24-04-2024
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LA GIUNTA MUNICIPALE DI RAGUSA CHIEDE ALLA REGIONE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI CALAMITA’ NATURALE

maltempo-180614La Giunta con propria delibera ha approvata venerdì di chiedere il riconoscimento dello calamità naturale per il territorio del Comune di Ragusa a seguito degli eventi calamitosi dovuto a forti piogge torrenziali  e forti raffiche di venti dei giorni 22 e 23 gennaio scorsi. Il provvedimento è volto a chiedere  e sollecitare le autorità competenti ad esperire tutte procedure necessarie a concedere i benefici di cui al D.Lgs. 102/2004 per le attività produttive che hanno subito danni. Le piogge abbattutesi nel territorio comunale, viene evidenziato, hanno causato criticità non indifferenti  con allagamenti nelle arterie all’interno dell’area urbana, in alcune abitazioni ed edifici adibiti ad attività produttive. Notevoli danni  sono stati inoltre riscontrati sia nelle zone costiere che lungo al SS. 194 ai confini con il territorio di Modica e Rosolini ed in particolare negli alvei dei torrenti Petraro e Mistretta, San Leonardo  e dello stesso fiume Irminio risultati carichi di detriti. A seguito di ciò, si evidenzia,  sono stati messi in atto numerosi interventi con l’apporto dei Vigili del Fuoco e dei volontari della Protezione Civile. Molte strade inoltre sono state chiuse al traffico ai fini della tutela della pubblica incolumità in quanto si sono registrati numerosi smottamenti e frane che hanno reso le arterie stesse pericolose ed impercorribili.

NUOVO CDA SOCIETÀ AEROPORTO COMISO

FOTO GIORGIO CAPPELLOL’assemblea dei soci Soaco Spa ha indicato i seguenti componenti per il nuovo consiglio d’amministrazione della società: Salvatore Bocchetti (presidente); Giorgio Cappello (amministratore delegato); Michela Stancheris (consigliere); Silvana Tuvè (consigliere); Sandro Gambuzza (consigliere).

FEDERICO PICCITTO E I NUOVI MOSTRI

marabitaIl nostro consiglio comunale è finito a “Striscia la notizia” nella rubrica I nuovi mostri con la consigliera Maria Rosa Marabita che giorni addietro è intervenuta in aula – riuscendo a stento ad articolare qualche frase – sostenendo  che forse Grillo, forse un deputato, sicuramente qualcuno che voleva intimidirla ed influenzarla, l’avesse chiamata al telefono per spingerla a cambiare atteggiamento nei confronti dell’amministrazione Piccitto che lei, sappiamo, critica fortemente ritenendo il sindaco e la sua giunta  traditori dei principi del Movimento. Striscia la notizia, il programma di Antonio Ricci, un genio della televisione e collaboratore di Beppe Grillo in grandi performances (Te la do io l’America, Te lo do io il Brasile) – due letture del mondo che hanno senz’altro contribuito come esperienze conoscitive a formare una nuova coscienza  morale dell’ex comico poi sfociata nell’impegno politico – ebbene Striscia la notizia insieme a tutte le trasmissioni della Maria De Filippi permangono attualmente i mezzi principali della destrutturazione di pensiero degli italiani utile a cancellare o depotenziare la coscienza collettiva, e così oggi questo tipo di trasmissione sbattendo una poveraccia come la Marabita sugli schermi nazionali è riuscita a demolire la buona immagine dei cinquestelle sottolineando le pietose caratteristiche di un singolo aderente e uccidendo con la derisione l’offerta di cambiamento proposta dal movimento. La Marabita è finita a Striscia per colpa dello stesso Movimento 5 stelle di Ragusa che su facebook l’aveva canzonata costruendo un video che ha suscitato a catena l’interesse della stampa. Un  cortocircuito che ha mandato per aria tutto il movimento senza distinguo tra ortodossi e dissidenti aumentando il sentimento di delusione che circola, soprattutto a Ragusa, nei confronti del governo così come acclarato dal sondaggio che ha schiaffato il nostro Federico Piccitto nelle parti infime della classifica, e che suggerisce qualche riflessione. Innanzitutto il legame  tra movimento cinquestelle e cultura di massa che si esprime e a volte si esaurisce nei modi comunicativi che dominano i social – irruenza, semplificazione, violenza verbale, superficialità ovvero ogni istinto e reazione sostitutivi del rigore profondo della logica (ritroviamo quindi i toni privilegiati ed eccitati dalla televisione di cui parlavamo sopra ) – legame che ostacola l’elaborazione di un modello culturale politico dai contorni netti. Ed infatti, tornando a casa nostra, una  Marabita, popolana che per giusto furore populista diventa rappresentante del popolo dimenticato, viene poi derisa per la sua grettezza linguistica e sbeffeggiata  con ardimento e godimento (purtroppo sì dal sapore fascistoide) senza porsi la domanda sul ruolo e la funzione dei poveri, degli ultimi, degli esclusi nell’ipotetico percorso rivoluzionario. E’ solo un esempio del confuso rapporto tra masse e potere che per ora Grillo, uomo assai intelligente, non risolve ciondolando nel rispetto tra Putin e Trump. Ma qui a Ragusa queste inquietudini esistono, sono percepibili? Certamente sì, e sono la causa principale della sofferenze della città e dell’opposizione. Federico Piccitto inserito in un partito dalle idealità chiare sarebbe ineguagliabile amministratore di provincia – onesto, pragmatico, deciso, per niente attratto dall’ascesa sociale – e invece queste caratteristiche e qualità non fanno la differenza se la “narrazione” viene a mancare. E a Ragusa la narrazione c’è? Esiste solo quella virtuale, molto cliccata nei mi piace e a volte frutto di esaltazione che trae forza da quel che circola nel blog ufficiale e dalle apparizioni dei loro big. Materiale che non regge allo scontro con la realtà. E non è un caso che nella classifica sul gradimento dei sindaci italiani prevalga infatti la sola Appendino poiché a Torino il disfacimento della città industriale è compensato dalla organizzazione civica che restituisce speranza e vitalità che coniugate alla freschezza della prima cittadina e alla propaganda del movimento tengono in piedi il personaggio, ma qui, a Ragusa, qual è il modello sociale che ci viene proposto e su cui installare la baracca amministrativa? Quello industriale è sepolto, quello commerciale è collassato, quello imprenditoriale è agonizzante, quello turistico non vale un tubo altrimenti la Grecia e le Hawaii sarebbero solide come la Germania.  E la giustizia sociale, e il welfare, e il passo europeo che dovrebbe distinguerci nonostante la collocazione mediterranea ci sono? Ogni proposta e progetto innovativo sono impraticabili, insostenibili, vuoi per la  legge che non lo consente, vuoi per i mancati trasferimenti di danaro da parte dello Stato, e tutto è sempre rinviato a un domani di felicità quando prima Cancelleri e poi Di Maio saliranno al potere. Speriamo accada così rimarremo soddisfatti e pieni come quando ci si sveglia dopo un bel sogno. Nel frattempo nella notte insonne e ricca di angosce la fregatura si fa sentire e Piccitto precipita. Come ci si muove attendendo la rivoluzione? Insomma è un dramma per mancato Movimento. Dire stop totale al cemento, espropriare beni architettonici vuoti, dare in affitto a prezzi politici case e negozi, distribuire la terra a chi non ha più nulla…  ci vuole la follia di una solida idealità però pendente a sinistra. I ragazzi cinquestelle che fanno la lotta su facebook e sghignazzano per Striscia la notizia, considerandola satira, e ammirano gli Amici di Maria purtroppo non sono inclini a questa cultura. Il Movimento assolutamente neogotico e draculiano per scenari apocalittici, fede negli spiriti – la tecnologia – terrore per i partiti che come mostri si nutrono del sangue dei cittadini, è giunto il momento che si abbandoni a una scelta di campo ideale per ritrovarsi vivo e concreto dopo il buio dei tempi. Al consiglio comunale di Ragusa questi cinquestelle si muovono ancora come dei pupazzi senz’anima; ci si illude a tratti della loro corporeità e allora ti avvicini, parli e speri nella loro presunta energia e invece ti si afflosciano davanti oppure per forza demoniaca con una mossa ti atterrano e ti offendono. Sembra di stare in un film di Dario Argento con protagonisti Tringali e la Zaara Federico che ti spuntano dalle pareti con voce agghiacciante e cerchi l’uscita e non sai dove trovare riparo! Ciononostante Federico Piccitto colma i vuoti. Così come l’intero movimento si dona a Beppe Il Piccolo padre che scalda il cuore (adorano la Russia!), anche a Ragusa il dubbio viene rintuzzato dall’obbedienza e venerano il sindaco e linciano la Marabita triturandola nella macchina che azzera problemi e perplessità e che spiana le contestazioni risolvendosi nella piattezza che impedisce profondità. E allora l’opposizione che chances ha in questo scenario? Pochissime: il mondo virtuale è prevalente e i cinquestelle su questo terreno vincono, gliel’ha insegnato Grillo, lo ha sperimentato con successo Ricci. A questo punto serve una differenza che emani un contenuto valido e duraturo e deve spuntare con violenza e sostanza e questo sentimento progettuale deve esporre la verità nella sua complessità. Ha fatto benissimo Maurizio Tumino, che rappresenta la conservazione ancora fedele alla classificazione per censo, a sputtanare il partito democratico che ha come riferimento Nello Dipasquale e che tramite Chiavola e D’asta ha provato il  colpo ad effetto della sfiducia, senza possibilità, senza numeri, senza condivisione con gli organismi di partito… solo propaganda, ancora propaganda. Ma Tumino – intelligente, garbato, preparato – non possiede la giusta idealità, quella che pende lato cuore. Chiediamoci ossessivamente dov’è la sinistra ragusana quella interna al Pd e quella dei “cani sciolti”. Recuperarla sarà arduo e ancor più difficile sarà trovare sintesi in una persona candidabile o in un progetto che inglobi i temi e la rabbia dei cinquestelle. Insomma Piccitto che se la ride per i nuovi e per i vecchi mostri dovrebbe uscire dall’incantesimo del buon fanciullo – non ci crede più nessuno – non farsi travolgere dal delirio di onnipotenza che è insito alla legge che lo ha eletto e trovare strade di crescita e di libertà, confrontandosi nei programmi e intessendo relazioni politiche anche se i partiti non ci sono più, anche se il presente è pasticciato. Resistere alla realtà fa male e trastullarsi per la gogna alla Marabita è meschino. Uscire dall’ambiguità e insistere sulla politica premia: non è un caso che Pizzarotti piaccia ancora.

