede stradale, si sia spostato sulla destra costeggiando il marciapiede quando, all’altezza dell’Unicredit, è andato a sbattere contro il palo della pubblica illuminazione con la testa. Il giovane non ha sterzato violentemente ma è andato ad urtare con violenza contro il palo e, nonostante indossasse il casco di protezione, ha subito un terribile trauma cranico e la frattura dello omero, tanto da giungere cadavere in ospedale.

POZZALLO, I CARABINIERI SEQUESTRANO UN’AREA DI 300 METRI QUADRATI

Nella tarda serata di lunedì i Carabinieri della Compagnia di Modica hanno sequestrato un’area di circa 300 metri quadrati in contrada Scaro, nel territorio di Pozzallo, nella quale erano ammassati rifiuti speciali e non. Ad intervenire sono stati i militari della Motovedetta “Di Bonaventura” di stanza a Pozzallo. L’area sequestrata è stata messa in sicurezza dai Carabinieri mediante prescrizioni ed affidata in custodia giudiziaria, per i provvedimenti di bonifica, alle varie autorità comunali e provinciali competenti. I militari dell’Arma hanno deferito in stato di libertà due coniugi pozzallesi ritenuti proprietari di gran parte dei rifiuti abbandonati illecitamente. Sono in corso ulteriori accertamenti.

Cassazione, sentenza sul caso Ruta I BLOG NON SONO STAMPA CLANDESTINA

I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa del 1948, in particolare non hanno l’obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non ricevano finanziamenti pubblici. Lo ha stabilito la terza sezione della Corte di Cassazione (presidente Saverio Felice Mannino) con la sentenza storica che ha assolto con formula piena (il fatto non sussiste) Carlo Ruta, che era stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina. “E’ la fine di un incubo iniziato sette anni fa” ha commentato Ruta. La sua vicenda nasce infatti da una contrapposizione con l’allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera. Ruta aveva criticato il modo come Fera, 40 anni fa, condusse le indagini su due omicidi compiuti a Ragusa: l’assassinio dell’ingegnere Angelo Tumino, recentemente archiviato, e l’assassinio del giornalista Giovanni Spampinato. Fera aveva querelato Ruta, chiesto e ottenuto l’oscuramento del blog in cui scriveva. Poichè il blog veniva periodicamente aggiornato, era la tesi accusatoria, il blog rappresentava un giornale soggetto alla legge sulla stampa. Tesi che fu accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica e il 2 maggio 2011 dalla Corte d’Appello di Catania, che avevano condannato Ruta a 150 euro di multa. La condanna di Ruta aveva suscitato protesta nel mondo dei blogger, che ora possono tirare un respiro di sollievo. “Questa sentenza è importante – ha commentato il difensore di Ruta, Giuseppe Arnone – perchè fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato. Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. È vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale”.

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