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19/01/2012 -

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Ragusa, ancora inquinata la sorgente Misericordia

A distanza di oltre un anno, la soluzione all’inquinamento delle sorgenti “Misericordia” e “Oro Scribano” stenta ad arrivare, e ad oggi l’acqua non viene immessa nella rete. Nonostante prima dell’estate il prezioso liquido della “Misericordia”, essendo rientrati tutti i valori nella norma, sia stato nuovamente immesso nella rete idrica, ai primi di novembre un nuovo stop. Da allora i Nas, insieme all’Arpa, al Genio civile e al Comune si sono nuovamente messi al lavoro per cercare di individuare le cause dell’inquinamento dell’acqua delle sorgenti Misericordia e Oro Scribano. Mentre la seconda da oltre un anno, ossia dal primo episodio di inquinamento, non era stata più utilizzata, la seconda era stata, come detto, nuovamente collegata alla rete idrica prima dell’estate. Ai primi di novembre il nuovo blocco, in quanto è stata individuata la presenza di salmonella. I maggiori “indiziati” sono sempre i liquami delle concimaie di aziende agricole della zona. Una ventina quelle che si trovano in quell’area. Quando nel novembre del 2010 i valori dell’acqua erano risultati alterati, era stata aperta un’inchiesta che aveva portato al controllo a tappeto di tutte le aziende della zona. Con l’ausilio del Genio Civile era stata individuata la zona di ricarico dell’acqua con il conseguente controllo delle concimaie. Numerosi i sequestri e le denunce per mancato rispetto delle norme ambientali. Il problema sembrava risolto, ma con le nuove piogge la presenza di salmonella ha reso necessario ripartire da zero nei controlli e, soprattutto, ha imposto la non immissione dell’acqua nella rete cittadina. Controlli effettuati dai Nas, per risolvere una volta per tutte la questione. I sospetti cadono in particolare su qualche azienda, ma ovviamente le verifiche devono riguardare tutte quelle della zona. Che fare? Un’ipotesi è quella di svuotare una per una le concimaie per vedere se vi siano difetti nella struttura: fori che facciano colare i liquami nel terreno. Essendo un terreno carsico, facilmente i liquami, e ciò che essi contengono, s’infiltrano nella falde fino ad arrivare alla sorgente. Una decisione senza dubbio difficile da prendere, per via dei costi che potrebbero essere elevati. La parola, in questo caso, dovrebbe passare al sindaco quale massima autorità sanitaria cittadina. Sul fronte delle indagini e, quindi, anche sulle decisioni da prendere in merito, sono attesi ulteriori sviluppi. Accertata, infatti, in modo inequivocabile la fonte di inquinamento, si potrà recuperare il prezioso liquido per usi potabili.

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