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09/08/2012 -

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Ragusa, che fine ha fatto il censimento degli immobili?

Se lo chiede Giovanni Iacono di Italia dei Valori che scrive: “Il censimento doveva farsi entro sei mesi, ma dopo 5 mesi a che punto sono al Comune di Ragusa?”. Il coordinatore provinciale del partito di Antonio Di Pietro prosegue: “I dati che sono stati richiesti al Comune di Ragusa come a tantissime altre migliaia di Comuni in Italia per la campagna nazionale di stop al consumo di territorio sono facilmente rilevabili e sono già in possesso del Comune e pertanto non comprendo perchè altri Comuni d’Italia hanno subito aderito alla richiesta dei dati di censimento e al Comune di Ragusa la fretta ce l’hanno solo quando devono approvare espansioni urbanistiche e surrogati di Peep. La lotta al consumo di suolo – scrive Giovanni Iacono – è una lotta tesa non solo a salvaguardare suolo agricolo dalle speculazioni edilizie, ma è una battaglia di civiltà, un modello di sviluppo alternativo e ricco di futuro che preserva la terra, l’ecosistema, il paesaggio, la memoria e l’identità storica oltre alla produzione di cibo. Nel nostro paese i dati sul consumo di suolo sono drammatici e si viaggia irresponsabilmente nell’ordine di 100 ettari al giorno che vengono sottratti all’agricoltura per essere cementificati. Negli ultimi 10 anni ci ricorda Giovanni Iacono – si è consumato un suolo agricolo equivalente alle intere regioni di Lazio e Molise. In 40 anni si è ridotta di 1/3 la Superfice Agricola utilizzabile. Dati agghiaccianti che hanno prodotto inquinamento, desertificazione, crisi economica e svuotamenti di centri storici, e Ragusa, in questa direzione, è un modello negativo per eccellenza. Il Comune di Ragusa inverta radicalmente rotta – conclude Giovanni Iacono – e cominci dal patrimonio abitativo esistente e quindi dal censimento chiestogli”.

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