BOCCIATA INIZIATIVA PRO PARCHEGGI A MARINA DI RAGUSA

Il consigliere comunale Angelo LaportaIl gruppo consiliare Insieme accusa l’amministrazione Piccitto di incapacità nell’azione amministrativa dopo che “ieri in consiglio comunale è stato bocciato uno ordine del giorno presentato dai componenti del gruppo Insieme relativamente alla individuazione di parcheggi dedicati a Marina di Ragusa per i residenti in maniera stabile e per chi detiene la casa di villeggiatura nel periodo estivo”. “La maggioranza cinque stelle – prosegue il gruppo Insieme – ancora una volta non ha voluto sentire le buone ragioni ed ha preferito mortificare i bisogni della comunità marinara per non volere dare ascolto all’indirizzo proveniente dal consigliere Angelo Laporta e dai suoi colleghi di gruppo”.

L’ARRESTO DI SASA’ CINTOLO E L’INTIMA DISPERAZIONE DI RAGUSA

nello e sasàNon si aspettava l’arresto di Sasà Cintolo anche se tutti i nostri concittadini che contano sapessero, per le assidue frequentazioni palermitane, che l’ex presidente del Coni era nei guai sino al collo. Si credeva che tutto finisse lì – nell’allontanamento dal mondo dello sport – senza  conseguenze eclatanti, senza punizioni plateali. Lo stesso Cintolo si era forse convinto che la vicenda rimanesse confinata nei limiti di un violento contrasto interno al Coni, ed è per questo che quando il caso esplose decise con scaltrezza di sottolineare, durante una conferenza stampa, i suoi rapporti intensi e sinceri con il sottosegretario di Stato Davide Faraone del partito democratico. Non era un messaggio allusivo, era solo il certificato di appartenenza a una cerchia inviolabile per consolidata struttura. Per decenni Cintolo è stato coprotagonista della politica comunale e poi massimo dirigente del mondo dello sport ibleo, divenendo persino nel 1998 il candidato progressista che doveva strappare l’ente Provincia al presidente Giovanni Mauro di Forza Italia, in un percorso che va dai primi anni 80 con il pentapartito e poi sfocia nella braccia di Nello Dipasquale nelle due versioni dapprima berlusconiana e poi renziana. E’ un  sistema di potere che quando ha tracimato nella corruzione e nell’avidità  è stato colpito ovunque – mafia capitale che non si esaurisce e non si supera è l’esempio migliore per comprendere la radicalizzazione tentacolare del fenomeno – ma qui a Ragusa aveva invece conservato, nonostante l’atmosfera di naturale rigetto di massa, una buona forma che si era però  dovuta adattare alla cattività dei tempi rincantucciandosi con sdegno nei propri compartimenti – lo sport, la cultura… –  sperando che l’onda grillina si esaurisse. La questione che poniamo oggi è semplice: l’arresto di Cintolo – che coinvolge è chiaro solo le responsabilità dei singoli soggetti coinvolti anche se gli inquirenti dovranno verificare tutti i rapporti ed i legami intercorsi tra l’indagato e le pubbliche amministrazioni, in testa Comune e Provincia, ed infatti c’è stato un blitz a Palazzo di viale del Fante e sono stati sequestrati documenti e computer – l’arresto, dicevamo, incide nella battaglia politica intrapresa con vigore dalle opposizioni contro il governo Piccitto? Non parliamo solo della credibilità andata in frantumi del partito democratico che fa riferimento a Nello Dipasquale che in modo assai poco onorevole non ha avuto il coraggio di spendere una parola o di solidarietà o di fiduciosa attesa (come si dice in queste triste occasioni)  o di precipitoso distinguo su quanto accaduto al suo amico di tante avventure (ricordiamo Cintolo a capo della lista “Dipasquale sindaco” e poi esponente di punta di Territorio e poi frequentatore convinto del Pd  di governo) ma di una intera città politicizzata che delusa e afflitta dai limiti dell’esperienza cinquestelle tenta di trovare nuove alternative per governare Ragusa. Ha lasciato di stucco il silenzio di maggioranza e opposizione durante l’ultima seduta del consiglio comunale quando già era avvenuto l’arresto. I grillini che dovevano sfoggiare il meglio delle loro invettive e del loro giacobinismo contro la partitocrazia spazzata e tutto il resto della loro consolidata e vincente propaganda sono rimasti zitti, e l’opposizione che doveva immediatamente e strumentalmente chiedere conto all’amministrazione delle relazioni con la scuola dello sport dalle origini ai nostri giorni anch’essa ha scelto il silenzio. Mario Chiavola del Pd è intervenuto, con passione, riguardo “l’oscenità” dello spettacolo offerto il 31 dicembre in piazza San Giovanni  colpito dai culi e dalle tette di due show girl, e una cinquestelle, tale Franca Antoci di cui si sconosce la voce, ha implorato a gesti che si chiudesse una porta da dove entrava il freddo. Questo silenzio globale non è prudenza e rispetto per il lavoro degli  inquirenti è solo imbarazzo ed evitamento: la Ragusa che ci rincuora, che ci ha visto diventare uomini e donne maturi e consapevoli , che ci ha offerto tranquillità e benessere è la città di provincia sacralizzata e inviolabile dove, per sintesi estrema, Cintolo era il padrone indiscusso di un settore della realtà civica, lo sport in questo caso. Non è stata ancora formulata (e sono passati già 25 anni dalla legge sull’elezione dei sindaci) una ipotesi amministrativa che scardinasse quel sistema che in qualche modo era comunque riuscito a dare dignità e struttura ad una piccola città come la nostra. Ed è proprio questo atteggiamento di sudditanza genetica nei confronti del sistema che ci ha generato, l’origine del grillismo in salsa iblea che ci offre Piccitto. Non è solo l’assenza di idealità, la fluttuazione continua tra principi diversi, l’ignoranza profonda che attraversa il movimento cinquestelle a consegnarci la debolezza del governo grillino – carenze che costituiscono solo una cornice irritante e folcloristica per rozzezza  e incapacità relazionale – quanto piuttosto le fondamenta culturali in cui sono cresciuti il sindaco e gli altri giovani ragazzi del gruppo che oltre ad un’improvvisata e sana ribellione viscerale e di partenza non sono riusciti a infondere nei ragusani la necessità  di uscire dagli schemi e dalle certezze imposte; ed infatti il tema principale della questione Ragusa che è lo smembramento della comunità ossia l’urbanistica non è stato affrontato con il coraggio rivoluzionario che si imponeva. Si dirà: cosa c’entra il sacco di Ragusa con l’arresto di Cintolo? Non ci sono, è vero, collegamenti visibili, ma c’è comunque una verità – può apparire forse forzata-  che è anch’essa però fonte profonda della intima corruzione della nostra città. La scuola dello Sport fa parte della nuova e orribile Ragusa della folle espansione edilizia, dove non esiste più il controllo comune, e dove ognuno è padrone indiscusso dello spazio senza storia strappato alla campagna, ottenuto succhiando danaro dalle mammelle della regione a cui sono perennemente attaccati i costruttori, luoghi di invasione, dove tutto è consentito, dove non c’è regola morale. Servirebbe riflettere per bene su questa propaggine tumorale della città. L’arresto di Cintolo dà una mano ai grillini: la gente penserà che per quanto arroganti almeno non fanno parte di vecchie combriccole. Domanda finale. Esiste ancora la possibilità che una sinistra vera non dominata dal trasformismo, dalla sete di potere, dal credo neoliberista che ha conquistato gran parte del Pd, riesca a diventare, al di là della corsa elettorale, un riferimento per il riscatto e la crescita di Ragusa? Il vecchio a Ragusa non passerà più e la sfida sarà senz’altro di contenuto politico come avvenuto nell’elezione di Piccitto. L’opposizione forse lo deve ancora capire. Concludiamo con l’immagine di Peppe Calabrese che fischia davanti al Comune e grida dentro al megafono “cinquestelle a casa!”. Erano 28. C’erano i fedelissimi di Dipasquale. Ne mancava solo uno, impossibilitato causa forza maggiore.

