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31/05/2012 -

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IL PIANO PAESAGGISTICO E LA CASTA

“Sono passati quasi due anni dall’adozione del piano paesaggistico e nessun danno ne è venuto ai soggetti che per norma producono nelle zone agricole: gli agricoltori. Tutti i progetti presentati da aziende zootecniche hanno avuto il regolare parere della soprintendenza e conseguentemente la concessione edilizia da parte dei comuni, comprese quelle aziende che si trovano in zona rossa e che dovevano adeguarsi alla nuova normativa europea sul benessere degli animali”. Una bella nota quella di Legambiente che spiega ancora una volta la verità sul piano paesaggistico osteggiato dalla mentalità retriva di politici e associazioni di categoria. scrive Legambiente: “Non capiamo quindi quale sviluppo abbia bloccato il piano paesaggistico. Se ha bloccato, come qualcuno ancora sostiene, l’edilizia, ribadiamo che nelle zone agricole può costruire solo l’agricoltore e che il paesaggio rimane un bene comune tutelato dall’art. 9 della Costituzione italiana. Piuttosto chi si lamenta dovrebbe forse accorgersi che l’edilizia è in crisi perché la crisi è globale; non è colpa del piano paesaggistico se le banche non prestano soldi e la richiesta di mutui è dimezzata, e se il reddito cala e con esso la domanda di case. Le nuove politiche in tema di crescita – sottolinea Legaambiente – prevedono stimoli al settore edile attraverso le ristrutturazioni con la detrazione d’imposta che passerà dal 36% al 50%, e la riqualificazione energetica che manterrà la detrazione d’imposta del 55%. Anche l’Associazione Nazionale Costruttori Edili appoggia queste scelte del governo puntando sull’edilizia di sostituzione e lo stop al consumo di suolo. Non c’è più spazio economico per la cementificazione delle campagne, e chi ancora lo chiede – scrive Legambiente – forse non si rende conto di assomigliare all’ultimo dei mohicani. In questo modo danneggia le imprese indirizzandole verso la direzione sbagliata e impedendo ogni possibile sviluppo per la provincia di Ragusa. Il vento è cambiato! L’ambiente è al centro del dibattito sullo sviluppo economico. Lo stesso presidente di Confindustria – scrive Legambiente – ritiene centrale la green economy per uscire dalla crisi. Quanto poi agli agricoltori, che il sindaco di Ragusa ha tentato di assoldare contro il piano paesaggistico, basta citare il presidente della Coldiretti Marini per il quale “l’ambiente ed il paesaggio non sono solo un patrimonio del Paese ma una leva competitiva per battere la crisi e tornare a crescere in modo sostenibile”. Invece di fare i Masaniello e minacciare grottesche occupazioni della sede della Ragione per rivendicare la cementificazione delle campagne, – scrive Legambiente – alcuni deputati della nostra provincia farebbero bene a restituire i 3000 euro mensili incassati per un lavoro di soli 10 minuti al mese, pari a 3000 euro al minuto. E’ uno schiaffo – conclude Legambiente riferendosi al caso di Orazio Ragusa – al 25% dei siciliani che vivono al di sotto del livello di povertà. Imprese e cittadini dovrebbero diffidare di questi rappresentanti del popolo che pensano solo a se stessi e ai loro amici”.

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