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17/11/2012 -

Cronaca/

Usura ed estorsione ai danni di imprenditori ragusani

La Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura, ha portato all’individuazione e all’arresto di due presunti responsabili di usura ed estorsione aggravata ai danni di imprenditori ragusani. Gli agenti di Polizia, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del pensionato palermitano con precedenti specifici Domenico Caggegi, 65 anni, e del commerciante marocchino Rahal Dahdahi, 43 anni, entrambi abitanti a Ragusa. Per gli inquirenti alla base di tale attività c’era la necessità degli arrestati di ottenere cospicue somme di denaro per fronteggiare la crisi, creando un rapporto usuraio che è apparso come un’immediata possibile soluzione per le loro difficoltà economiche. “L’attività di indagine trae le sue origini dalla particolare attenzione che la Squadra Mobile di recente – spiega il vice questore aggiunto Francesco Marino – ha mostrato nei confronti di quei soggetti anche legati al mondo della piccola imprenditoria ai quali, a seguito di intervenute difficoltà economiche, causate anche dal particolare periodo contingente, sono stati preclusi crediti bancari e pertanto sono incappati nelle morse dell’usura, fenomeno peraltro socialmente riprovevole per la sua caratteristica di base, che costituisce di per sé una fonte inesauribile di illeciti guadagni per quei soggetti dediti a tale attività. Le indagini hanno consentito di accertare che i due indagati immediatamente dopo la “concessione” del prestito, si facevano reiteratamente restituire dietro minacce somme di denaro ad interessi usurai (sproporzionati rispetto ai tassi applicati sul mercato per operazioni similari, ovvero superiori ai tassi correnti, quale compenso per numerose operazioni di finanziamento effettuate attraverso continue operazioni di cosiddetto “cambio assegni”, effettuate dall’ottobre 2009 ad oggi)”. In alcune circostanze è stata anche monitorata l’acquisizione della proprietà di beni mobili quale compenso per operazioni di “rinnovo” a favore degli arrestati. Le vittime hanno raccontato i fatti, nonostante l’iniziale riluttanza. “In particolare – aggiunge il dirigente della Squadra Mobile – il rapporto di fiducia instaurato nel frattempo con due coniugi titolari di una piccola impresa, ha consentito di dare uno slancio ulteriore all’indagine, permettendo di individuare l’entrata in scena di altri soggetti dediti al cosiddetto fenomeno dello strozzinaggio, sul conto dei quali sono tutt’ora in corso indagini da parte di quest’Ufficio”.

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