M5S SULLA RETE OSPEDALIERA IBLEA: IL PIANO DISTRUGGE LA SANITA’ RAGUSANA “

lorefice 5 STELLE
«La rete ospedaliera ragusana non solo non funziona, la stanno ulteriormente smantellando. Lo sanno bene i cittadini, i pazienti, i medici e tutto il personale sanitario. Evidentemente -afferma Marialucia Lorefice, deputata M5S –  a non saperlo sono soltanto l’Assessore alla Sanità regionale, Gucciardi, e il Manager dell’Asp 7, Aricò, il cui compito esclusivo dovrebbe essere quello di fare gli interessi della comunità. Ormai le carte sono scoperte ed è chiaro a tutti che a Ragusa la sanità non deve funzionare. Ancora di più alla luce del fatto che Modica e Scicli diventeranno un solo presidio, di base. Ora – continua la Lorefice – non continuino a raccontarci frottole, non ci dicano che li potenzieranno perché non si è mai visto un ospedale declassato e poi super accessoriato. Forse alla direzione strategica dell’ASP 7, che non ha brillato per interesse verso la provincia di Ragusa, e lo ha ampiamente dimostrato, non interessa neppure, ad esempio, quanti problemi potranno esserci per il trasferimento dei pazienti in ambulanza. Neanche il fatto che il ricorso al Tar del Comune di Ragusa sia stato accolto ha minimamente scosso il Governo regionale e l’assessorato di riferimento, tantomeno lo stesso Manager dell’Asp 7. Questa nuova rete ospedaliera dovrà passare dalla Commissione Sanità regionale. I nostri parlamentari saranno pronti a portare avanti le istanze del territorio. A chiunque abbia intenzione di depauperare ancora di più le eccellenze della sanità iblea -conclude la deputata del M5S diciamo che noi non lo permetteremo e faremo il possibile affinché questo non avvenga».

 

RAGUSA, DURO ATTACCO DI PARTECIPIAMO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO TRINGALI

download-2“Alla vigilia della prossima seduta del civico consesso di Ragusa, memori di quanto accaduto, invece, nell’ultimo, non possiamo esimerci dal commentare negativamente il comportamento del presidente del Consiglio, Antonio Tringali, stigmatizzandolo per la sua parzialità”. Lo scrivono i consiglieri Iacono e Castro che spiegano la loro “sfiducia” al presidente del massimo consesso cittadino. “Tringali ha consentito che il Consiglio Comunale venisse esautorato del suo ruolo e della sua funzione. Un presidente del consiglio comunale degno di questo nome non avrebbe mai consentito l’approdo in aula di variazioni di bilancio in questa forma e modalità e per una movimentazione di 20 milioni di euro con carattere di ‘urgenza’; lo abbiamo visto seduto accanto all’amministrazione nella conferenza stampa con gli organi di informazione nella quale sono stati sferrati duri attacchi ad una parte specifica dell’opposizione in Consiglio comunale e mai una volta, lo stesso,  ha voluto sottolineare un’eventuale distanza da quelle posizioni. Ha scientemente ignorato la diffida firmata da tutti i capigruppo, tranne il ‘suo’ capogruppo, a non convocare il Consiglio Comunale su una impropria iniziativa consiliare di fine anno e il tutto  solo per affermare un atto di arroganza della maggioranza su un argomento di grande importanza per la città e per sconfessare una decisione di ‘non ratifica’ adottata dal Consiglio Comunale pochi giorni prima. Tringali  non è stato in grado di garantire che i Consiglieri comunali avessero tutti gli atti necessari ed analitici per avere chiarezza e contezza delle manovre finanziarie. Operazioni tutte tese a mortificare il ruolo dei Consiglieri Comunali e del Consiglio, senza alcuna trasparenza su aumenti di costi per servizio dei rifiuti e per conseguente aumento delle tasse, bypassando ancora una volta il Consiglio Comunale, senza alcuna trasparenza ed ancora meno ‘urgenza’ sui contributi erogati a go go a fine anno. Alla luce di questa serie di fatti è evidente che l’unico giudizio possibile su questo presidente del Consiglio è che Tringali è assolutamente inadeguato al delicato ruolo che ricopre. Come abbiamo avuto modo di dirgli in conferenza capigruppo riteniamo che il tempo per lui di decidere se usare il ‘fischietto’ o prendere la ‘palla’ sia già esaurito perché ha già scelto, nei fatti, di ‘giocare’ contro una parte!” – conclude Partecipiamo.

RAGUSA, MANUELA NICITA CHIEDE SCUSA PER IL GESTACCIO MA PROVA A GIUSTIFICARSI

nicita-manuelaIl gesto dell’ombrello compiuto dalla consigliera ex cinquestelle ora alleata di Sonia Migliore, Emanuela Nicita, costringe la protagonista a spiegarsi. Quueste le parole della Nicita: “Chi non è stato presente alla seduta Consiliare dell’altra notte nella quale, lo ricordo, è dovuta intervenire la polizia non solo per placare gli animi, ma anche per raccogliere la denuncia dei consiglieri di opposizione ai quali l’Amministrazione Piccitto ha negato il diritto di conoscere gli atti su 20milioni di variazioni di bilancio “urgenti”, non può comprendere quanto l’ambiente fosse carico di frizioni e non può sapere a quante e quali provocazioni e angherie abbiamo dovuto subire. Dico questo, non per cercare giustificazioni al mio gesto, quello dell’ombrello, decontestualizzato e fatto diventare virale così, senza che se ne capissero le ragioni né gli umori di un’intera aula, ma cerco solo di far comprendere ai cittadini l’esasperazione cui ogni giorno l’Amministrazione Piccitto spinge i membri dell’opposizione, con atteggiamenti arroganti e facendosi beffe di ogni forma di rispetto e della democrazia. Un gioco, il loro, nel quale sono caduta scioccamente, reagendo in modo davvero indecoroso per un Consigliere comunale in una sede istituzionale, nel bel mezzo di uno scontro politico di grande importanza. Per questo chiedo scusa a tutti i cittadini ragusani per l’offesa che ho arrecato loro con il mio comportamento, sicuramente il più “colorito” tra tutte le urla, malignità, sbeffeggiamenti che si sono sono visti in quell’aula nella notte tra il 30 e il 31 dicembre. Atteggiamenti in alcuni casi assai più gravi del mio “vaffa”, consentiti da un Presidente del Consiglio dalle maglie troppo larghe e che non può più avere la fiducia di nessuno. La seconda carica elettiva più importante della città dovrebbe sapere che il suo è un ruolo super partes e invece si trova a fare il Presidente di metà Consiglio. Non ha mai tentato di stemperare i toni, nell’ultima seduta, e anzi ha contribuito con le sua grida e con la pessima gestione dell’aula a inasprire gli animi. Tringali avrebbe dovuto sospendere la seduta molto prima, e invece è stato lui il vero regista di uno spettacolo indecente nel quale il mio contributo è stato quello di una semplice comparsa, magari un po’ una caricatura”.

Nota dei consiglieri di opposizione del Comune di Ragusa

img-20161231-wa0010Riceviamo e pubblichiamo: “I 5 stelle che in piazza fanno il ‘vaffa’ ed attaccano tutti, laddove governano fanno il contrario e nascondono le carte ai Consiglieri comunali. Stanotte è arrivata la Polizia a Palazzo di Città a Ragusa perchè i Consiglieri non hanno potuto fare altro che denunciare l’impossibilità a svolgere il proprio ruolo e la propria funzione di Consiglieri Comunali a causa della prepotenza e dell’uso spregiudicato del potere da parte dei 5 stelle.  L’amministrazione Piccitto e i 5 stelle hanno scritto stanotte la pagina più nera e vergognosa per la storia del Consiglio Comunale di Ragusa e per la città di Ragusa. I 5 stelle sono allergici alle regole, alla trasparenza, alla democrazia e non hanno voluto dare ai Consiglieri Comunali ciò che è dovuto. Gli atti contabili tesi a capire perchè hanno movimentato 20 milioni di euro con variazioni di bilancio con carattere di urgenza. E’ questo il resoconto di quanto consumatosi in queste settimane con l’epilogo, stanotte, della presenza anche della Polizia. Come Consiglieri Comunali siamo stati esautorati dalla possibilità di esercitare il nostro ruolo, non c’è stato consentito di svolgere il controllo sugli atti amministrativi. Non hanno nemmeno i numeri, un consiglio comunale spaccato in due, e continuano a fare gli arroganti e i prepotenti. I 5 stelle si sono assunti, con questa vergogna delle variazioni di bilancio con carattere di urgenza portati avanti dall’assessore Stefano Martorana, una competenza non propria approvando un atto che proprio qualche giorno prima era stato sonoramente bocciato in aula. Hanno approfittato dell’assenza di un esponente delle opposizioni per tentare di ‘riparare’ ad un atto arbitrario ed illegittimo, un atto non trasparente per continuare ad alimentare clientele e prebende.  E questi sono quelli che parlano di ‘bilancio partecipato’! Le opposizioni tutte, senza distinguo, senza diversità, hanno ancora una volta dimostrato, con impegno competente e presentando decine di pregiudiziali ben documentate, di essere coerenti con il mandato elettivo e che è possibile fare la Buona Politica. Abbiamo argomentato le ragioni del dissenso, abbiamo trovato l’assenza di argomentazioni ed il muro di gomma rispetto alla richiesta degli atti. Non siamo stati messi nelle condizioni di operare in serenità e nel rispetto delle norme. Impugneremo l’atto amministrativo e l’intera procedura per dimostrare, e su questo siamo confortati dai principali giuristi siciliani che il deliberato prima assunto dalla giunta municipale e poi dalla maggioranza consiliare è assolutamente sbagliato. Intriso di errori, imperfezioni e illegittimità. Occorre voltare pagina. Anche perché non siamo così sicuri che Piccitto per il futuro della città abbia la maggioranza politica necessaria per potere dare stabilità e governabilità alla città. Tutto ciò certifica la debolezza della linea politica di una giunta ormai arrivata al capolinea. Da domani inizia un altra storia”. Firmato I consiglieri di opposizione

