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07/06/2012 -

Economia e Finanza/Politica/

LA FINE DELLA ZOOTECNIA RAGUSANA

Le aziende zootecniche chiudono e le vacche da latte vengono macellate. Una lunga fila, nello spiazzale antistante il macello, alla zona industriale della città di Ragusa. Solo nella giornata di mercoledì 250 capi sono stati macellati. Segno di una crisi devastante che ha colpito uno dei settori produttivi della provincia. C’è l’esigenza di reperire, da subito, la liquidità necessaria per pagare i fornitori. Con il prezzo del latte al ribasso, meglio chiudere e vendere gli animali ai commercianti. “E’ la fine di una storia antichissima – dice il presidente della Coldiretti, Mattia Occhipinti – di allevamenti che hanno fatto la storia di questa provincia. Con una vacca macellata si possono recuperare 600 euro che servono per pagare alcuni fornitori. Oggi la zootecnia, un tempo il fiore all’occhiello del sud est, non interessa più a nessuno. Il latte – dice ancora Occhipinti – viene svenduto e continuare a produrre per ricavare solo 33 centesimi al litro non ha alcun valore”. Parole di sfiducia di chi, della vertenza del prezzo regionale del latte, ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia. “Come organizzazione chiediamo al neo assessore regionale, Ciccio Aiello, di convocare le parti per trovare un’intesa di massima”, aggiunge Occhipinti. La trattativa sul prezzo regionale del latte, di fatto, è rimasta ferma al palo. Troppo distanti le posizioni tra gli industriali del latte e le cooperative. Nessun accordo, né tantomeno la volontà di trovare una soluzione in tempi brevi al problema. Il latte ragusano viene svenduto con un mercato libero, al migliore acquirente, con un prezzo che oscilla tra i 32 e i 33 centesimi al litro. “Siamo moderatamente fiduciosi – afferma il direttore della Coop, Salvatore Cascone -. Il prezzo in altre regioni segna un leggero aumento e questo sicuramente ci fa ben sperare ha detto ancora Cascone -. In questo momento le nostre aziende e i soci vivono un momento di grande difficoltà per il mancato accesso al credito e per i costi delle materie prime che sono in costante aumento”.

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