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19/09/2013 -

Cultura e Spettacolo/Storia/

A Pozzallo si ricordano i settant’anni dall’eccidio di Cefalonia e Corfù

cefaloniaIsole Ionie, 8 settembre 1943, l’armistizio tra l’Italia e gli alleati coglie di sorpresa la Divisione Acqui, alcune unità della Marina, i Carabinieri del VII° Battaglione mobilitato e il I° Battaglione mobilitato della Guardia di Finanza che presidiavano Cefalonia e Corfù. A Cefalonia e Corfù si fa festa: la guerra è finita. A seguito dell’annuncio dell’armistizio, l’ordine del Comandante dell’XI Armata italiana di consegnare ai tedeschi le armi individuali e tutte le artiglierie venne considerato apocrifo e il contenuto destò perplessità tra i militari della Acqui. I tedeschi avvalendosi dell’ordine dell’XI Armata italiana, invitarono il generale Antonio Gandin, comandante della Divisione Acqui, a disporre la cessione delle armi, comprese quelle individuali. Il Comandante della Divisione, dopo aver consultato i suoi comandanti, indisse un referendum il cui risultato, unitamente all’ordine del Capo di Stato Maggiore, lo orientarono a rifiutare la richiesta tedesca e a resistere con le armi. I tedeschi, che nel frattempo avevano ricevuto notevoli rinforzi, intimarono la resa, pena il ricorso allo scontro armato. La battaglia si protrasse sanguinosa e con alterne vicende dal 15 al 22 settembre e fu vinta dai tedeschi, che conseguirono il “successo” grazie alla superiorità dei mezzi e dei bombardamenti continui della loro aviazione. L’ingente numero di caduti confermò la tenace volontà degli italiani di resistere, nonostante non ci fosse possibilità di afflusso di rinforzi e di rifornimenti. La resa incondizionata da parte dei nostri soldati, e le ferocie già consumate durante i combattimenti non fecero desistere il generale Lanz, comandante tedesco, dal proseguire le criminali fucilazioni degli ufficiali e dei sottufficiali e soldati superstiti, fra le quali anche quella del generale Gandin. Coloro che non morirono durante le esecuzioni, morirono nel naufragio delle tre navi che li trasportavano verso i campi di lavori forzati nel territorio tedesco. Lo sterminio collettivo frutto del rifiuto di arrendersi e di accettare il disonore della prigionia, costituì il seme della resistenza armata, che doveva rappresentare la rinascita delle Forze Armate in un paese libero e democratico. In occasione del 70° anniversario, a Pozzallo il 20 settembre l’Amministrazione comunale e la Sezione Sicilia dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui hanno organizzato alcune iniziative per ricordare i militari caduti italiani a Cefalonia e Corfù: alle ore 10 nella piazzetta in Via dell’Arno sarà inaugurato un cippo. Il cippo è stato donato alla città dai familiari dei caduti e dei superstiti della Divisione Acqui. Dopo la inaugurazione del cippo saranno resi gli onori ai caduti. Nella Chiesa Madre Madonna del rosario, alle ore 12, don Mario Spinella cappellano di Marisicilia celebrerà una Messa in suffragio dei caduti. Alle ore 18 il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna e il presidente del Consiglio Comunale daranno il benvenuto alle autorità civili e militari. Alle 19 nello Spazio Cultura Meno Assenza sarà inaugurata la mostra Cefalonia 1943, documenti e immagini di storia, a seguire gli attori del Teatro Utopia di Ragusa metteranno in scena il recital Cefalonia 1943: il dovere di ricordare. La sceneggiatura del recital è stata tratta dalle memorie dei superstiti pozzallesi Angelo Emilio e Giovanni Santaera che fino alla loro scomparsa hanno tenuto vivo il ricordo dei compagni trucidati dai nazisti a Cefalonia. A Cefalonia i caduti siciliani furono numerosi, tra di essi: il soldato Giovanni Gugliotta, Pozzallo; il soldato Giardina Giuseppe, Pozzallo; il carabiniere Monteforte Antonio, Scicli; il soldato La Lota Giovanni, Vittoria; il soldato Asta Francesco, Scicli; il soldato Bini Biagio, Comiso; il soldato Buffa Antonio, Modica; il soldato Buscema Rosario, Modica; il capitano Antonio Paternò, Modica; il soldato Cilia Carmelo, Ragusa; il soldato Di Giacomo Giovanni, Comiso; il soldato Dicara Francesco, Comiso; il soldato Natalizio Franzo, Ispica; il soldato Frascaccia Orazio, Modica; il soldato GiallongoVincenzo, di Modica; il soldato Magro Angelo; il sergente Occhipinti Francesco Vittoria. Da Cefalonia fecero ritorno a casa, dopo una lunga prigionia nei campi di concentramento nazisti il pozzallese Francesco Abbondo, i modicani Orazio Cavallo, Antonino Gennaro già preside della scuola Media Rogasi di Pozzallo e il ragusano Giovanni Distefano artigliere della Acqui. Ritornarono presso le proprie famiglie in provincia di Ragusa anche il comisano Giorgio Cascone e il ragusano Giuseppe Criscione, che la nostra emittente ha intervistato alcuni anni fa registrandone l’importante testimonianza storica. A Palermo vivono ancora i superstiti Giorgio Lo Iacono e Cosimo Pinio e negli Stati Uniti, Giuseppe Benincasa. L’organizzazione delle celebrazioni del 70° anniversario dell’eccidio di Cefalonia e Corfù, a Pozzallo, è stata resa possibile grazie alla collaborazione di diverse istituzioni dello Stato: il Comune di Pozzallo, i comandi locali e regionali dell’Esercito, della Marina, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Sono attese a Pozzallo, oltre al Console onorario di Grecia, Arturo Bizarro Coutsogeorgu, numerose autorità civili e militari. Alle celebrazioni parteciperanno gli studenti dell’Istituto Comprensivo Antonio Amore. Altre iniziative saranno organizzate per gli studenti nel corso dell’anno.

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