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21/03/2012 -

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RAGUSA GRANDE DI NUOVO, ULTERIORE RIDUZIONE DEGLI AUTOBUS URBANI

Ce lo dovrebbe spiegare il nostro sindaco come funziona la relazione tra la ritrovata grandezza di Ragusa e l’immiserimento dei servizi. Sono due misuratori collegati in modo direttamente proporzionale: + si espande la città – corse degli autobus. Forse per Nello Dipasquale il modello di riferimento era la città industriale americana, fabbrica al centro e villette nella spianata; peccato che ora siano paesi collassati e disabitati e che le villette cadano a pezzi. No, non se n’è accorto, il suo territorio non è il mondo. Soluzioni: l’Ast non funziona, i danari entreranno in cassa al signor Dipasquale dalle prime e seconde case con l’Ici tecnica di giugno che ci coglierà allo stremo, quando, forse, non avremo più i soldini per la benzina. Frotte di elegante umanità scenderanno da Pianetti e dintorni a piedi; dietro arrancheranno i vecchietti in carrozzina e bastone, mentre badanti polacche, rumene e ucraine, ci sproneranno in lingua meticcia ad aumentare il passo e poi ci manderanno al diavolo annunciandoci il loro ritorno in terra slava, più civile assai della nostra Ragusa. Altro che Forconi, signor sindaco, non serve la ribellione, ma la rivoluzione delle coscienze. A questo punto dobbiamo capire dentro tanta immensità a che punto stiamo con la coscienza e la rivoluzione. Sono passati solo 4 anni da quando sventolava come vessillo di libertà gli assegni dei costruttori che con spirito d’impresa avevano acquistato la campagna. Quei peep furono un delirio: è questo il primo momento di coscienza da ritrovare. L’ha capito, signor sindaco, considerati i tempi, che la campagna oltre che per respirare può servire per mangiare? Gli orti si dovevano fare, non le case a schiera. Era nelle facoltà della politica sentire la povertà incombente?

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