COMUNE DI RAGUSA, LA PREPOTENZA GRILLINA COSTRINGE LE OPPOSIZIONI A CHIAMARE LA POLIZIA

 

img-20161231-wa0009L’ultima notte del maledetto 2016, roba da ricordare per noi ragusani. E’ arrivata la Polizia, quella che acciuffa i cattivi e mette ordine, ed ha raccolto la denuncia, disperata e sincera, delle opposizioni, tutte, senza distinguo, senza rivalità, senza le giuste differenze di idealità e provenienza, tutte unite in una sofferenza che doveva essere raccolta da un organismo terzo, imparziale e severo, per avere memoria e traccia del dramma che si stava consumando nella nostra casa Comune. Mai in questa città il filo del dialogo tra le parti politiche per quanto possa essere stato, nel corso della storia, sottile e fragile, era stato spezzato sotto i colpi della violenza del potere, e ora quei giovani che volevamo portatori di entusiasmo costituzionale, di freschezza comportamentale, e a cui Ragusa aveva donato il cuore, la fiducia, la passione, la speranza – i grillini –  hanno massacrato valori e tradizioni forzando la legge, offendendo l’intelligenza e la dignità del consiglio. Le variazioni di bilancio – che da un mese sono l’oggetto misterioso del governo Piccitto intestarditosi nel negare il diritto di conoscenza degli atti calpestando l’unico momento di reale controllo della spesa pubblica che il consiglio comunale esercita – hanno rivelato la pochezza di struttura dei cinquestelle e  la loro coltivata ignoranza che li porta inevitabilmente all’ossequio della giunta, del capo – il primo cittadino – come unica forma rappresentativa di esistenza avendo paura di ascoltare il dubbio che attraversa i loro animi. Lo sapevano, i consiglieri cinquestelle, che l’atto portato in consiglio non camminava ed infatti il 16 dicembre era stato bocciato grazie a qualche fortuita assenza e alla ribellione di una grillina dissidente, e sapevano che riproporlo era insensato ed illegittimo. Lo sapevano perché lo ammettevano nei colloqui privati con i giornalisti – in testa il presidente Antonio Tringali – lo sapevano perchè in queste settimane sono stati interrogati i migliori amministrativisti d’Italia, e ciononostante non hanno avuto la forza morale e politica di dire a Piccitto di fermarsi scegliendo invece corazza ed elmo, quello romano, muscolare, senza domande, senza parola. E’ stata una giornata terribile lì, dentro quell’aula. Ore ed ore di uno scontro struggente: da una parte l’opposizione che chiedeva e richiedeva di dare risposte articolate e piene a quel fiume inarrestabile di ragioni giuridiche in cui l’errore era palese, implorando di poter vedere i conti e gli impegni assunti in bilancio, e, dall’altra, il Palazzo, il sistema, quello dei dirigenti non più servi dello Stato ma braccio operativo dei capricci del comandante in capo, quello che li sceglie e a cui bisogna avere occhio di riguardo e rispetto vero, siculo, che non conosce tentennamenti. Non li hanno prodotti, ed era semplice e possibile, gli elaborati con i numeri; non volevano che qualcuno mettesse il naso in quel che pensiamo sia la naturale miseria della provincia siciliana: qualche manifestazione, qualche festino, la solita carezzina con contributo all’associazione amica, qualche rattoppo tardivo per mancata programmazione, denari risucchiati a comparti ben più seri, ipotizzabile quello dei lavori pubblici, nobili destinazioni che possono prendere altre strade più facili dove si raccoglie consenso. Venti milioni di euro: una cifra che merita attenzione. Ma l’opposizione ha avuto di fronte per nove ore la ripetitività vuota degli apparati che blindavano Piccitto ed è stata costretta a registrare e fissare quella prepotenza facendo bene a chiamare le forze dell’ordine. La Polizia ha raccolto le denunce dei consiglieri di opposizione che saranno trasmesse alla Procura. E’ giusto che si vada avanti, è giusto che il comportamento del segretario generale Dottore Vito Scalogna venga esaminato. E’  giusto stabilire i confini del lecito e del legittimo. Si deve sapere se c’è stato abuso di potere, omissioni di atti d’ufficio, negligenza. La via giudiziaria verrà intrapresa, l’opposizione non potrà più fermarsi, dovrà dare corpo a questa neonata dignità politica. L’arroganza dei grillini – forti di maggioranza e fascisti di sostanza – ha portato al miracolo: una opposizione generosa, e non per capacità spettacolare o eleganza retorica (a nessuno importa – con questa crisi che sta uccidendo la città che ogni giorno vede decine di disoccupati aggiungersi alla schiera dei cittadini perduti nell’incertezza- l’esercizio di stile) che ha sfondato il  muro di rigidità offerto dai cinquestelle penetrando  in uno spazio che supera la contingenza vividissima delle carte negate e che ci proietta in una dimensione di preoccupata riflessione sul mondo cinquestelle purtroppo assolutamente aderente negli usi e costumi a quel che volevamo spazzar via. La richiesta ossessiva degli atti è il tentativo strenuo di riportare il governo Piccitto ad una possibilità di ricostruzione democratica degli assetti che sostengono la città attraverso una condivisione basata sui principi comuni. Non basta a una città  senza speranza  – reggono solo gli statali e i professionisti –  l’ordinaria amministrazione e la stentata manutenzione. Dall’ultima provincia d’Italia infettata dalla speculazione edilizia, dal clientelismo, dall’illusione dell’effervescenza imprenditoriale, serviva una idea più complessa, articolata e visionaria del futuro. Siamo finiti con la tassazione comunale alle stelle, gli assessori che non lasciano il posto da consiglieri, i malumori inghiottiti per le promesse di candidature palermitane e romane, il vomito incessante di pensierini minimi su facebook, ed ora persino il bilancio comunale fatto in casa senza sguardi indiscreti.  Le variazioni di bilancio sono state votate come voleva Piccitto, a scatola chiusa, senza confronto, senza dialogo, senza sforzo morale e intellettivo, senza gusto, senza profondità,  senz’anima. Non si è avuto il piacere – dalle 16 del pomeriggio del 30 dicembre alle  6 del mattino del 31- di sentire la voce dei grillini. E chi non ha parola, non ha pensiero. Che fine ha fatto allora la dissidenza interna, quella che da un anno chiede la testa di Stefano Martorana? Sussurra tra i corridoi, non riesce a tenere il culo in aula, non si espone, non si spinge, mormora, si inzitellisce nel bisbiglio viperigno infruttuoso e antipolitico da comari in giacca e cravatta. Che brutta fine per Stevanato e Agosta che di nascosto brigano e a chiamata rispondono! E’ stata una grande vittoria per le opposizioni questa sconfitta. Si sono battuti come leoni – Iacono, Ialacqua, Migliore, Tumino, Massari e gli altri consiglieri di seconda fila, tutti eroici in questa giornata difficile. L’opposizione è sempre innocente e il potere è sempre arrogante. E’ una delle poche certezze del nostro vissuto democratico. Rafforzare quello stato di debolezza e denunciare la violenza del potere è un esercizio salubre. Lo hanno fatto con orgoglio e tenacia.  Riguardo gli uomini, Tringali dopo questa esperienza da novello tenentino di campo non riuscirà di certo a guardare dritto negli occhi il consiglio nella sua interezza: non rappresenta più tutti gli eletti e le parti della città, non va oltre il suo ombelico. E Piccitto? Che vittoria è la sua? Ha sempre ragione, nei fatti, nel ritenere i suoi un’accozzaglia di imbecilli, ma ormai sfrutta la cosa e ne trae giovamento. Ieri sera in una battuta con un giornalista che gli rimproverava di non aver voluto far crescere il movimento e e di non avere educato i consiglieri ha esclamato con il vigore del quarantenne pieno di sbrigativa energia: -“Provaci tu, se ci riesci! Provaci! ”-  Non c’è alcun turbamento di coscienza, ha preso atto del materiale umano a disposizione ed ha scelto di guardare avanti, oltre come dicono loro. Manterrà il suo posto nel cuore di Grillo. E’ in cima alla lista mentre gli altri amministratori del movimento vanno scacando. Si prospetta fulgida carriera. E a noi? Dal sogno al reparto Celere.

