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09/11/2011 -

Società/

Assemblea dei precari della Sanità

Per qualcuno la firma del contratto per i 60 operai, che fanno parte dello squadrone dei 327 precari della sanità ragusana, è vista come il compromesso dal quale non si torna più indietro. Un primo passo verso il tunnel in cui i lavoratori non avranno più i diritti economici, che prima erano garantiti. Ma per molti altri precari del settore accettare il contratto della Multiservizi, pur a condizioni più sfavorevoli rispetto a quelle storicamente godute dagli operai, è l’unica salvezza possibile per tutti. L’assemblea dei precari dell’Azienda sanitaria locale, in due ore di dibattito intenso, lunedì sera, nella sede della Camera del Lavoro di Ragusa, alla fine ha partorito una linea comune. C’erano anche voci di dissenso, le prime disunità fra categorie di precari. Mancata unità subito percepita dai sindacalisti che hanno lanciato un monito. E un appello, fra urla e rabbia, lo hanno lanciato anche gli ausiliari “Voi operai dovete accettare – hanno detto durante il dibattito – non possiamo permetterci di perdere tutti il treno, qui si tratta di entrare nella Multiservizi, non possiamo fare il gioco loro”. Parole amare, ma vere, dette a denti stretti e condensate nel commento finale, sia del segretario provinciale della Cgil, Giovanni Avola, che nelle parole di Angelo Tabbì, responsabile del settore Sanità della confederazione. “Bisogna firmare il contratto per avviare la convenzione con la Multiservizi”, hanno ribadito i sindacalisti. “Venerdì scorso sono stato io a dirvi di non firmare il contratto – ha detto Tabbì agli operai – perché allora non c’erano le condizioni, ma adesso attendiamo la revisione, che ci è stata assicurata verbalmente”. Martedì mattina, in sostanza, la Multiservizi dovrebbe trasmettere una documentazione rivista, con una previsione contrattuale che garantisce un reddito maggiore per gli operai, a fronte di un certo numero di ore di straordinario. Nei fatti si guadagnerebbe un po’ meno rispetto al passato, o, forse, la stessa cifra, ma a condizione di un numero maggiore di ore. Ma considerato che c’è chi sta peggio degli operai, nella fattispecie gli ausiliari che non lavorano da quasi un anno, non si può andare per il sottile. All’assemblea hanno partecipato anche i deputati regionali del Pd Ammatuna e Digiacomo. I due esponenti politici si sono impegnati con i lavoratori e i sindacalisti a chiedere la convocazione della task force (di cui fa parte la Regione, la Multiservizi, l’Azienda sanitaria, i rappresentanti dei lavoratori e la Cgil). “E’ necessario una volta per tutte mettere nero su bianco la questione”, ha affermato Digiacomo. Il problema più pressante sono infatti le promesse verbali, gli impegni presi a Palermo, che poi non vengono rispettati a Ragusa. Un gioco al massacro che ogni giorno che passa delude sempre di più i lavoratori. “C’è gente che ha perso dignità, salute fisica e psichica con esaurimento nervoso, matrimoni che sono saltati, famiglie all’aria – dice la precaria Palmina Diquattro -. Qui si gioca con la vita della gente”.

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