21-05-2024
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12/06/2014 -

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CORRADINO MINEO, LIBERO PENSIERO E SUPPLICI

corradino mineoNon si alza la voce del Pd ibleo a difesa del nostro senatore Corradino Mineo espulso da una commissione parlamentare perchè non la pensa come il premier Renzi riguardo il progetto di riforma del Senato. Tredici senatori, per solidarietà, si sono autosospesi dal partito, e  fra questi non c’è Venera Padua che da nominata  – come tutti gli altri, per carità!  -, comunque beneficiò in campagna elettorale della presenza di Mineo che aveva attratto e rassicurato l’elettorato progressista del nostro territorio stringendo un patto di  fiducia che superasse l’orrido sistema di voto puntando  a quei valori di  limpidezza e libertà di pensiero che il giornalista garantiva. Non parla la senatrice Padua: è bene acquattata tra le fila renziane e si è ben abituata alla nuova democrazia interna come dimostra un suo comunicato di qualche giorno addietro quando annunciava, non sapendo se sottolineare l’orgoglio o la temerarietà dell’impresa, di avere “strappato ” l’impegno del Ministro Orlando ad attenzionare la decisione di  chiusura del carcere e del tribunale di Modica. A questo si riduce la rappresentanza di un parlamentare, a strappare, come supplicanti ossequiosi,  una mezza promessa,  un “sì, ne possiamo riparlare” concesso con fastidio e dall’alto in basso. Si è fatta avanti la Venera Padua  con la stessa riverenza di  quei poveri soldati che passati in rassegna osavano allungare la mano verso il Duce per consegnargli qualche  pietosa lettera per un ricongiungimento o una grazia ad un familiare. No, la Padua non è in grado di schierarsi a fianco di Mineo: ha perso la voce, si è conformata alle battaglie da strappo: un  balbettio, molti sorrisi e la  speranza coltivata in cuore di essere apprezzata per la reiterata buona educazione verso il governo. Che dire poi del segretario del Pd, quel fantasma di Vittoria, Giovanni Denaro, e di tutti i circoli, primo secondo e terzo di Ragusa che ci scassano da anni per gli odi  incomprensibili che li attraversano e che adesso  davanti ad una epurazione vergognosa non fiatano? Questo Pd che non riconosce più la linea di confine tra un partito di sinistra e un partito a guida carismatica è lo stesso che ci dà lezioncine continue sui pericoli del fanatismo 5stelle che – guarda un po’-  attraverso Di Maio condivide la severità con cui è stato trattato il caso Mineo. Trenta anni fa, quando vigeva il centralismo democratico, non ci sarebbe stato alcun editto di Pechino, e Mineo sarebbe rimasto incolume nella sua posizione di dissenso. Per ritrovare il coraggio serve l’autonomia di pensiero che ti riempie l’anima anche quando si rimane soli. Al senatore Corradino Mineo la solidarietà di Tele Nova.

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