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06/01/2012 -

Economia e Finanza/

ATO…mica: riflessioni sulle dimissioni di Santiapichi e Lucifora

E’ del tutto singolare che due dei componenti del Collegio dei Liquidatori dell’Ato di Ragusa, il dr. Severino Santiapichi, presidente, e il dr. Giovanni Lucifora si dimettano contemporaneamente dall’incarico. Certamente le motivazioni addotte da entrambi appaiono molto formali se si considera che tutti gli Ato della Sicilia operano in grande difficoltà finanziaria soprattutto a causa delle inadempienze dei Comuni che ne sono soci in forza di legge. Ma l’asserita difficoltà non si è determinata nell’ultimo periodo di gestione del Collegio dei Liquidatori di cui fa parte anche il dottore Giancarlo Migliorisi, dirigente con contratto a termine della Provincia Regionale di Ragusa. A leggere l’elogio che il Sindaco di Ragusa intesse del consigliere non dimissionario, che per altro incita a continuare nella sua opera meritoria, sminuendo in modo sottinteso la presenza e la competenza degli altri due componenti, lascia pensare che il Comune di Ragusa o meglio il suo Sindaco è pronto a saldare i debiti dell’Ente nei confronti dell’Ato, ma così non è. I mal di pancia del Collegio cominciano a manifestarsi con l’approssimarsi della scadenza dei famosi 19 contratti a progetto che gli amministratori che hanno preceduto l’attuale Collegio dei liquidatori avevano sottoscritto con ben 19 persone individuate solo grazie alla logica delle appartenenze politiche o nepotistiche o in maniera ancora più sensibile per appartenenza cardiaca ossia per rapporti d’amore. Da settimane l’Ato è una Troia assediata da 19 soldati e soldatesse che ne difendono con il loro lavoro e la loro professionalità l’esistenza e che nutrono del loro amore incondizionato l’unico re rimasto saldamente ancorato al proprio posto di comando con spirito di abnegazione e sprezzo del pericolo. In questa Troia è prevista la disfatta non tanto giudiziaria quanto politica perchè l’Assemblea dei soci ha ritenuto di fare ricorso alla transazione extra giudiziale per eliminare il contenzioso giuslavoristico intentato dai 19 riconoscendo a tutti il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. L’hanno stabilito i sindaci il 7 dicembre scorso. Dal verbale spunta la verità. L’unico punto all’ordine del giorno è la determinazione da adottare a seguito di un parere fornito dall’avvocato professore Fabio Santangeli sulla questione dei 19. Interviene il Presidente Santiapichi che dichiara: “Non spetta a me come liquidatore alcuna decisione sul punto all’ordine del giorno, mi astengo da qualunque intervento. Lascio la seduta”. E’, di fatto, la fine del rapporto tra Santiapichi e l’Ato Ragusa ambiente. A presiedere la seduta rimane Giancarlo Migliorisi nonostante l’argomento delle assunzioni lo tocchi da vicino, essendo la sua compagna di vita una dei 19 contrattisti. Il capolavoro però è già infiocchettato, servono solo i sindaci a dare il via all’operazione. Alcuni avvocati dei 19 contrattisti sono presenti in assemblea nella veste di avvocati “terzi” e si esprimono affinchè il contenzioso si risolva. “Meglio contenere le perdite e porre una pietra tombale” – spiega il professore Cariola. Spetta poi al vicesindaco Giovanni Cosentini – grande esperto di assunzioni – la spinta finale che condurrà i sindaci tutti ad accettare il “male minore”. Cosentini ha fretta di raggiungere l’obiettivo, la transazione, e inizia il suo discorso manifestando il suo rammarico per la scelta di Santiapichi di non partecipare. Certo sarebbe stato meglio per Migliorisi e Cosentini una piatta e unanime aderenza per risolvere il difficile caso, purtroppo qualcosa non è filata liscia: Santiapichi e Lucifora non ci stanno. Cosentini, nel suo intervento, va oltre la transazione e tratteggia il futuro dell’Ato – dimenticando che la società è destinata a morire – forte del personale: “tempi rapidi per la stesura della transazione e poi finalmente al lavoro con un regime di certezza”. Ma quanto ci costerà riconoscere il rapporto di lavoro di questa bella compagnia? Comporterà una spesa rilevante per l’Ato che sarà costretto in forza di legge a pagare la differenza contributiva Inps di circa il 25% sulle retribuzioni ricalcolate contrattualmente in favore dei 19 lavoratori parasubordinati per il periodo compreso dal 2006 al 2011. I Comuni dovranno sborsare una cifretta significativa. Poniamo il caso che al singolo lavoratore venga riconosciuta una retribuzione mensile imponibile di euro 1.500, ne discende che l’ammontare dei contributi a carico del datore di lavoro è pari al 32%, e tenuto conto che in fase del contratto a progetto di detta percentuale ne sono stati pagati l’8%, ne consegue che l’Ato dovrà in sanatoria della transazione extra giudiziaria pagare il 24% ossia 360 euro mensili per ciascun lavoratore che complessivamente determinano un debito di circa 492.000 euro. Se a questa somma si aggiungono le differenze retributive discendenti dall’applicazione del contratto collettivo di lavoro subordinato il debituccio dell’Ato ammonta a diversi milioni di euro che i Comuni della provincia di Ragusa e per essi i cittadini della provincia di Ragusa dovranno pagare a 19 soggetti assunti senza alcun bando pubblico e senza alcuna selezione. Questo è un affronto alla legalità e, soprattutto, è la mortificazione di tanti giovani della provincia la cui unica colpa è quella di non avere mai percorso la strada di Damasco per potere essere folgorati da qualche onnipotente politico o amministratore locale. La politica ragusana però non si ferma di fronte a questa vergogna dimenticando anche l’inchiesta della Finanza. Possibile che i sindaci non vogliano capire quel che sta accadendo? Hanno scelto in assemblea di nominare un comitato di saggi che sarà composto dagli avvocati di fiducia dell’Ato che poi sono gli stessi legali dei lavoratori. Forse che questi legali sono come il nobile Cicerone che faceva un discorso per il popolo ed uno per il Senato? Tutto ciò impone alcune riflessioni: le dimissioni di Santiapichi e Lucifora sono anche la manifestazione di dissenso a non volere violare la legge e la dignità di tanti giovani mortificati dalla disoccupazione? I signori Sindaci, nella qualità di soci dell’Ato, sono consapevoli che le assunzioni dei 19 lavoratori sono state fatte in barba alla vigente normativa sul lavoro e che il mantenimento degli stessi attraverso la transazione comporta per le casse degli Enti rappresentati un esborso di spesa che riveste tutte le caratteristiche di danno erariale e conseguente responsabilità patrimoniale a carico degli stessi? Il permanere di un solo componente nel Collegio dei Liquidatori, Migliorisi, persona a cui va riconosciuta una ottima professionalità in materia di economia e di affari della pubblica amministrazione, può essere imparziale essendoci la sua convivente tra il personale? La risposta a questi interrogativi spetta a ciascun cittadino della provincia e dovrebbe attirare anche l’attenzione degli organismi amministrativi e giudiziari che rimangono i soli tutori della democrazia e della legalità. Il tempo del silenzio e dell’omertà deve finire, lo capiranno i sindaci che sabato 7 si ritroveranno in assemblea all’Ato constatando le dimissioni di 2 liquidatori?

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