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08/08/2012 -

Politica/

“E’ indispensabile dare un segnale alle piccole e medie imprese presenti sul nostro territorio. E i Comuni possono farlo al momento di definire le aliquote della seconda rata dell’Imu”. E’ la Cna provinciale di Ragusa ad intervenire su un argomento di scottante attualità visto il carico fiscale crescente. In una lettera aperta inviata alle Amministrazioni comunali dell’area iblea, il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, invita gli “enti locali ad abbassare l’aliquota di base del 7,6 per mille per i laboratori artigianali, gli opifici e i capannoni che ospitano attività produttive”. I vertici Cna chiariscono anche il perché di una tale proposta. “I dati pressoché definitivi del versamento della prima rata della Imu – sostiene infatti Massari – hanno fornito risultati che, a sentire il Governo e, in particolare, il ministero dell’Economia e delle Finanze – continua Massari -, hanno rispettato le attese dal punto di vista del gettito. Con la seconda rata, addirittura, il risultato potrebbe essere migliore rispetto alle previsioni iniziali. Lo Stato, quindi, ha recuperato la prevista somma che ha dato una grossa mano d’aiuto nella complessa operazione di pareggio dei conti, mentre i Comuni hanno potuto rimpinguare le proprie casse, equilibrando gli introiti che, sino allo scorso anno, erano determinati dal pagamento dell’Ici. Un risultato – ha detto ancora Massari – che, a quanto pare, potrebbe essere raggiunto anche abbassando alcune aliquote”. Da questa riflessione la precisa richiesta della Cna. “Siamo d’accordo – prosegue Massari – sul fatto che l’aliquota sulla prima casa debba rimanere la più bassa possibile; concordiamo sul fatto che sono stati svincolati i fabbricati rurali dall’eccessiva tassazione; è opportuno, altresì, che sulle seconde case si possa registrare un maggiore aggravio. Ma non è possibile – ha detto ancora Massari – che gli edifici adibiti ad attività di produzione, gli opifici, i laboratori artigianali siano considerati alla stessa stregua delle seconde case e che, quindi, per quanto riguarda la tassazione in questione, seguano la stessa sorte”. “Stiamo parlando, nello specifico – aggiunge il segretario provinciale Cna Ragusa, Giovanni Brancati – di strumenti di produzione di lavoro. Ed è per questo motivo – ha detto Brancati – che chiediamo una opportuna differenziazione. I sindaci dell’area iblea accolgano le esigenze delle piccole e medie imprese, strangolate da un carico fiscale eccessivo, e facciano in modo di mantenere i fabbricati in questione al livello minimo sul fronte della seconda rata dell’Imu. Se possibile, considerato che le somme introitate dovrebbero essere superiori addirittura a quanto stimato inizialmente, chiediamo – ha detto Brancati – che le aliquote siano abbassate se non al livello della prima casa quantomeno ad una percentuale che garantisca di fornire un chiaro ed univoco segnale alle imprese. In tal senso con apposite circolari si sono chiaramente pronunciati sia il Ministero dell’Economia e delle Finanze sia la stessa Anci. I Comuni hanno tempo sino al 30 settembre per decidere in proposito. Ci faremo portavoce di questa necessità presso le singole Amministrazioni – conclude Brancati anche attraverso incontri specifici che terremo di qui a breve. Nel caso in cui troveremo orecchie sorde alle predette richieste, non esiteremo a far valere le nostre ragioni nelle sedi dovute”.

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