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20/06/2012 -

Ambiente/Cultura e Spettacolo/

TERRAVECCHIA: LA POMPEI DI SICILIA

I componenti della missione archeologica francese considerano  una Pompei siciliana, perché lasciata così come si trovava all’indomani del terremoto del 1693. Questo quanto comunicato dal professore Philippe Racinet, professore di Storia e Archeologia medievale presso l’Université de Picardie, nel corso della conferenza stampa svoltasi presso il palazzo di Provincia alla presenza del Commissario Giovanni Scarso, di Giovanni Di Stefano, direttore del parco Archeologico di Kamarina, e di Giovanni Berretta, presidente del Comitato di Gemellaggio. “Da oltre dodici anni gli scavi archeologici della antica cittadina di Terravecchia – dichiara il Commissario Giovanni Scarso – nel territorio di Giarratana, sono al centro di un gemellaggio culturale tra Ragusa, il dipartimento dell’Oise e l’Université de Picardie. Anche quest’anno – ha detto ancora il Commissario Scarso -, la Provincia ha potuto ospitare gli archeologi francesi, studenti e docenti, ma grazie all’intervento dell’Unicredit di Ragusa che ha sponsorizzato l’evento. L’alto valore culturale di questo gemellaggio, non è solo un momento importante per gli studiosi coinvolti negli scavi, ma per l’intera comunità iblea perché apportatrice di ulteriori scambi culturali e turistici”. “Dopo anni di studi e ricerche non invasive – spiega il capo missione Philippe Racinet – siamo riusciti a creare una planimetria del sito e stabilire la grandezza e l’importanza della chiesa di San Giovanni. Terravecchia è stata abbandonata dai suoi abitanti dopo un tentativo di ricostruzione in loco, ma qualcosa ha fatto desistere i cittadini nel continuare a restaurare quanto distrutto dal terremoto ed edificare in altro luogo l’attuale Giarratana. Il prossimo passo – conclude Racinet – sarà il restauro della chiesa utilizzando fondi europei per permetterne la pubblica fruizione”. La missione francese è formata da Julie Colaye, Sebastien Porcheret, Nicolas Bilot, Victorien Leman, Juliette Maquet, Sadaine Mouny, Sabine Racinet e Philippe Racinet.

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