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07/07/2012 -

Istruzione/Pubblica Utilità/Società/

Lo sport come “farmaco” nelle patologie cibo correlate

Anche l’attività fisica può avere la funzione di un farmaco. A patto che sia ben dosata e soprattutto prescritta dopo l’attenta valutazione di un medico dello sport. E’ uno degli elementi più interessanti emersi venerdì sera a conclusione del convegno medico di aggiornamento tenuto nei locali della Scuola regionale di sport della Sicilia con sede a Ragusa. Promosso dal comitato provinciale della Federazione italiana di atletica leggera, con il coordinamento scientifico della Farmacia Guccione di via Carducci, l’appuntamento ha visto la presenza dei presidenti regionale e provinciale Fidal, rispettivamente Paolo Gozzo e Adolfo Padua, oltre ad Antonio Palma, presidente del corso di laurea in Scienze e tecniche dello sport, che si è occupato di coordinare e moderare i lavori. Il presidente provinciale della Fmsi, la Federazione medici sportivi italiani, Gaetano Iachelli, ha comunicato che l’area iblea, assieme a Enna Palermo e Messina, è stata inserita (oltre alla Sicilia anche le province di altre tre regioni italiane) in un programma ministeriale teso a testare proprio la valenza dell’attività fisica come farmaco nelle patologie cibo correlate. L’incontro era rivolto essenzialmente agli sportivi e ai dirigenti dello sport. I quali hanno seguito con particolare interesse la relazione del medico nutrizionista Aronne Romano che, parlando dell’alimentazione pro zona e della sua applicazione nello sport, ha smentito che la stessa sia basata su un iper rapporto proteico quanto piuttosto su un rapporto equilibrato tra carboidrati e proteine. Un mix equilibrato che determina effetti positivi sulla salute, sulle prestazioni oltre che sul recupero degli infortuni.

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