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15/12/2011 -

Istruzione/Società/

Facoltà di lingue, Consorzio e Università ai ferri corti

La risposta dei vertici del Consorzio Universitario Ibleo alla diffida del Rettore dell’Università di Catania è stata immediata. Mercoledì mattina in conferenza stampa il presidente del Consorzio, Enzo Diraimondo, e il suo vice, Gianni Battaglia, hanno fatto il punto sull’attuale situazione debitoria nei confronti dell’Ateneo del capoluogo etneo e hanno criticato ancora una volta la convenzione capestro che è stata firmata nel giugno del 2010 e che impone scadenze che allo stato attuale, in virtù dei continui rivolgimenti che l’economia mondiale e italiana stanno subendo, è quasi impossibile rispettare. E così, alla scadenza del 20 dicembre prossimo, il Consorzio universitario non potrà saldare la rata di 960.000 euro che l’Università di Catania chiede. Ma andiamo con ordine. Il Consorzio universitario sta procedendo al recupero di alcuni crediti con i soci che lo compongono per un ammontare di circa 1.500.000 euro, che serviranno a sanare i debiti pregressi. Nel frattempo deve onorare le rate per la sussistenza di Lingue a Ragusa: l’ultima è di 1.700.000 euro circa ed è scaduta il 31 ottobre scorso. L’Università di Catania ha già trattenuto più di 750.000 euro dalle tasse pagate dagli studenti e che dovevano affluire alle casse del Consorzio; quindi il debito nei confronti dell’Ateneo si è ridotto a 960.000 euro circa. Sono questi i soldi che entro il 20 dicembre il Rettore Recca vorrebbe vedere accreditati. Il Consorzio universitario ibleo ha a disposizione questa somma? Materialmente no. L’ente ibleo per l’università, infatti, sta attendendo i fondi della Regione (673.000 euro) che arriveranno nei primi mesi del 2012; 450.000 euro dalla Provincia (un mandato di 300.000 è stato fatto, secondo quanto riferito da Diraimondo, mercoledì e quindi passeranno alcuni giorni per l’iter dei trasferimenti); 720.000 euro dovrebbero arrivare dal Comune di Ragusa. Insomma, i fondi per onorare la rata con l’Università di Catania ci sarebbero, ma i soci e la Regione non li hanno ancora versati, o almeno, non li hanno ancora versati per intero. Come si stanno muovendo nel Consorzio per risolvere la questione? Da una parte si cerca di rivedere la convenzione e in particolare le scadenze, chiedendo al Rettore di non formalizzarsi troppo e di comprendere i ritardi dovuti ai tempi degli enti pubblici soci del consorzio; da un’altra parte si continua a battere sulla linea del IV polo universitario pubblico (una riunione si terrà a Siracusa lunedì prossimo per capire se ci sono i margini per la nascita di un polo pubblico che porterebbe Ragusa e Siracusa, con il necessario appoggio di Enna, a sganciarsi da Catania); dall’altra parte si rassicurano famiglie e studenti sul futuro di Lingue, perché la convenzione prevede il pagamento di interessi in caso di ritardo nell’onorare la rata, ma non il taglio della facoltà e la riapertura a Catania. Il vicepresidente Gianni Battaglia, inoltre, bacchetta il Rettore definendo inadempiente l’Università di Catania. I requisiti minimi per una facoltà comprendono l’assunzione di 21 docenti strutturati, ma in quest’anno accademico la facoltà di Lingue conta solo 8 docenti strutturati, quelli che hanno accettato il trasferimento da Catania a Ragusa. Per gli altri 13 docenti si attende ancora l’assunzione. A Ragusa sono presenti, dunque, 8 docenti strutturati (3 di prima fascia, 3 di seconda fascia e 2 ricercatori a tempo indeterminato) e 27 contrattisti. Cosa significa questo? Secondo Battaglia, l’attuale “corpo docente” in questi due mesi di attività dell’anno accademico a Ragusa, sono costati in tutto all’Università 100.000 euro circa, soldi che l’Ateneo di Catania ha perché ha trattenuto le tasse degli studenti e che dunque non avrebbe anticipato. Il Consorzio, e dunque Provincia e Comune, dovrebbe pagare per gli stipendi che ancora devono essere versati al corpo docente? In tutto questo (comunicati provenienti da Catania e risposte o approvazioni made in Ragusa) chi è in fibrillazione sono gli studenti e le famiglie, che chiedono certezze per il futuro, possibilità di sostenere gli esami per le materie fin qui seguite, garanzie che l’investimento per la propria cultura e il proprio futuro lavorativo non venga disperso nell’incertezza. A loro i vertici del Consorzio mandano rassicurazioni e segnali positivi (è stato stretto un accordo con l’Università di Messina per l’attivazione di un corso di laurea triennale con 12 professori che, secondo quanto dichiarato da Battaglia, costerà alle casse del Consorzio in tutto 1.100.000 euro circa) e lasciano intravedere la possibilità di un futuro diverso, fatto possibilmente di accordi con università non solo italiane, ma anche dell’Unione Europea, per un’offerta formativa e culturale d’avanguardia e necessaria per il territorio ibleo e siciliano.

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