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02/11/2011 -

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Santa Croce, il contrabbando delle sigarette

Il mercato delle “bionde” al nero, o di contrabbando, a Santa Croce, è in continua crescita. Un’economia sommersa che coinvolge, in buona parte, i cittadini immigrati. Così la vendita in regola dei tabacchi registra un calo che, in alcuni casi, raggiunge anche il 50 per cento. “Siamo di fromte ad una vera e propria invasione di sigarette di contrabbando, delle marche più conosciute, che hanno creato non pochi problemi ai rivenditori in regola – spiega N.B. tabaccaio -. Il risparmio per le sigarette in nero è considerevole ma la provenienza e la qualità del prodotto è dubbia. Una stecca di Malboro, al mercato nero, costa 23 euro a fronte di un costo nei tabaccai di 49 euro. Un mercato clandestino che danneggia gli operatori in regola che pagano le tasse allo stato. Un fenomeno diffuso e allarmante – dice ancora il tabaccaio – che coincide, in parte, con l’aumento del costo delle sigarette”. I titolari delle rivendite dei tabacchi hanno raccolto le firme con un esposto denuncia da presentare alle forze dell’ordine. “Ci auguriamo che da qui breve – racconta il titolare di una tabaccheria di Santa Croce – questo fenomeno possa essere debellato altrimenti alcune delle nostre rivendite saranno costrette a chiudere”. In alcune zone del paese, dove è massiccia la presenza di immigrati, il mercato di contrabbando è l’attività economica principale. Un ritorno all’antico, agli anni settanta, quando il contrabbando di sigarette proveniente per la maggiore dalla Puglia raggiunse livelli da economia sommersa che coinvolgevano un gran numero di persone, soprattutto nelle tre città cui facevano capo le rotte di ingresso nel Paese: Napoli, Venezia, Genova.

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