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21/11/2013 -

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RAGUSA, SI DICE TURISMO SI VUOL FARE CEMENTIFICAZIONE

segnaletica turisticaIl turismo non produca devastazione ambientale, ma sia uno dei motori per salvaguardare e riqualificare. Legambiente Circolo “Il Carrubo”, Speleo Club ibleo, Gruppo acquisto soldiale “Il Colibrì” e R.o.s.a, rete organizzazioni sociali e associazioni di Ragusa, lanciano l’allarme sulla nuova colata di cemento che sta per arrivare sulla campagna iblea. “Mentre l’ennesimo disastro ambientale in Italia mette in evidenza i rischi dell’impermeabilizzazione del territorio, a Ragusa i signori del cemento tentano un nuovo assalto. Infatti, dopo aver cementificato la campagna alla periferia di Ragusa con i piani Peep, aver disseminato di centinaia e centinaia di villette illegali le zone agricole, adesso – scrivono le quattro associazioni – il partito del cemento, come paventato, si inventa la scusa del turismo per continuare a devastare il territorio, proponendo la costruzione di alberghi in piena campagna per oltre 400.000 metri cubi! Una campagna, quella iblea, dove negli scorsi anni, al netto degli ex agglomerati abusivi, sono stati costruiti più di 5 milioni di metri cubi. Un’altra città come Ragusa! Con la scusa della ricettività si sta probabilmente tentando ciò che è riuscito nel passato, cioè costruire strutture ricettive – sostengono le associazioni – e poi trasformarle in appartamenti da vendere. Paradossalmente ciò accade mentre prosegue il suo iter il disegno governativo per la difesa del suolo, che ha come finalità la valorizzazione, promozione e tutela dei terreni agricoli, del paesaggio e dell’ambiente e come aspetto qualificante il non poter costruire utilizzando nuovo suolo se non si è già intervenuti sull’esistente. Ancora una volta Ragusa – sottolineano le associazioni – rischia di rimanere indietro a livello culturale. Il vero problema non è oggi aumentare i posti letto esistenti, quanto aumentarne l’utilizzo destagionalizzando l’offerta turistica, puntando sulla qualità, sulla bellezza, sull’efficienza. Invece di correre appresso a chimere e modelli anni ’60 – concludono le associazioni – occorrerebbe guardarsi intorno. La Francia ha meno posti letto dell’Italia ma più turisti! Dopo le grandi città d’arte, sono i territori naturali e quelli agricoli, paesaggisticamente più curati, quelli più frequentati dai turisti”.

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