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08/08/2012 -

Economia e Finanza/Società/

SANTA CROCE, LA CRISI DELLA SERRICOLTURA

Una distesa di colture in serre; tre milioni di metri quadrari di plastica bianca spalmati su 550 aziende che producono ortaggi e fiori. Una produzione ricchissima, quella di Santa Croce Camerina, che si scontra con una crisi di mercato devastante che ha tagliato le gambe anche alle strutture economicamente più solide. Il 30 per cento delle imprese ha deciso di non avviare la nuova campagna agraria. Troppo elevati i costi di produzione. Per coprire una struttura media, pari a mille metri quadrati di serre, ci vogliono tremila euro. Il costo della plastica incide in maniera rilevante: 2 euro e 50 al chilogrammo, più le spese per gli spaghi, le piantine e la manodopera. Una crisi gravissima, che tende ad assumere carattere strutturale, attraversa l’intero sistema agroalimentare che non ha più prospettive di certezza per il suo futuro. “Il futuro è molto incerto – spiega Peppe Russotto, uno dei produttori – e molte aziende, per la mancanza di liquidità, sono costrette a chiudere. Manca la solidità finanziaria per acquistare piantine e plastica nei magazzini e per iniziare la nuova campagna agraria”. La storia dell’azienda Cappello, in contrada Sughero, è simile a quella di tante altre strutture serricole. “Ho avuto la forza d’animo di chiudere anzitempo – racconta Antonio Cappello – prima ancora di iniziare una nuova avventura e accumulare altri debiti. Fortunatamente il bilancio di fine anno si chiude in parità. Ma da domani sono alla ricerca di un lavoro”. Il rischio che migliaia di piccole aziende agricole rimangano definitivamente fuori dal mercato è concreto ed è tale da tracciare un incontenibile decadenza dell’intero settore primario rendendolo sempre più marginale rispetto ai mercati nazionale ed internazionale. Quel tessuto produttivo essenzialmente costituito dalla piccola impresa quasi sempre a gestione familiare di limitate dimensioni, che vanno da meno di un ettaro ad un massimo di 3 ettari, pari a circa il 92% del totale delle imprese, fondamentale per l’economia di Santa Croce, viene oggi strozzato da fattori essenziali per la sua sopravvivenza. La costituzione del consorzio tra piccoli produttori, a Santa Croce, rappresenta l’anello di congiunzione che manca.

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