Amministrative a Santa Croce Camerina, sen. Mauro propone le primarie

giovanni-mauro“Il 2017, per il quale faccio i migliori auguri ad ogni cittadino della provincia, sarà un anno importante in particolare per la comunità di Santa Croce Camerina. Importanza su un piano politico, giacché si svolgeranno le amministrative e i cittadini santacrocesi saranno chiamati a scegliere con l’opportuna consapevolezza il nuovo sindaco. Come commissario provinciale di Forza Italia ho la convinzione che il sindaco Iurato e la compagine a targa PD che la sostiene sono i principali avversari della stessa città. Emerge la necessità di avviare un’opera di grande coesione di tutte le forze che in questi anni si sono opposti all’Amministrazione Iurato. Il metodo, a mio avviso, dovrà essere quello delle primarie per scegliere un candidato sindaco unitario che sappia rappresentare la sintesi di tutte le posizioni cittadine. Per questa ragione propongo che, entro il mese di febbraio, si possano celebrare le primarie. Alla base dovrà esserci una condivisione di programmi per presentare ai cittadini santacrocesi un progetto valido di governo, sviluppo economico e welfare. Mi auguro che questo mio appello possa essere colto celermente da chi, in questi anni, ha contrastato le politiche fallimentari del centrosinistra a Santa Croce Camerina ed ha a cuore le sorti delle città e non velleità personali”. Lo dichiara il commissario di Forza Italia per la provincia di Ragusa, sen. Giovanni Mauro.

FEDERICO PICCITTO COME LA RAGGI, URGE TAGLIANDO 

fedIn 48 ore due scoppole per l’amministrazione ragusana e il finimondo a Roma. Cosa accade ai grillini? Dice bene Roberto Saviano commentando l’arresto del fidatissimo della Raggi: siete facilmente infiltrabili e, al contempo, se qualcuno vi critica lo buttate fuori. Tradotto: come fate  così a selezionare classe dirigente e a crescere politicamente? Quadretto trasferibile anche da noi a Ragusa. Se la Raggi rischia di saltare per  aria per il caso Romeo – un funzionario dipendente del Comune di Roma assunto a tempo indeterminato che ricorre all’istituto dell’aspettativa per poi essere riassunto dal medesimo ente a tempo determinato con un contratto di dirigente  col conseguente vantaggio economico dello stipendio più che triplicato – non mettiamoci il prosciutto sugli occhi: Piccitto a Ragusa si è comportato allo stesso modo. Stiamo parlando del concorso per l’individuazione del dirigente per l’ufficio del gabinetto del sindaco. C’era un funzionario, il Dottore Toti Scifo già in organico nello stesso ufficio del sindaco, che partecipa al concorso e lo vince dopo aver superato brillantemente un colloquio (ricordiamoci la formuletta dell’incarico non solo per i titoli, ma per fiducia). Scifo quindi si mette in aspettativa e viene riassunto come dirigente passando da uno stipendio di 35 mila euro a 100 mila euro l’anno. Nessuna denuncia alla Procura, nessun interessamento alla Corte dei Conti, nessuna azione forte da parte dell’opposizione. Solo un “io lo sapevo, l’avevo detto che c’era già un vincitore”  consegnato alla stampa dal consigliere di Città che si esaurisce in infeconda vanità senza riuscire a dar seguito ad una vicenda che è invece di rilevanza profonda e non solo per i peccati amministrativi. Serve quindi che i fatti siano distesi per bene per poi osservare lo stato del nostro governo locale. Piccitto entra a Palazzo, primo anno di entusiasmo, prime difficoltà, apparati assolutamente di traverso che rifiutano collaborazione e temono il cambiamento, maggioranza di infimo livello che scalpita su più fronti – chi vuole visibilità, chi sogna l’assessorato, chi si crede unto del signore, e infine chi vorrebbe maggiore confronto e sogna la nuova democrazia. I malumori che sono frutto di inconsistenza politica trovano un bersaglio perfetto nell’assessore Stefano Martorana e poi, sempre per colpa della leggerezza e dell’approssimazione, scoppia il caso della Campo costretta a dimettersi, e, dopo lungo travaglio, persino Iacono con un colpo di teatro lascia la maggioranza.  Piccitto ha due strade in quel caos anarcoide: ricominciare daccapo e svolgere il ruolo dell’apostolo diffondendo il verbo grillino e nutrendo la coscienza morale politica di quello che allora chiamammo il “truppone” oppure chiudersi nello splendido fortino governando e fidandosi dei pari del regno. Sappiamo tutti com’è finita: Piccitto, Martorana, da qualche mese Iannucci, e quel ragazzo che scatta foto e elabora post – Allocca -… e così siamo arrivati al quarto e penultimo anno di grillismo in attesa che scocchi l’ora della rivoluzione. Amen. Piccitto però non è uno scemo e gli apparati devono essere fluidi. Il primo clamoroso annuncio  “dimezzati stipendi e numero di dirigenti”, viene infilato nel cesso e inizia il nuovo vecchio corso e i dirigenti d’incanto si riprendono le antiche e conosciute sembianze di volenterosi sostenitori dell’esecutivo. La macchina ora funziona, e Piccitto – pur avendo perduto quel flusso spontaneo e speranzoso di consenso – marcia dritto incurante non tanto dei cittadini, che non lo turbano, quanto della sua maggioranza da lui elegantemente definita una massa di imbecilli. L’assunzione di Toti Scifo, che fra l’altro rafforza la sensazione di massima indipendenza e autonomia ottenendo uno staff motivato e compatto, conclama l’allontanamento di Piccitto dalle tesi di rivisitazione totale del Palazzo perché si sceglie non solo di far contento un proprio dipendente che l’anno prossimo andrà in pensione ma di sfruttare i vecchi metodi, le antiche scaltrezze della casa. Dato che la legge vieta di assumere come dirigente un dipendente interno, cosa si era pensato un tempo per risolvere il problema? Ci voleva la genialata di una mente finissima, quella del Dottore Enzo Adamo che tutti a Ragusa conosciamo per garbo, preparazione, arguzia, che fu consulente del sindaco Mimmo Arezzo. Si allestiscono concorsi aperti e, grazie alla fiducia, i sindaci scelgono funzionari interni: accadde allora per Toti Scifo, e anche per il dottore Nuccio Mirabelli ora in pensione. Torniamo ai giorni nostri. Piccitto che è uomo che crede assai alla forma chiede agli apparati se l’operazione è fattibile e gli apparati gli portano il precedente e si svolge il concorso e tutto procede secondo copione con la certezza che nemmeno l’opposizione osi fare “na mala parti” al  simpaticissimo dottore Scifo. Nessun ostacolo di fronte a Piccitto tranne la storia. Sfortuna volle che gli occhi del paese siano puntati su Roma ed ogni mossa della Raggi finisce sotto la lente attentissima o vendicativa, seconda come si guardi la faccenda. Comunque se qualcuno a Ragusa solleverà la questione si scoprirà che non c’è differenza alcuna tra il comportamento di Piccitto e quello della Raggi. Perché serve che qualcuno a voce alta e chiara si accorga di questa straordinaria affinità tra i due sindaci? E qui andiamo alla natura del rinnovamento che si auspicava eleggendo i giovani cinquestelle. Una amministrazione che si muove sul solco di una burocrazia geneticamente incompatibile con l’aria fresca di una nuova giustizia che combatte la diseguaglianza non può più coltivare la forza e il desiderio di lottare per il cambiamento sociale e politico. E infatti Piccitto amministra bene strade, panchine, fiori, teatrini, qualche condotta idrica, il resto è in mano alla fidatissima macchina di Palazzo. Si sostengono vicendevolmente dirigenti e governanti e tutto scorre liscio nel loro paese post reale. E così non solo interpretano la legge, ma intuiscono e quasi fiutano i desideri degli assessori e del sindaco e così, ispirati da unico afflato, abbiamo il dirigente ragioniere capo che puntella l’urgenza delle variazioni di bilancio- sol perché Stefano Martorana non vuole confrontarsi con i consiglieri – (scoppola in aula: variazioni di bilancio tutte bocciate, presunzione e prepotenza punite); e poi il dirigente Lumiera che non riesce a definire  per bene una delibera che presta il segretario comunale alla provincia una volta al mese dove noi però dovevamo pagare lo stipendio (scoppola l’altra sera in aula – delibera bocciata); e poi il dirigente ai lavori pubblici Scarpulla che felice del regime di castità che non ammette alcuna ombra, prende il suo unico figliolo, un giovinetto, e lo piazza per una esperienza lavorativa – sapete dove?- dal signor La Ferla titolare della ditta che gestisce cimiteri, acqua, bagni pubblici; e poi, dulcis in fundo, il servizio taxi h 24 del dottore Toti Scifo che giovedì sera quando i grillini  erano sotto di numero è andato a prendere a casa la consigliera Gianna Sigona e poi l’ha riaccompagnata a casa. Si dirà: forse anche da funzionario con 35 mila euro l’anno avrebbe avuto l’immenso piacere di portare a Palazzo la Sigona così come serviva al sindaco e a Martorana per votare le variazioni, ma crediamo che con 100 mila euro l’anno lo si faccia con maggiore entusiasmo. E’ chiaro che non avendo, né sindaco né Martorana, volontà di dialogo, i rapporti si inaspriscono, l’opposizione si fa tale, e lo scontro ora è serio. Urge tagliando per la Raggi, per Piccitto, per i cinquestelle. L’altezzosa solitudine o il prendere le distanze dalle porcherie – sempre e solo degli altri – non è più bastevole. Erano loro i giacobini sospettosi ed ora il mondo si ribalta! Che roba! Se non foste quei bravi ragazzi verrebbe sulla labbra quel verso della Gaia Scienza: “Dal punto di vista morale sospetteremmo l’indecenza”. Urge tagliando.

