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08/05/2014 -

Cronaca/

PICCHIATO E CALPESTATO NELLA RESSA, COSI’ E’ MORTO IL GIOVANE ERITREO

Sbarco eritrei

Picchiato in Libia, ripetuti colpi di bastone alla testa, e poi calpestat dalla ressa di migranti costretti a salire di corsa sul natante. Sarebbe stato ferito mortalmente così il giovane eritreo il cui corpo è da mercoledì a Pozzallo, dove sono sbarcate altre 289 persone. In un primo momento si era pensato che il decesso fosse avvenuto per gli stenti, ma l’ispezione cadaverica ha rivelato le tracce della morte violenta. La Procura ha disposto l’autopsia. Le Forze dell’ordine hanno arrestato due presunti scafisti uno della Sierra Leone ed uno del Gambia. Rischiano anche l’incriminazione per omicidio. aarresto scafistaAgghiaccianti i particolari emersi grazie al racconto di alcuni migranti I libici sin da quando si trovavano nei capannoni in più di 500, li picchiavano senza alcun motivo, neanche il più stupido. Violenza inaudita e senza alcuna spiegazione, ammesso che la violenza possa mai avere una “giustificazione”. Durante le fasi di trasferimento dal capannone alla spiaggia i libici continuavano a picchiare tutti comprese le donne, ed i colpi inferti con dei grossi bastoni in legno erano indirizzati alla testa, al collo, alle gambe in ogni parte del corpo. Quando i migranti salivano a bordo del gommone venivano picchiati tutti con i bastoni in legno per mantenere quello stato di terrore così da farli viaggiare senza poter avanzare istanze ai due scafisti preposti alla conduzione del natante. Nel salire a bordo uno degli eritrei, il 25enne poi arrivato morto, veniva colpito violentemente alla nuca e cadeva esanime al centro del gommone; nel contempo arrivavano tutti gli altri e lo calpestavano per raggiungere il posto indicato dagli scafisti. Completato l’imbarco avveniva in tutta fretta la partenza ma dopo pochi minuti di navigazione qualcuno si accorgeva che il loro compagno di viaggio non stava dormendo ma era morto e chiedeva agli scafisti di fermarsi e tornare indietro. I due criminali si opponevano dicendo per tutta risposta di gettarlo in mare. Ma i migranti sono rimasti compatti e non hanno voluto. Ma qualcuno, dal momento che il barcone era stracarico, ha dovuto sedersi sul corpo del giovane ammazzato dagli scafisti.

 

 

 

 

 

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