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13/04/2012 -

Cronaca/

La Cassazione condanna Dino Scarnato

Confermata dalla quinta Sezione della Corte di Cassazione la sentenza di condanna ai danni di Dino Scarnato, 47 anni, netino, all’epoca dei fatti residente a Modica, accusato di aver ucciso il 19 dicembre 2004 il ragusano Luca Firrincieli, 31 anni, a causa di un banale alterco avvenuto all’uscita della discoteca Itaparica di Marina di Modica. La Corte di Assise di Siracusa aveva condannato in primo grado lo Scarnato alla pena di tredici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, negandogli le circostanze attenuanti generiche. La Corte di Assise di appello di Catania aveva invece accolto il motivo di appello subordinato, relativo alla concessione delle attenuanti, ed aveva ridotto la pena ad otto anni di reclusione, confermando nel resto la sentenza di primo grado, incluse le provvisonali ai familiari della vittima. Il difensore dell’imputato, Carmelo Peluso del foro di Catania, aveva proposto ricorso per Cassazione. Mercoledì l’udienza dinnanzi alla quinta sezione della Corte suprema. Presente anche l’avvocato Gianluca Gulino, difensore delle parti civili, che ovviamente ha concluso per la conferma della sentenza. Dopo diverse ore di camera di consiglio la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso dello imputato, confermando la sentenza di condanna di secondo grado e condannando l’imputato al risarcimento delle ulteriori spese di lite. “Provo soddisfazione per la decisione – afferma l’avvocato Gianluca Gulino – era un processo delicatissimo, esclusivamente indiziario. Sono contento per i familiari del povero Luca, che finalmente, dopo molti anni, possono vedere finalmente suturata la ferita che il processo ha aggiunto alla perdita del loro caro. L’esito favorevole non ridarà loro l’affetto perduto, nessun processo può farlo, ma avrà dato giustizia”. Scarnato, odontotecnico netino fu arrestato il 27 dicembre 2004 dalla Squadra Mobile di Ragusa che, per le indagini, si avvalse della “Scientifica” di Roma. L’uomo raccontò al giudice, nel corso dell’interrogatorio, di non avere mai conosciuto e di non avere avuto mai discussioni con la vittima. Fu successivamente scarcerato. Adesso la sentenza definitiva.

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