FEDERICO PICCITTO E L’ONDA DEL DISGUSTO

grillo-e-piccittoChi non si sente un po’ grillino in queste ore dopo la nascita del governo della vergogna consapevole guidato da Gentiloni? Stavolta Di Battista – di norma stucchevole e recitativo – è stato grande davvero quando, intervistato dalla 7, gliene ha dette di tutti i colori  al nuovo esecutivo che stava giurando al Quirinale, e  gli italiani – almeno quelli del 60 per cento, quelli che abbiamo detto No alla riforma della Costituzione – ce la siamo goduta con soddisfazione questa opposizione scatenata che ingiuria e dissacra il potere. Com’è bella  l’opposizione, com’è sana, com’è corroborante…!  Se la democrazia è sistema gradito deve piacere per forza una opposizione come si deve, cazzuta e sacrilega. Peccato che nelle stesse ore che la Taverna prendeva a parolacce Donna Maria Elena Boschi, qui a Ragusa il  nostro sindaco Federico Piccitto convocava la stampa per descrivere il suo dolore e il suo disgusto per l’opposizione che  si ritrova a Palazzo.  “Mai nella storia di Ragusa si è vista  tanta offesa, e registrato tanto livore e tanto odio, sono disgustato!“ – ha esclamato il giovanotto primo cittadino ripetendo senza saperlo un leit motiv caro all’ex sindaco, ora onorevole, che era uso, quando l’opposizione si faceva incalzante, girare la frittata e  atteggiarsi a vittima. La storia si ripete: stavolta tocca a Piccitto con al fianco il suo Lotti ibleo – Martorana Stefano –presentarsi col volto  imbronciato, stupito e amareggiato per l’orrore della scoperta della politica cattiva e convincere la comunità che non c’è traccia di inganno nell’agire dell’amministrazione, né di  verità nelle accuse dell’opposizione. E’ proprio vero, governare sporca – mente e cuore – ed è proprio per ricordare al popolo quanto il  potere abbia intrinseche potenzialità tossiche che serve come il pane un’opposizione tosta. A Ragusa l’opposizione purtroppo non ha nulla di crudele. Maurizio Tumino è concentrato a raccogliere consensi nel ceto medio di riferimento, e il Pd è sfinito dagli esercizi di genuflessione a Nello Dipasquale, mentre gli altri – Migliore, Iacono, Massari, Ialacqua –  si arrabattano con sforzo senza riuscire il più delle volte a sfondare le porte di facebook per lanciarsi nella piazza reale. E’ difficile il lavoro dell’opposizione qui a Ragusa: inchiodare e sputtanare – a volte servirebbe –  i cinquestelle è quasi impossibile: loro sono come i vietcong, sfuggono alla vista, non rispondono mai e se esplode qualche magagna fanno quadrato, si tappano occhi, orecchie e bocca e tirano innanzi  (vedi la vicenda innocente della casetta in campagna di Tringali che poteva essere rintuzzata con fierezza e precisione di carte e che invece i grillini hanno preferito ignorare). Ed allora cosa c’è dietro questa faccenda di Piccitto che chiede alla città solidarietà e comprensione denunciando la malvagità e le bugie dell’opposizione? E’ semplice, si profila un combinato disposto: qualche defezione e mal di pancia nella maggioranza in unione con l’opposizione costretta a comportarsi come tale che insieme danno una potenziale bocciatura, anche parziale, delle variazioni di bilancio. E’ argomento del giorno sui giornali e noi di Tele Nova avevamo qualche settimana addietro anticipato quel che sta avvenendo. Sintesi massima: il bilancio è prerogativa del consiglio comunale; è l’unica materia in cui il consiglio è protagonista assoluto sia nelle previsioni sia nelle variazioni che la legge impone vengano approvate ogni anno entro il 30 novembre. E’ accaduto, però, che la coppia Piccitto – Martorana che ormai veleggia oltre le stelle e non vuole avere niente a che spartire con i propri consiglieri di maggioranza – molti dei quali impreparati, demotivati, incolti- abbia preferito evitare un contatto pericoloso con i 16 scegliendo di portare le variazioni come urgenti costringendo l’aula alla ratifica, una sorta di fiducia. Da qui  la presa di posizione di parte dell’opposizione che carte alla mano  ha mostrato l’errore tecnico e denunciato  l’orrore politico. Va bè, superabile anche questo, sono dettagli, numeri, piccoli ritocchini alle tasse, insomma Piccitto è per la velocità, la semplificazione, il superamento di una rottura di palle come il consiglio… – vuoi vedere che sotto sotto il vero idolo di ‘sto ragazzo è il coetaneo di Pontassieve invece del Dibba? – C’è però un elemento nell’ultima conferenza stampa del primo cittadino alquanto inquietante per conformismo al peggiore stile consociativo del passato ed è la difesa ad oltranza e pure non richiesta degli apparati burocratici del Palazzo. Sia Piccitto che Martorana fanno corpo unico con i dirigenti sottolineandone la inviolabilità e la sacralità e mandando però l’ardore impetuoso antisistema dei cinquestelle a farsi fottere. E arriviamo al nocciolo della questione: la rivoluzione che divampa negli animi e già ribolle nelle vie e nelle piazze un po’ cozza con questo culto rivolto ai servitori dello Stato dove si annida la reazione a tutela del potere e della casta. E’ chiaro che rimarcare l’intoccabilità degli apparati di Palazzo che guarda caso avallano o suggeriscono le operazioni di sorpasso del consiglio comunale serve al governo Piccitto, ma allora dobbiamo essere sinceri: se siamo giunti a questo siamo alle ceneri della rivoluzione! E dunque concludiamo con il senso di disgusto che opprime il nostro Federico Piccitto. Dovevamo abbattere i costi dei dirigenti. Giusto. A inizio mese con una pratica vecchissima ne abbiamo a Palazzo uno in più  – il dottore Salvatore Scifo- messo in aspettativa per potere accettare il nuovo contratto che ci costa quattro volte in più dello stipendio precedente. E, passando ad un’altra figura apicale, quella del segretario generale, ci sorbiamo una convenzione tra Comune e Libero consorzio – l’ex Provincia – affinchè quel baraccone-  dove si tagliano servizi e funzioni e giammai gli stipendi da favola dei dirigenti –  venga controllato ogni tanto dal nostro segretario comunale Vito Scalogna. La delibera sembra innocua, in apparenza non ci costa un euro in più dato che l’ex Provincia contribuisce allo stipendio del segretario dandogli il 20 per cento dello stipendio. Loro il 20 noi Comune l’ottanta, perfetto. Peccato che non sia come ci vogliono far credere. Infatti la convenzione tra i due enti prevede per legge che il segretario prenda il 25 per cento di più di aumento. E quando leggiamo che Ragusa copre l’80 per cento della spesa significa che si tratta di un 80 basato sul 125. L’80 per cento di 125 fa cento e noi paghiamo uno stipendio intero anche se ci priviamo di alcune  giornate lavorative di Scalogna impegnato alla Provincia. Poi spunta la perfetta adesione e sinergia nei confronti dei dirigenti che siamo certi siano disponibili a ricambiare tanto amore! Ora basta. Accendiamo la Tv forse c’è Dibba che spara a zero sulla combriccola dei truffatori;  meglio distrarsi, non pensarci su troppo: è solo una lieve nausea, un leggero disgusto.

MARINA DI RAGUSA, LA PORTA CHIEDE UNO SPAZIO SOCIALE RICREATIVO

foto-gruppo-9Creare una struttura di aggregazione per i cittadini residenti di Marina di Ragusa che non  sono pochi. E’ la richiesta del gruppo Insieme che lancia una proposta all’amministrazione comunale. Un’idea di facile realizzazione che metterebbe in condizione gli abitanti di Marina di Ragusa di avere uno spazio per potere trascorrere qualche serata in allegria e magari diventerebbe un polo sportivo quando ci sono cattive condizioni atmosferiche. “Ci riferiamo – dice Angelo La Porta – alla struttura del Villaggio dei Gesuiti dove insistono tre campetti di calcetto e tennis. Orbene uno di questi potrebbe essere coperto per creare una struttura polivalente da potere utilizzare anche in inverno per rappresentazioni teatrali, per auditorium e perché no anche per centro sportivo. A Marina di Ragusa ci sono più di 5.000 residenti ed hanno diritto ad avere uno spazio per potere trascorrere le serate in allegria. Si potrebbero organizzare eventi di ogni genere”.

