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05/02/2014 -

Cronaca/

PERMESSI DI SOGGIORNO CON DOCUMENTI FALSI AI CINESI DI TUTTA ITALIA

Operazione JiǎSGOMINATA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE A RAGUSA. Cittadini cinesi provenienti da tutta Italia venivano alla Questura di Ragusa per chiedere il permesso di soggiorno. Questi cinesi pagavano un’organizzazione a delinquere italo cinese operante nella provincia iblea, per ottenere il permesso di soggiorno, tramite documentazioni false. Dichiaravano falsamente di risiedere e lavorare nella provincia iblea, ma in realtà vivevano in altre città, come Prato, Torino, Milano, Roma, Ancona e Reggio Calabria. E’ stato il numero troppo elevato di domande di permessi di soggiorno presentate da cittadini cinesi alla Questura, ad insospettire la Polizia iblea e far partire l’indagine, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, e trasferita poi per competenza alla Direzione distrettuale Antimafia di Catania. L’inchiesta si è conclusa con gli arresti dei componenti e con lo smantellamento di questa organizzazione a delinquere. Dall’indagine è emerso che per ogni permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura, con la presentazione di documenti falsi, l’organizzazione percepiva dai 7 mila ai 9 mila euro. Uno dei promotori e organizzatori, il cinese Qiyin Zhu, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere (essendo già detenuto). Altre tre persone, il consulente ragusano Antonino Di Marco, 43 anni, il commerciante ambulante Salvatore Distefano, anche vice presidente del Comiso Calcio, 54 anni, residente a Comiso e il tecnico della prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, il dottor Giorgio Cappello (è stato assessore a Santa Croce Camerina nella giunta Schembari) sono ritenuti i promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere. Infine, i due imprenditori agricoli comisani, padre e figlio, Giovanni La Terra, 69 anni e Giuseppe La Terra, 45 anni, collaboravano con l’organizzazione occupandosi di redigere falsi contratti di affitto di loro immobili, così come di contratti di lavoro; inoltre falsificavano buste paga e si occupavano di ritirare i documenti e i nulla osta. Il cinese svolgeva uno dei ruoli principali: era lui il committente e l’intermediario tra i cittadini cinesi e i soggetti, privati e pubblici, che attestavano falsamente l’esistenza di requisiti per ottenere il rilascio del nulla osta al ricongiungimento. Durante un controllo di Polizia, Zhu ha tentato di distruggere degli appunti ingoiando fogli di carta, ma la prontezza degli agenti della Squadra Mobile ha impedito che si perdessero questi dati, fondamentali per le indagini. Il cinese non utilizzava telefoni cellulari per paura di essere intercettato, ma annotava tutte le pratiche da lui gestite. Il consulente Di Marco curava la registrazione dei contratti di locazione presso l’Agenzia delle Entrate e il ritiro dei nulla osta su delega, anch’essa falsa, degli istanti. Talvolta assumeva il ruolo di datore di lavoro, e per la sua amicizia e frequentazione con il medico Cappello, spesso, non produceva i prescritti documenti necessari a corredo delle istanze indirizzate all’Asp. Inoltre, il consulente si occupava di redigere atti falsi, quali contratti d’affitto, contratti di lavoro, buste paga e dichiarazioni dei redditi, nonché del deposito e del ritiro presso gli uffici competenti. Il tecnico della Prevenzione presso l’Asp di Ragusa dottor Giorgio Cappello effettuava false attestazioni dell’idoneità igienico-sanitaria degli alloggi (dati in affitto ai cinesi). Attestava idoneità di alloggi ubicati al di fuori del territorio di sua competenza, anche in assenza di richieste dei rispettivi proprietari delle abitazioni ignari di quanto accadesse. In alcuni casi il funzionario dell’Azienda sanitaria non effettuava i prescritti sopralluoghi e in altri rilasciava l’idoneità per immobili risultati fatiscenti. Salvatore Di Stefano svolgeva il ruolo di finto datore di lavoro e si occupava del ritiro delle pratiche, in quanto i cittadini cinesi non venivano a Ragusa per le varie fasi istruttorie, presentandosi solo per ritirare il permesso di soggiorno. L’associazione falsificava di tutto, tranne il permesso di soggiorno. Zhu, 57 anni, da molti anni residente a Comiso, era diventato un punto di riferimento per i cinesi che entravano clandestinamente in Italia, oppure per chi voleva ricongiungersi ad un familiare: era lui che percepiva, come detto, la cifra che variava dai 7 mila ai 9 mila euro. E’ anche accaduto che i dichiarati datori di lavoro degli extracomunitari non sapessero di aver assunto lavoratori e si accorgevano di quanto fatto a loro insaputa quando l’Inps li convocava per pagare i contributi (in alcune occasioni gli stessi hanno denunciato il reato in Questura). L’indagine della Squadra Mobile non è conclusa: si stanno esaminando numerose altre istanze e valutando la posizione di centinaia di insospettabili cittadini che hanno dichiarato nel tempo di avere alle dipendenze extracomunitari e di avere loro affittato un immobile. A chi ha ottenuto indebitamente il permesso di soggiorno sarà revocato.

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