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01/05/2012 -

Cronaca/Società/Televisione/

1 MAGGIO FESTA DEL LAVORO

Una giornata da rispettare e celebrare come un simbolo di crescita democratica. Lo ricordano i segretari di Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta: “La festa del 1° Maggio non è solo la Festa del Lavoro ma anche e soprattutto quella dei lavoratori. Di tutti, anche di quelli che hanno perduto un lavoro e di quelli che legittimamente lo chiedono. E’ una giornata di pausa e di riflessione su quanto sta accadendo intorno a noi con i tempi difficili che siamo costretti a vivere. Facciamo giornalmente i conti – scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – con le impennate dei dati sulla disoccupazione, con chi ha perso il lavoro e non lo ritrova, con gli esodati, con i numeri in crescita di chi, avvilito e scoraggiato, non intende più cercare un lavoro, con la cassa integrazione che ha toccato livelli non immaginabili prima. Questa data fattasi simbolo da celebrare e da rinnovare continuamente rischia di diventare un appuntamento di routine che rischia una retrocessione e un appannamento. Di quale insegnamento possono giovare i giovani sottooccupati degli ipermercati i cui gestori commerciali sono lanciati – scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – ad esasperare un consumismo lasciando, anche il 1′ maggio, aperte le strutture, non dando la possibilità ai collaboratori di stare in famiglia e onorare così la Festa del lavoro? Quel lavoro che rimane per tutte le generazioni un valore certo e riconosciuto di libertà, di democrazia e di crescita civile e sociale. Per questa ragione elementare che i nostri costituenti hanno scritto che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” E’ necessario ritrovare, alla lettera, – scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – lo spirito di questo assunto che continua ad animare la nostra azione sindacale in tempi oggettivamente difficili, laddove i presidi di garanzia, di elementari regole di democrazia, scricchiolano e rischiano di essere travolti o svuotati di contenuto in nome di un mercato globale che impone la linea del rigore e riduce la crescita con la tassazione esasperata. Anche la nostra provincia non riesce a fronteggiare la crisi. E’ ormai ineludibile un cambio di rotta. Il Sindacato – concludono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – è in prima linea a sostenerlo”.

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