 

 

 

 

Referendum e prospettive future. Assenza: “Stupiscono le dichiarazioni di Miccichè”

downloadIl deputato regionale Avvocato  Giorgio Assenza di Forza Italia interviene sui commenti al dopo referendum e scrive: “La vittoria schiacciante del NO al Referendum sulle riforme istituzionali per la quale, in verità, mi sono battuto sin dal primo momento, quando ancora anche Forza Italia tentennava sulla linea da adottare, è la vittoria dei cittadini italiani contro le oligarchie interne ed internazionali, i grandi mezzi di informazione, le organizzazioni imprenditoriali, ormai solo autoreferenziali, i ricatti di ogni genere, le previsioni apocalittiche e gli argomenti denigratori usati dal fronte del SI. Spiace soltanto che molti amici, anche di centro-destra, si sono lasciati abbindolare dalla favola del “cambiamento” fine a se stesso, e si trovano ora, loro malgrado, intruppati dai soliti opinion leaders, che ormai non ne azzeccano una, nel partito di Renzi. Altro che 40%! Quali le prospettive per il futuro? Spero, vivamente, – dichiara Giorgio Assenza – che a nessuno venga in mente l’idea malsana del Partito della Nazione, o di un Governo di larghe intese, o di una grande coalizione, perché in quel caso, veramente, si aprirebbe la strada per una vittoria schiacciante, a tutti i livelli, del Movimento Cinque Stelle. Le ultime dichiarazioni del Presidente Berlusconi sembrano tranquillizzare in tal senso, e fanno ben sperare in un rilancio della coalizione con Fratelli d’Italia e la Lega (senza, però, andare a rimorchio della stessa negli eccessi in cui spesso cade!), magari allargando a tante nuove energie che vogliono affacciarsi alla politica (il fiorire dei Movimenti civici, nelle recenti Amministrative, è indicativo in tal senso). In considerazione di ciò, stupiscono – dice Giorgio Assenza – le dichiarazioni del nostro Coordinatore regionale, on. Gianfranco Miccichè, che, a quanto pare, auspica a Roma un Governo Istituzionale e in Sicilia un’alleanza tra moderati e riformisti. Evidentemente lo stesso, non ancora pago di avere già regalato la Sicilia a Crocetta nelle scorse elezioni, vorrebbe ora ripetersi  magari consegnando agli avversari, oltre al Governo regionale, la guida delle grandi Città siciliane in cui si vota il prossimo anno (alcune indiscrezioni sulle candidature a Palermo sono veramente preoccupanti). Deve essere chiaro che l’elettorato del PDL (oggi Forza Italia), è saldamente ancorato nell’idea di alternativa alla sinistra, al PD e ai transfughi che gli consentono di governare a Roma come a Palermo. Decisioni diverse, – conclude Giorgio Assenza – non consentirebbero al sottoscritto e, ritengo a molti altri, di continuare a militare nello stesso partito”.

 

 

COORDINAMENTO PER IL NO

img_0163Tutti i rappresentanti dei vari schieramenti, che hanno composto il Comitato per il No, presenti all’affollata conferenza stampa di mercoledì mattina. Un’occasione per ribadire che il “legame”, che ha visto insieme la variegata composizione, era quello in difesa della Costituzione italiana da una riforma pasticciata che non aveva nulla di innovativo ed avrebbe privato il popolo italiano dal diritto di voto nella scelta dei propri rappresentati al Parlamento italiano. Tutti sono intervenuti nel dire che il voto del Referendum è stato un   voto di maturità degli italiani, un voto   libero e senza condizionamenti.  Sottolineando il forte consenso, nei confronti del NO, arrivato dai giovani. Una visione politica che ha toccato punto, per punto le questioni che attanagliano il popolo italiano, ma anche passaggi significativi sulla legge elettorale e sui tempi delle prossime elezioni. Il Coordinamento, approfittando della presenza degli Organi di stampa, ha annunciato che sabato 12 dicembre 2016, alle ore 18.00 al teatro “La Badia”, corso Italia, Ragusa è stato organizzato un incontro con tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito all’affermazione delle buone ragioni del NO!

REFERENDUM, SINISTRA ITALIANA: “SICILIANI HANNO PUNITO TRASFORMISMO”

viva-la-costituzione“Gli Italiani, con questo straordinario voto popolare, hanno dato due segnali precisi: hanno bocciato, in maniera inequivocabile, la riforma costituzionale di Renzi, difendendo la Costituzione nata dalla Resistenza, e hanno detto no al partito della Nazione: il progetto politico di Renzi di costituire un partito centrista, neodemocristiano, filo-banche e Confindustria. Un’ operazione da novello “gattopardo” che parlando, fintamente, di rottamazione, aveva imbarcato gli Alfano, i Verdini e gli eredi di Cuffaro”. Così Massimo Fundarò di Sinistra italiana. “In Sicilia questo trasformismo ha avuto la sua plastica rappresentazione nel parterre che ha acclamato Renzi al Politeama nella giornata di chiusura della campagna elettorale.I siciliani hanno compreso, più degli altri, questa mistificazione e lo hanno testimoniato con una delle percentuali più alte d’Italia. Noi di Sinistra Italiana ripartiamo da questo straordinario risultato per costruire un’ alternativa di governo anche in Sicilia”.

Assestamento di bilancio, ecco tutti i fondi destinati alla provincia di Ragusa

download-1“L’assestamento del bilancio dell’esercizio finanziario 2016, votato ieri sera all’Ars, ha consentito di fornire alcune risposte a questioni cruciali che riguardano da vicino anche il territorio ibleo”. A dirlo l’on. Orazio Ragusa che chiarisce come siano state previste delle risorse economiche intanto per la sospensione dei ruoli emessi dai consorzi di bonifica. Quindi bocce ferme sino a quando non sarà individuata una soluzione. Il provvedimento avrà valore sino al 30 aprile 2017. “Inoltre – aggiunge l’on. Ragusa – per i consorzi di bonifica, oltre alle somme che erano già state previste, è stato stanziato un altro milione di euro che servirà per corrispondere il dovuto agli stagionali. In più, 300mila euro sono stati destinati al Corfilac per le spese di funzionamento e per il pagamento degli stipendi al personale. E, ancora, 1,3 milioni di euro sono stati destinati all’Aras, l’associazione regionale degli allevatori, presente nella nostra realtà, mentre 1,5 milioni di euro andranno all’aeroporto di Comiso. In più altri fondi sono stati destinati a sostegno dei Comuni in dissesto mentre è stata approvata la proroga per il rinnovo del contratto dei precari sino al 31 dicembre”. L’on. Ragusa prosegue: “Ci si è mossi ancora una volta, pur con le gravi difficoltà finanziarie che investono la Regione Sicilia, nel tentativo di sopperire le esigenze più impellenti. Nessuna pretesa di avere dato una risposta definitiva a tutte le problematiche esistenti. Ma dei passi avanti importanti sono stati compiuti rispetto agli allarmi sollevati nelle settimane scorse”.

 

Patto di Consultazione Ragusa: “I 5 stelle si preparano ad aumentare ancora le tasse eludendo il Consiglio comunale”

assstefanomartorana“L’amministrazione Piccitto e i 5 stelle hanno cancellato il Consiglio Comunale e tentano, sistematicamente, di mortificarne il ruolo democratico o negando gli atti più importanti come nel bilancio, per evitare che le opposizioni, ma anche i suoi stessi consiglieri, abbiano la visione chiara su tasse, entrate e spese o di calpestare leggi e regolamenti come nel caso ultimo degli assestamenti di bilancio”. E’ la posizione unanime dei sette consiglieri del Patto di Consultazione, Castro, Iacono, Ialacqua, Massari, Migliore, Morando e Nicita, dopo la seduta di Commissione Risorse di giovedì, dalla quale è emerso che l’assessore Stefano Martorana, per far quadrare i conti, avrà bisogno di un altro ritocco al rialzo delle tasse, da effettuare con un provvedimento d’urgenza da inserire nelle variazioni di bilancio. “Il tentativo – spiegano – è quello di aumentare ancora la pressione fiscale sui ragusani e di avere le risorse per la campagna elettorale permanente del partito, chiedendo una sorta di voto di fiducia all’aula, senza passare dalla reale analisi del civico consesso ed evitando, quindi, di sottoporsi ai suoi poteri di controllo ed emendativi. Uno schiaffo alla democrazia (e alla città) che non solo offende il ruolo dei Consiglieri comunali, ma getta definitivamente alle ortiche l’intera impalcatura moral-amministrativa dei pentastellati”. “Un atteggiamento arrogante e inaccettabile – aggiungono – interpretato nel migliore dei modi dall’assessore Stefano Martorana: nell’evidente imbarazzo di dover comunicare l’incresciosa ammissione di incapacità amministrativa, da settimane elude sistematicamente le sedute della Commissione IV, sottraendosi non solo al giudizio dell’opposizione, ma della sua stessa maggioranza, soprattutto quella parte del Movimento 5 Stelle più critico nei suoi confronti. A tal punto che, durante la seduta, il presidente della Commissione non ha potuto evitare di lasciar vedere il proprio nervosismo e il disagio rispetto a temi così importanti”. “L’amministrazione Piccitto si prepara ad un inconcepibile ulteriore aumento di tasse – concludono – inserito surrettiziamente in una manovra d’urgenza per gabbare Consiglio comunale e cittadini, un tentativo che cercheremo di contrastare con tutte le azioni possibili”.

