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21/07/2012 -

Ambiente/Cronaca/

RAGUSA, ACQUA INQUINATA IN DUE SORGENTI

Una situazione “molto preoccupante”. E la causa dell’inquinamento, a distanza di quasi due anni, non è ancora stata identificata. Il dirigente dell’Arpa Ragusa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, Lucia Antoci, ha seguito costantemente, insieme agli altri enti, come Asp, Genio Civile e Comune, la questione dell’inquinamento delle acque delle sorgenti Misericordia e Oro Scribano, acque che da due anni (eccezion fatta per qualche mese ma solo relativamente alle acque della Misericordia) non vengono immesse nella rete idrica perchè presentano, tra l’altro, anche tracce di salmonella. Oltre alla perdita del prezioso liquido (la Misericordia, nei periodi di secca, dà almeno 35 litri d’acqua al secondo) c’è un altro rischio. Lo stesso esperto Paolo Roccuzzo lo aveva evidenziato nella sua relazione del dodici gennaio scorso dove sottolineava “l’altissimo rischio che le due sorgenti, causa l’inquinamento, vengano perse in maniera definitiva, con grave danno per l’approvvigionamento idrico nella città”. Pericolo avvertito sin da subito dall’Arpa. E il passo seguente: “Non va sottovalutato il rischio che le acque della Misericordia e Oro che sono deviate al fiume possano compromettere anche i nove pozzi insistenti sul fiume medesimo inquinandole”. Un’ipotesi assolutamente possibile, come spiegano i tecnici. Le acque di quelle due sorgenti vengono deviate nel torrente Ciaramite, che poi si getta nel fiume. “Nel Ciaramite – spiega la Antoci – ci sono evidenze delle tracce di inquinamento riscontrate nelle due sorgenti”. Pur non essendo automatico, il rischio di inquinamento che paventa Roccuzzo c’è tutto. Da qualche tempo i dati, sia chimici che batteriologici, della sorgente Misericordia, che è la più importante, sono buoni. E tuttavia c’è una dipendenza tra le due fonti, tali da non consentire l’immissione del prezioso liquido della Misericordia nella rete idrica per l’uso potabile. Di recente, la dirigente dell’Arpa ha incontrato i consiglieri della commissione che si occupa di questi temi, spiegando in modo dettagliato la situazione. A breve consegnerà al Comune una relazione “dettagliata che fotografa la situazione”. Una cosa è certa la situazione complessiva “non è migliorata” – spiega la dottoressa Antoci. Sulla vicenda la Procura della Repubblica aveva aperto anche un’inchiesta. I Nas hanno effettuato una serie di controlli, con sequestri e denunce in aziende agricole con concimaie non a norma. E tuttavia il problema è tornato a ripresentarsi. Per questo si sta tentando, con dei traccianti, di capire la fonte dell’inquinamento.

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