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19/03/2013 -

Società/

LEGAMBIENTE CONTRARIA ALL’IMMISSIONE IN RETE DI ACQUA NON POTABILE

legambienteNuovo intervento di Legambiente sulla situazione idrica a Ragusa. L’associazione ambientalista si dice contraria all’immissione in rete di acqua non potabile. “E ciò perché – spiega Legambiente – le alternative ci sono, anche nell’immediato. Una prima alternativa consiste nell’utilizzo dei pozzi dell’Asi che hanno una portata considerevole. L’Asi – dichiara Legambiente in un comunicato stampa – dispone attualmente di circa 300 l/s, di cui circa 160 l/s da 6 pozzi (Moncillè 1 e 2, Ottaviano, Lusia, Stradella e Piazzale) e dalla sorgente Lusia (fonte Ato Idrico di Ragusa), il resto da 5 pozzi dell’Enichem, finiti alcuni anni fa nella disponibilità dell’Asi, con una portata teorica di 140 l/s (fonte studio geologico e idrogeologico del comune di Ragusa). Attualmente l’Asi produce poco più di 3 milioni di mc di acqua l’anno pari ad una portata di circa 100 l/s, ma ne perde il 55% durante l’adduzione ai serbatoi a causa dei due impianti di sollevamento e distribuzione, il vecchio e il nuovo, parzialmente funzionanti. Basterebbe un intervento di manutenzione straordinaria per avere non solo acqua a sufficienza ma anche in abbondanza. Ovviamente dopo l’opportuna verifica di potabilità – scrive ancora Legambiente -. Non vanno inoltre sottovalutate le enormi potenzialità legate al risparmio idrico – scrive ancora Legambiente -, sia per quanto riguarda le perdite in rete (ad un recente convegno abbiamo appreso che si può lavorare già nell’immediato modulando la pressione nei tubi per limitare il danno) sia per quanto riguarda gli stessi consumi idrici. A Ragusa si emungono dalla falda ben 12.360.000 mc/anno, pari ad una dotazione idrica di circa 500 litri al giorno per abitante (!): tale quantità esorbitante è necessaria – scrive Legambiente – perché, grazie alle perdite, al cittadino ne arriva circa la metà, che è comunque 4-5 volte il minimo necessario secondo l’Oms. Una seria campagna informativa ed educativa, nonché una seria modulazione dei costi della risorsa, che penalizzi gli sprechi con costi via via crescenti man mano che aumentano i consumi, potrebbe liberare già immediatamente notevoli quantità di risorse idriche”.

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