FEDERICO PICCITTO E GLI ALTRI ASPETTANDO IL REFERENDUM

circe_e_i_porcelliniI cinquestelle ragusani se la sono goduta in tv e via facebook la campagna referendaria. Non si sono sporcati le mani, l’hanno buttata sulla cultura con una bella seratina teatrale all’Ideal molto poco impegnativa –  posti limitati, spazio buio, conosciuto e protetto- e soprattutto senza esporsi in fastidiosi contraddittori o in contatti carnali. Vivono sottotraccia, come le talpe;  prima o poi però dovranno uscire dal sottosuolo e mostrarci la strada, la loro. Come gli altri sono appesi al referendum per capire quando si voterà e se per caso la competizione regionale in qualche modo sarà coincidente con l’elezione politiche. No, non è assolutamente un nostro affanno sapere cosa vorrà fare Federico Piccitto superati i 40 anni, la ricandidatura è prassi naturale, ma, purtroppo, per il gruppo (è troppo chiamarlo movimento essendosi ridotto alle poche unità visibili in consiglio ) sembra essere questione vitale la prospettiva futura come via d’uscita imposta dalla insoddisfazione del “qui ed ora” che rimanda a riscatti fantasiosi. Cosa è rimasto allora di quel sogno del 2013? Un sindaco fortissimo perché la legge lo ha reso tale ( maledetta l’elezione diretta dei sindaci che ha ridotto le comunità a spettatrici passive della politica) e perché si è sbarazzato di ogni fastidio di compartecipazione.  Nessuna alleanza, nessun dissenso palese, niente partito, mai un confronto vero. Non sembra neppure un normale governo attraversato dalla polemica, dalla fatica della mediazione e dalla necessità della sfacciata bugia; siamo in una sorta di entità superiore, inafferrabile, non catalogabile. Sarà la coetaneità con Renzi, chissa! pare che quelli nati a metà degli anni 70 siano spavaldi assai nel prendersi il potere, forse i genitori erano troppo presi a salvare l’umanità e i loro i figli per contrappasso han subito capito  che è meglio salvare il culo che il mondo. Piccitto involontariamente alla fine ben interpreta il pensiero renziano: o si è con lui oppure stai sereno. Cosa è  rimasto di quella audacia e freschezza di tre anni fa? Non lo capiamo, emerge solo odio verticale in una palude senza vita, senza energia. C’è il quadrumvirato: Piccitto, Martorana, Iannucci, il consigliori Allocca, e fuori la maestosa macchina di propaganda che ogni tanto organizza una comparsata e trasmette sul blog le avventure grilline in terra di Sicilia – un trionfo la zona orientale dell’impero che rinfranca i  credenti per lo sbigottimento causato dalle firme false di Palermo. L’immagine plastica del restringimento a 4 del governo cinquestelle la si ha tutti i santi giorni con il bombardamento di foto che l’ufficio stampa diffonde ai media: sopralluoghi, visite ai fanciulli, controlli  nei giardinetti… è scomparso dall’album degli amichetti persino Salvatore Corallo: estromesso. Gli hanno soffiato da sotto il naso le visite – che gli toccavano – ai cantieri, relegandolo nella sua misteriosa urbanistica. Prima era caposcout, Corallo, poi i ragazzi gli son scappati di mano. Emancipazione, liberazione, e infine un nuovo centro di potere senza neanche l’apparenza della orizzontalità. Per il resto il movimento è a pezzi. Ci sono consiglieri che non rivolgono più la parola all’odiato Stefano Martorana, e riunioni di giunta – dove dovrebbe sprigionarsi il dibattito e la tensione ideale che si fa azione politica – per  ottenere il sì dei soldati che rispondono all’appello per ricevere il rancio. Ma ora, dopo tre anni di amministrazione, il sindaco non potrà più puntare sulla debolezza dei suoi uomini ridotti al silenzio poiché uno dei nodi centrali del suo governare è arrivato al pettine: il vertiginoso aumento delle tasse non tutto attribuibile alla perenne diminuzione dei trasferimenti regionali e statali. Siamo al capolinea e mettere in fila qualità dei servizi e sistema di tassazione non è difficile. Siamo arrivati all’ultimo bilancio del governo Piccitto -quello dell’anno che verrà, poi inizierà la campagna elettorale-  e le contraddizioni tra buoni propositi, difficoltà oggettive e costi aumentati per i cittadini esploderanno presto in consiglio comunale. Si chiamano variazioni di bilancio e con tre delibere “urgenti” ci si dice che servono altri 10 milioni di euro e, guarda un po’, quasi sei di questi dieci milioni necessitano per coprire il costo di trasporto dei rifiuti in un’altra discarica dato che  Cava dei Modicani chiuderà presto. Che significa tradotto? Che per gli anni 2016, 2017 e 2018 – i bilanci ormai sono triennali – ci vorrà molto probabilmente un ritocchino e di solito questi piccole sfumature si chiamano aumento di tasse. Piccitto che è spertu e abituato ad avere a che fare con i consiglieri di indole mite e pecoresca forza quindi la mano e chiede al consiglio, dove ha la maggioranza, una presa d’atto escludendo – sta accadendo in queste ore, l’argomento è approdato in commissione- che la variazione sia materia emendabile. Dove sta il problema? Nell’intelligenza e nella dignità di qualche grillino e nell’opposizione. I consiglieri pentastellati che da oltre un anno sono acerrimi nemici di Martorana possono nell’ultimo anno di amministrazione farsi bollare come coloro che nulla hanno fatto per venire incontro al dramma dei cittadini ragusani che al pari sì di tante altre comunità non reggono più questa tassazione, ma che comunque confidavano nella originalità e nella sensibilità dei pentastellati per uscire da un percorso di povertà e ingiustizia? Seconda questione: è stato esaminata ogni possibilità per evitare l’urgenza di questa presa d’atto? E’ veramente incontrollabile e non programmabile una variazione di bilancio per la discarica che tutti sapevano destinata a chiudere? Non si poteva prevedere questo costo aggiuntivo per il  trasporto rifiuti nel bilancio di previsione 2016? Sarà efficace da parte dell’amministrazione la narrazione ai ragusani sul più bell’appalto del mondo – quello dei rifiuti vinto da Busso e altre due ditte, che però andrà a regime fra qualche anno- e potrà rinfrancare e rabbonire i cittadini-elettori-contribuenti? E il prendere o lasciare tipico del voto di fiducia, pratica contestatissima dai grillini (lo abbiamo visto in Parlamento che caciara ad ogni fiducia) non susciterà disagio, imbarazzo, senso di colpa e di tradimento verso i principi del movimento? Insomma Piccitto ha forzato troppo la mano e non è riuscito a trovare un comportamento che gli consentisse di continuare a essere protagonista assoluto della democrazia ragusana e allo stesso tempo portavoce degli sgangherati compagni di avventura che sotto il sogno dei cinquestelle lo hanno fatto sindaco. Cosa potrà accadere? Se  tira l’aria che la presa d’atto non passa, per assenze o bocciature, il sindaco dovrà sperare nell’opposizione oppure riformulare la delibera e eliminare l’urgenza e affrontare l’aula senza mortificare il consiglio comunale con strozzature sul confronto per le scelte di  bilancio. E l’opposizione in questa scabrosa vicenda? Maurizio Tumino – con gli altri di Insieme-  anche se qualche volta ha giocato con le presenze in aula – non per chissà quale sporco accordo, bensì per trarre i benefici consentiti che spettano alle controparti –  non potrà in alcun modo essere autore o complice di un latente, non dichiarato, ma purtroppo certo ulteriore aumento di tasse sui rifiuti. E allora sino a dove si spingeranno i grillini ancora capaci di una coscienza critica? Sarà uno spettacolo verità, stavolta. E l’altra opposizione, il Pd, i  sette dell’Ave Sonia? D’Asta e Chiavola non incidono numericamente e possono continuare con tranquillità il loro servizio di valletti di camera di Lord Nello Dipasquale. Per gli altri sette siamo, com’era scontato, alla frutta. Litigio perpetuo. Si sono resi conto di essere nelle mani della sindachessa 2.0 della reginetta del prima classe, e non sanno come uscirne. Uno spasso. Nessuno a testa alta parla più di questo stupido patto di consultazione e i poveretti pensano ossessivamente a una exit strategy manco fosse una Circe! E le tasse che aumentano ora che ci arriva la sberla dell’acqua? Sarà dura per Stefano Martorana spiegare che trattasi di manovra onesta, giusta e inevitabile. Se i ragusani non gli crederanno, poco importa: nel chiuso del quadrumvirato continuerà a essere un dio.

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