Prezzi più giusti, più legalità, più trasparenza. L’operazione della Guardia di Finanza “Right price”, che a conclusione di un’indagine durata 2 anni, ha portato alla denuncia di 74 persone, dovrebbe riportare trasparenza e linearità nella filiera dei prezzi al mercato di Vittoria. Le Fiamme Gialle hanno passato ai raggi x l’attività della struttura di Fanello, verificando soprattutto la legittimazione ad operare, le volture e le compravendite delle concessioni ad operare da parte dei 74 commissionari, monitorando il comportamento di questi ultimi e le modalità con cui svolgono il loro ruolo di intermediazione. Da questa analisi lunga e complessa è emerso, appunto, che l’illegalità è diffusa al mercato di Vittoria. I finanzieri hanno costatato che ben 17 commissionari, fra i 74 presenti al mercato, esercitano la “doppia attività”, vietata dal regolamento che vige al mercato. I commissionari ai quali è stato contestato questo reato esercitano attività, intimamente collegate a quelle svolte all’interno del mercato, anche al di fuori del mercato stesso. Ben 63 persone sono state denunciate per truffa. In merito alla trasparenza sui prezzi, i finanzieri hanno fatto numerose verifiche sull’andamento dei prezzi dei prodotti per tutta la filiera. E’ venuto fuori che 65 soggetti si sono macchiati del reato di “manovra speculativa su merci”, che in parole più semplici significa il rialzo fraudolento dei prezzi. Ben 41 persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria, per competenza la Procura della Repubblica di Ragusa, per il reato di turbata libertà degli incanti, in pratica soggetti che esercitano la loro attività all’interno del mercato senza le necessarie certificazioni e documentazioni. A proposito di questa assenza di “legittimazione” ad operare da parte di alcuni commissionari, nel corso dell’inchiesta è emerso anche il ruolo del Comune di Vittoria. Secondo le Fiamme Gialle il Comune di Vittoria non ha esercitato la necessaria funzione di controllo, difatti fra le 74 persone segnalate alla Procura, vi sono anche 8 dipendenti (fra cui anche funzionari) del Comune di Vittoria, rei di non avere controllato a dovere le documentazioni dei commissionari. Fra i denunciati anche 2 notai di Vittoria, pure loro coinvolti nelle verifiche delle concessioni rilasciate ai commissionari. Sono 8 gli abusi di ufficio contestati, tre i peculati, 2 i soggetti denunciati per favoreggiamento reale, 1 persona segnalata per falso in scrittura privata, 1 per bancarotta fraudolenta. E’ stata inoltre constatata evasione fiscale per un totale di oltre 18 milioni di euro relativi a redditi non dichiarati. E’ emersa anche un’attività di contraffazione: 3 soggetti sono stati denunciati per i reati previsti e puniti dagli art. 515, 517 e 517 bis quater del codice penale, per avere commercializzato oltre 27.000 kg. di ortaggi (pomodorini datterini e carciofi), importati dalla Tunisia in frode alla norme sulla corretta indicazione dell’origine del prodotto. Infine è stato denunciato un soggetto per bancarotta fraudolenta. La Guardia di Finanza ha in corso ulteriori accertamenti, con il supporto del Servizio Investigazione criminalità organizzata di Roma per verificare ciò che è emerso dall’indagine, ovvero non si esclude la presenza di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle dinamiche del mercato. In merito a tutti gli aspetti di specifica competenza con la normativa sulla concorrenza sleale, la Guardia di Finanza iblea sta interessando per il tramite del Nucleo speciale tutela mercati l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Fra l’altro l’indagine in questione ha preso le mosse dalle risultanze di un’indagine conoscitiva condotta dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (inchiesta che era finalizzata ad analizzare tutte le dinamiche del mercato, partendo dalla legittimazione giuridica dei soggetti che all’interno vi prestano la loro attività). Il funzionamento del mercato di Vittoria da molto tempo è al centro del dibattito dei vari operatori commerciali per una serie di irregolarità contestate e denunciate da più parti e per la scarsa trasparenza e linearità della filiera del prezzo. Le operazioni sono state eseguite anche con l’ausilio di perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria e attraverso una miriade di accertamenti incrociati svolti nelle sedi degli uffici istituzionalmente competenti. Le attività del mercato ipparino sono regolamentate da uno statuto del 1971. “Strumento – ha detto il comandante della Guardia di Finanza Fallica – che è davvero molto vetusto”.