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29/10/2012 -

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IL RICORDO DI SPAMPINATO A 40 ANNI DALLA SUA MORTE Occhetto: “Non si è limitato a dire la verità, ma l’ha cercata”

Giovanni Spampinato oggi avrebbe sessantacinque anni, qualcuno però ha deciso di fermare la sua vita con alcuni colpi di pistola quando di anni ne aveva appena 25. Il cronista ucciso a Ragusa continua a sopravvivere nella testa, nel cuore e sulle spalle, dei familiari innanzitutto, dei suoi amici ma anche dei tanti giornalisti che non lo hanno conosciuto e non hanno potuto misurare, apprezzare, condividere o contestare il suo giornalismo. “Assassinato perché cercava la verità” è stato il titolo dell’Ora del 28 ottobre di Vittorio Nisticò e quel titolo dice tutto sul “taglio” professionale che Giovanni aveva deciso di darsi in una provincia come quella di Ragusa che viveva ai margini dell’informazione in Sicilia. Il Centro Studi “Feliciano Rossitto’, la sezione di Ragusa dell’Assostampa e l’Aiga di Ragusa hanno promosso un incontro per ricordare la figura del corrispondente dell’Ora col contributo del giornalista Franco Nicastro, dell’avvocato Gaetano Barone e dell’ex segretario regionale del Pci dell’epoca Achille Occhetto. I lavori aperti dal presidente del Centro Studi Giorgio Chessari che ha portato anche il saluto dei fratelli Alberto e Totuccio, impegnati fuori sede. Occhetto ha ripercorso le tappe di quella vicenda quando era segretario regionale del Pci e quando venne ad inaugurare la sede del Pci a Ragusa intitolata a Giovanni Spampinato. “Quando celebriamo Spampinato bisogna togliere i veli alla stagione stragista che ci fu in quegli anni in Italia: dalla strage di piazza Fontana all’Italicus. Non si è limitato a dire la verità ma l’ha cercata perché non era un semplice passacarte. Il suo omicidio rimane un caso oscuro: non fu un affare di famiglia”.

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