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29/12/2012 -

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LA PROTESTA DEGLI INDIGENTI Terzo giorno di presidio davanti al Comune di Ragusa

L’anno che viene sarà ancora più difficile per chi vive con il sussidio a Ragusa, per chi lavora per tre mesi custodendo ville comunali e bagni pubblici, e poi per altri tre mesi resta a casa. Le regole sono cambiate. Ai Servizi sociali saranno fatti dei bandi con graduatorie. Il cambiamento, però, non piace agli indigenti del capoluogo, che da tre giorni continuano a protestare davanti al palazzo del Comune. Per capodanno non avranno nulla da festeggiare, ma lanciano un invito alla cittadinanza. “Chi vuole esprimere solidarietà per la nostra causa, chi vuole fare un brindisi per strada dice uno di loro, Alessio Virzì – può farlo insieme a noi, qui sul marciapiede di corso Italia”. Luisa, una delle donne che stanno manifestando, lancia un appello anche al Commissario straordinario. “Se la signora è mamma e moglie, dovrebbe capirci – dice – perché non ci autorizza nemmeno a montare una tenda, per poterci riparare dal freddo? Non siamo dei canià”. In questa prima protesta dei poveri di Ragusa – è la prima volta che nel capoluogo gli indigenti manifestano contro i tagli ai servizi sociali ci sono anche dei bambini. Fra di loro Salvatore, 5 anni. A Natale sotto l’albero ha trovato un unico regalo utile: un giubbotto blu, che ora indossa. Poi c’è Francesco, che inizia a capire perché la sua mamma anziché andare a lavorare alla villa comunale, resta giorno e notte, davanti al palazzo del Comune, a protestare. “Ci hanno detto che adesso lavorerà di più chi ha più bisogno, chi ha più figli, chi possiede più requisiti per entrare in queste graduatorie – dice un manifestante – e chi ha un solo figlio ed è disperato e non ha lavoro che fa? Si ammazza?”. La cosa che urta di più chi da tre giorni presidia il marciapiede di corso Italia, è il non essere considerati. Ancora una volta questa gente si sente invisibile. “Voglio comunicare col Commissario, tramite voi giornalisti, visto che non mi concede la parola – dice Virzì – voglio sapere perché non ci vuole incontrare, perché in questi giorni è entrata ed uscita dal palazzo scortata dai vigili urbani e sempre dall’uscita posteriore, che dà sull’atrio del palazzo della Prefettura? Perché ha paura di noi? Siamo solo persone che vogliamo essere trattate come persone”. Perfino l’usciere quando apre e chiude il portone del palazzo comunale, venerdì, si è fatto scortare da qualche vigile urbano. Tutti i cittadini possono entrare a palazzo dell’Aquila, ma nessun manifestante può varcare quel cancello: pena una denuncia alla Digos. Venerdì la Caritas ha portato di nuovo da mangiare agli ultimi di Ragusa. Comune-di-Ragusa

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