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15/02/2013 -

Cronaca/

Ragusa, al lavoro la task force contro l’inquinamento dell’acqua

Una situazione estremamente complessa, e le soluzioni non sembrano a portata di mano. Il pool di lavoro composto da Nas, Comune, Provincia, Arpa e Asp nelle aziende sequestrate perchè non in regola con le norme ambientali hanno dato la dimensione della criticità della situazione. Sono proprio i liquami i maggiori indiziati dell’inquinamento delle sorgenti Oro e Misericordia, che hanno poi contaminato, in quanto non immesse nella rete idrica ma nel torrente, il Ciaramite e infine i pozzi B e B1. Ieri mattina i rappresentanti dei cinque enti, compreso il Commissario straordinario di Palazzo dell’Aquila, Margherita Rizza, hanno visitato le cinque aziende colpite dal provvedimento di sequestro disposto dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia, sequestri convalidati dal Gip. Si tratta di aziende che ricadono nella aree di ricarica delle due sorgenti, nelle quali, da oltre due anni, sono chiari i segni dell’inquinamento da ammoniaca, ma anche, in passato, con tracce di salmonella. Ciascun ente dovrà produrre una propria relazione, a seconda delle proprie competenze, sullo stato dei luoghi e sulle possibili soluzioni. In realtà gli spazi per gli interventi, quelli realmente risolutivi, appaiono molto limitati, perchè i costi da affrontare sarebbero elevati. Se il problema sono davvero i liquami, trattandosi in alcuni casi di aziende anche molto grandi, c’è da chiedersi: come si individueranno altre forme di smaltimento, non esistendo, ad esempio, un impianto di biogas? La risposta, ovviamente, dovranno darla i tecnici, mentre spetterà all’autorità giudiziaria approfondire l’eventuale aspetto penale e agli enti pubblici trovare soluzioni in via amministrativa. I pozzi B e B1 continuano, intanto, a rimanere chiusi, stessa cosa per le due sorgenti.
trote

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