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30/11/2012 -

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LEGAMBIENTE: “NO ALLE TRIVELLE NELL’AREA DELL’IRMINIO”

Otto pagine. Una fitta relazione per contrastare le trivellazioni nella zona dell’Irminio. Legambiente torna alla carica per difendere il territorio. Lo storico circolo ambientalista ibleo nei giorni scorsi ha presentato le osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa alle nuove ricerche di petrolio lungo il fiume Irminio, dove vengono evidenziate le emergenze ambientali dell’area in questione, nonché i rischi a cui tali emergenze sono sottoposti, in primis la preziosissima falda acquifera. Legambiente ha anche provveduto a diffidare il Soprintendente ai Beni Culturali di Ragusa, intimandogli di annullare il parere positivo concesso alla società Irminio srl relativo alle ricerche di idrocarburi in quanto tali operazioni sono vietate dal Piano Paesaggistico. “Ancora una volta quindi un intervento per il rispetto dell’ambiente e della legalità, per la difesa di ambiente e paesaggio, che sono le nostre vere risorse petrolifere” – spiegano gli ambientalisti in un comunicato. Dal canto suo il soprintendente, Alessandro Ferrara, replica: “Non c’è alcun provvedimento da ritirare. Non abbiamo dato alcuna autorizzazione. Si tratta solo di un parere di massima che non autorizza nulla”. La “partita” si giocherà tutta a Palermo, perchè il piano paesaggistico, che nella formulazione attuale nei fatti bloccherebbe la richiesta, potrebbe essere “emendato” per via delle numerose osservazioni presentate. Una diversa formulazione della voce relativa alle “attività industriali”, infatti, potrebbe far cambiare le cose. Ma si tratta di un discorso che dovrà essere affrontato, in termini complessivi, dall’Osservatorio regionale sul paesaggio, che analizzerà il piano della provincia di Ragusa probabilmente entro la fine dell’anno. Ma in quelle otto pagine i motivi del “no” alle trivelle sono indicati in maniera chiara. Innanzitutto la questione delle falde acquifere. “Tutta la zona in cui dovrebbero essere realizzati i pozzi esplorativi – rileva Legambiente – ha un alto grado di vulnerabilità”. Poi l’aspetto ambientale, trattandosi di aree di particolare pregio con flora e fauna che vanno salvaguardati. Un nuovo braccio di ferro, quindi, a tutela del territorio e delle sue risorse naturali.

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