“Lo dicono tutti. Anche i medici. Immettere nella rete idrica della città di Ragusa acqua non potabile è una follia. Significa che dovremmo vigilare nei confronti dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei nostri anziani, affinché non la utilizzino. E’ la posizione assunta da Confcooperative Ragusa sull’emergenza idrica che, nella città capoluogo, va avanti da oltre due mesi. “Anche perché – dice il presidente provinciale, Gianni Gulino – quando poi bisognerà disinfettare tutta la rete idrica, quali sono i costi che i cittadini saranno costretti a subire? L’acqua non potabile è una sciagurata ipotesi. Assolutamente da non fare passare. Chissà quanti sarebbero quelli che, se dovesse entrare in vigore l’ordinanza dal 2 aprile, chiuderebbero i rubinetti delle proprie abitazioni. E se ciò dovesse accadere, moltiplicato per tutti i residenti, o per buona parte tra questi, della città di Ragusa, il Comune che farà? Significa che non ci sarà consumo. Perché in molti, questo lo possiamo assicurare, l’acqua non potabile la rifiuteranno. E allora quale la soluzione? O si percorre la strada della potabilizzazione oppure si continua a soffrire, razionalizzando il prezioso liquido. Abbiamo, poi, questo finanziamento della Regione? Bene, ritengo che i pozzi si possano realizzare in tempi abbastanza rapidi. Si trovino le soluzioni necessarie”.
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