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12/02/2014 -

Ambiente/

SALVARE LA COSTA IBLEA DALL’EROSIONE Le proposte di Legambiente

Verificare lo stato dell’arte degli interventi antierosione che sono in corso di realizzazione lungo la costa iblea. Secondo Legambiente provinciale tale obiettivo è una delle priorità che deve prefissarsi un gruppo di lavoro che monitori e affronti, in maniera articolata il problema dell’erosione costiera. A questo proposito si sono riuniti i rappresentanti dei Circoli Legambiente “Il Carrubo” di Ragusa, “Melograno” di Modica e “Sikelion” di Ispica per intraprendere un confronto fra le attività svolte dai singoli circoli e per programmare e progettare azioni comuni. “I Circoli Legambiente chiedono chiarezza ed informazioni complete su tutti i progetti in cantiere lungo i Comuni costieri – sostiene Legambiente in una nota – e per questa ragione intendono promuovere incontri pubblici e manifestazioni. Appare evidente che l’approccio è spesso basato su dati inadeguati, troppo limitato ed ingegneristico, poco attento agli aspetti ecologici, e le soluzioni individuate rischiano di essere una medicina peggiore del male”. Legambiente richiama lo studio Eurosion commissionato dall’Unione europea che fa riferimento alla “naturale resilienza della costa, cioè alle sue proprietà ecologiche”. “I progettisti – sottolinea Legambiente – individuati in maniera autonoma dagli enti locali propongono spesso, invece, interventi di ingegneria primitiva, pennelli, barriere soffolte ed utilizzo di sabbie non autoctone. Considerando il forte impatto delle strutture, – continua Legambiente – che andranno a modificare completamente il profilo e l’ecosistema costiero, e del loro costo, la loro efficacia rischia di lasciare poche speranze al nostro litorale. La nuova strategia di contrasto deve invece basarsi sulla mitigazione delle cause dei fenomeni erosivi, su di una visione di pianificazione territoriale e paesaggistica, privilegiando ripascimenti morbidi, l’attività di rimessa di circolo delle sabbie bloccate da porti e barriere già esistenti, uniti ad interventi paralleli che favoriscono il naturale apporto di sabbie autoctone – conclude Legambiente – e la stabilizzazione delle dune con la vegetazione. Un metodo di certo più naturale, economico e più efficace”.
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