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06/01/2014 -

Ambiente/

LA BEFANA ANIMALISTA REGALA CARBONE AL DIRIGENTE LUMIERA DEL COMUNE DI RAGUSA

aidaGli animalisti si dichiarano “arrabbiati” per il dimezzamento dei fondi impegnati per la gestione del Rifugio Sanitario Comunale di Ragusa per il biennio 2014-2015. Secondo l’Aida, associazione iblea per i diritti degli animali, l’Avviso di Interesse formalizzato dal Dirigente del Settore I° del Comune di Ragusa, presenta “una serie di incongruenze burocratiche, di condizioni amministrative assurde, di evidenti ‘dimenticanze’ nei confronti delle cucciolate e dei felini bisognosi del servizio di ricovero e, per finire, l’Avviso contiene i soliti difetti e limiti della precedente Convenzione, come se l’esperienza degli scorsi 8 mesi di gestione non avesse insegnato nulla e non dovesse invece servire ad affinare e dettagliare meglio indifferibili procedure innovative”. “Insomma – prosegue l’Aida – un Avviso Conoscitivo da revocare e riscrivere dalla A alla Z facendo soprattutto tesoro dell’esperienza maturata finora. Ecco perché ci rivolgeremo al Prefetto, all’Amministrazione, alla Commissione Affari Generali e al Consiglio Comunale di Ragusa”. “Purtroppo non è la prima volta, prosegue il comunicato stampa – che le Associazioni Animaliste della nostra provincia si ritrovano obbligate ad assistere alla ingiustificabile superficialità di taluni uffici comunali relativamente all’affidamento dei servizi di gestione dei rifugi e delle adozione dei randagi. Nel luglio del 2011 l’Associazione Athaliè di Vittoria e l’Aida Iblea, tramite propri legali, impugnarono la gara di appalto preparata dal Comune di Vittoria riuscendo a far saltare il sistema assurdo di aggiudicazione che prevedeva non l’offerta economicamente più vantaggiosa, basata su di un limpido e trasparente rapporto qualità-prezzo, ma addirittura una aggiudicazione basata fondamentalmente sul ‘ribasso economico’ e quindi a discapito della qualità del servizio, del benessere degli animali e dei livelli di adozione dei randagi stessi”. Ritornando all’Avviso di Interesse, redatto e sottoscritto dal Dirigente del Settore 1° Affari Generali del Comune di Ragusa, pubblicato da una decina di giorni sull’Albo Pretorio dell’Ente stesso, con scadenza 20 gennaio 2014, l’Aida contesta, oltre al taglio netto dei fondi, le disposizioni per la cattura dei cani “che dovrebbe avvenire solo in alcune ‘specifiche condizioni limite’, tradendo e calpestando, come con scarponi infangati, la legge 15 del 2000 (ovvero la legge siciliana sul randagismo, la più copiata e avanzata d’Italia). Addirittura secondo tale procedura tutti i cuccioli e le cagne gravide dovrebbero essere lasciati al freddo, alla sete e alla fame, abbandonati per strada, visto che di essi non c’è traccia nel testo dell’Avviso”. “Anche per tutte le richieste inerenti i gatti – prosegue l’Aida – non si prevede completamente nulla, nessun tipo di cattura, né per quelli incidentati né per quelli feriti né tantomeno per quelli smarriti dai legittimi proprietari”. “Un servizio, invece, che doverosamente doveva essere inserito nell’Avviso di Interesse – ribadiscono gli animalisti iblei – era l’istituzione di un numero centrale unico di emergenza a cui tutti i cittadini dovrebbero potere rivolgersi senza tanti giri e rigiri e senza rimpalli fra un ufficio comunale ed un altro, in maniera da garantire, fra l’altro, una reperibilità h24 per i numerosissimi casi urgenti, notturni, domenicali e festivi”. L’Aida annuncia un’azione di protesta “Per il Rispetto degli Animali e dei Randagi” in Piazza Poste a Ragusa per la mattina di lunedì 13 gennaio, dalle ore 10.30 alle ore 12.30. “Saremo davanti al Comune coi nostri animali, – scrive l’Aida – muniti di collare, guinzagli e raccogli-escrementi, così come prevede la legge, per ribadire che la Città di Ragusa deve diventare una città amica degli animali e non la città dell’improvvisazione e dell’abbandono dei soggetti più deboli. D’altronde se ci sono sprechi da tagliare si potrebbe cominciare dagli stipendi di alcuni Dirigenti Comunali, ad esempio dallo stipendio del Dirigente Lumiera, che nel 2013 è costato all’incirca 8000 euro lordi al mese e quindi quasi 100.000 euro l’anno”.

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