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20/03/2013 -

Cronaca/

BLOCCO DEGLI ACCESSI ALLA SPIAGGIA DI PUNTA SECCA, I DENUNCIATI SALGONO A CENTO

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa, nel prosieguo delle indagini che sono scaturite dal sopralluogo condotto lo scorso 26 agosto sul litorale santacrocese, famoso per la fiction del Commissario Montalbano, hanno denunciato in stato di libertà altre quarantasei persone alla Procura della Repubblica. Un primo rapporto dell’indagine era già stato redatto e depositato in Procura dai militari della motovedetta di Pozzallo che quel giorno, in agosto, avevano già multato quindici persone per aver parcheggiato sul demanio marittimo. I militari “di mare” avevano poi denunciato due persone per aver installato su area demaniale una pedana e un gazebo. Recentemente le persone multate che non avevano tempestivamente pagato si sono viste recapitare a casa le ingiunzioni di pagamento superiori ai quattrocento euro. Nei mesi successivi l’intervento, i militari del Nucleo operativo e radiomobile ibleo avevano proseguito e approfondito gli iniziali accertamenti tesi ad individuare i responsabili delle altre irregolarità riscontrate. Sono stati ritenuti illeciti i blocchi delle vie d’accesso all’arenile, che la legge vuole siano libere e sgombre da qualsiasi cosa. Su alcuni accessi, sei in particolare, invece, erano state arbitrariamente poste opere, anche murarie, finalizzate a impedire ai turisti, e agli utenti della battigia in genere, l’accesso alla spiaggia, costringendoli a fare lunghi giri per trovare un accesso aperto. Dei sei accessi trovati bloccati da manufatti permanenti (inclusi anche quelli apparentemente temporanei come una catena, ad esempio), situati tra le località di Caucana e Punta Braccetto, sono stati individuati e identificati i proprietari delle abitazioni a valle della chiusura, che di fatto traggono vantaggio dalla “privatizzazione” dell’area. Queste persone, complessivamente sessantasei sono state tutte deferite in stato di libertà per il reato di “abusiva occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata”. Si tratta di persone dall’età e dall’estrazione sociale più disparata. La stragrande maggioranza sono ragusani e camarinensi, ma non mancano vittoriesi, comisani, catanesi, palermitani, e addirittura milanesi, varesini, ravennati e un fiorentino. Tra questi ci sono anche un avvocato, un architetto, un giornalista, impiegati pubblici. I manufatti (cancelli, muretti, pali e paletti) erano stati rimossi ai primi di febbraio con l’ausilio del comune di Santa Croce Camerina e l’assistenza dei Vigili del fuoco. Le indagini, dopo la rimozione dei cancelli, sono proseguite sulla scorta di quando riscontrato ”sul campo”. E così sono state individuate altre 46 persone, proprietarie a vario titolo dei terreni situati a valle dei cancelli, che grazie a questi s’erano creati nel tempo esclusivi e “privatizzati” accessi al mare. Questi quarantasei si vanno a sommare con i sessantaquattro individuati già dai primi di gennaio. E tolti alcuni che nel frattempo o erano deceduti o avevano venduto il proprio immobile, gli indagati per i varchi di Caucana e Braccetto sono ora un centinaio.

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