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17/07/2013 -

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LEGAMBIENTE, PRESENTATO IL DOSSIER “PER UN PUGNO DI TANICHE”

dossier Legambiente PozzalloPresentato mercoledì mattina a Pozzallo, in occasione della tappa siciliana di Goletta Verde, il dossier inedito “Per un pugno di taniche”. “E’ corsa all’oro nero nel mare e nel sottosuolo italiano – si legge nel comunicato stampa diffuso da Legambiente -: 24mila chilometri quadrati, un’area grande come la Sardegna, è sotto scacco delle compagnie petrolifere. Un fermento per le attività petrolifere – continua Legambiente – favorito da scellerata strategia energetica nazionale che punta al rilancio della produzione di idrocarburi e in particolare da norme, come l’articolo 35 del decreto sviluppo, approvato il 26 giugno 2012, che hanno riaperto la strada alle attività anche nelle aree sottocosta e di maggior pregio”. Alla presentazione del dossier vi erano Rossella Muroni, direttrice generale Legambiente, Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, direttore Legambiente Sicilia, alla presenza di Vera Greco, rappresentante della Regione Siciliana nella Commissione nazionale VIA-VAS, presso il Ministero per l’Ambiente. “Un vero assalto al mare italiano – continua Legambiente -, in particolare all’Adriatico centro meridionale, allo Jonio e al Canale di Sicilia dove, oltre a quelle già attive, potrebbero presto sorgere decine di altre piattaforme. Questo – scrive ancora Legambiente -, nonostante i numeri dimostrino l’assoluta insensatezza di continuare a puntare sul petrolio: il mare italiano, secondo le ultime stime del ministero dello sviluppo economico, conserva come riserve certe, circa 10 milioni di tonnellate di greggio che, stando ai consumi attuali durerebbero per appena due mesi”. “Nonostante i dati dimostrino una graduale uscita dal petrolio, nell’ultimo anno è aumentata la produzione di greggio nel nostro Paese – dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente -. Occorre fermare al più presto questa insensata corsa all’oro nero e per questo chiediamo al Parlamento di abrogare l’articolo 35 del decreto sviluppo, vera manna dal cielo per i petrolieri”. “I quantitativi di petrolio in gioco – continua Legambiente – sono davvero risibili e dimostrano l’assoluta insensatezza del rilancio delle attività estrattive e della spinta verso nuove trivellazioni volte a creare secondo i proponenti 15 miliardi di euro di investimento e 25 mila nuovi posti di lavoro – scrive Legambiente -. Nulla in confronto ad una politica energetica basata su risparmio, efficienza energetica e fonti pulite e rinnovabili che potrebbe portare nei prossimi anni i nuovi occupati a 250 mila unità. Ossia 10 volte i numeri ottenuti grazie alle nuove trivellazioni e soprattutto garantire uno sviluppo futuro, anche sul piano economico, sicuramente molto più sostenibile e duraturo. Nel canale di Sicilia – continua Legambiente – al momento ci sono 5 permessi di ricerca rilasciati per un totale di 2.446 kmq. Oltre ai permessi già rilasciati incombono nel Canale di Sicilia 10 richieste di permessi di ricerca per circa 4.050 kmq: a sud di Capo Passero (SR), a largo di Gela; a largo della costa di Pozzallo (tra Gela e Siracusa); a largo di Agrigento e nel tratto di mare tra Marsala e Mazara del Vallo”, scrive Legambiente nel comunicato stampa.

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