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15/06/2014 -

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PICCITTO E BATTAGLIA, IL PULCINO E IL GATTOPARDO

gattopardoLa commissaria della Provincia, Carmela Floreno, ha ragione a ritirarsi dal Consorzio Universitario per tre motivi. Il primo: se un ente non ha denari a sufficienza non può continuare a compartecipare a società la cui natura, fra l’altro, la si vuole spacciare, quando conviene, come privata. Secondo motivo: il consorzio universitario ridotto ad una sola facoltà (Lingue) può essere gestito direttamente dall’Ateneo di Catania. Terzo motivo: l’uscita è doverosa in quanto  il Consorzio non ha rispettato la legge, ovvero i tagli che imponevano il costo zero degli amministratori attraverso la fuoriuscita degli attuali membri e la sostituzione con personale degli enti pubblici. Questi tre motivi razionali e inoppugnabili vengono soffocati in nome della tutela della dignità territoriale che vuole lo sviluppo economico e culturale e quindi una Università nostrana. Non farebbe una grinza, peccato però  che oltre i sogni c’è il fallimento di una Regione e di una economia, quella iblea in testa, accompagnato dal caos per una fase di ridefinizione dei propri ambiti e confini – i liberi consorzi.  Nonostante questa premessa giustificativa dell’isteria suscitata dalla saggia scelta della Floreno, sarebbe ipocrita non chiamare le cose come stanno, e far finta di non vedere che questa negazione del collasso già avvenuto del Consorzio ha un nome ed è quello del senatore Gianni Battaglia. Il consorzio è il suo fortino, la sua Rochelle, la savana che come un gattopardo attraversa, domina e presidia da oltre un anno fiutando da lontano la pioggia e il nemico.  E’ una resistenza sino ad oggi vincente quella del senatore che infatti è riuscito prima a bloccare l’avvocato Scarso  (già commissario della provincia) nel firmare l’atto che lo avrebbe liquidato,  ed ora a incantare il sindaco Federico Piccitto.  E qui questo dramma dell’inamovibilità dei vecchi personaggi della politica diviene comico.  L’amministratore cinque stelle che riesce a superare le idiozie di Grillo e Casaleggio e il fanatismo del meetup spaccatissimo e lacerato che lo circonda”va”, davanti a Gianni Battaglia piomba nel dubbio patologico. Un pulcino davanti a un Gattopardo.  Ha avuto la scaltrezza, il senatore, di apparirgli come Atlante: senza di lui cede il Consorzio e il sogno universitario.  Nessuno ricorda che da oltre un anno al Comune di Ragusa si è votata la spending review che contempla, nello specifico, lo sciogliete le righe al CdA del consorzio, e nessuno osa dire la verità ossia che non c’è la volontà ad  applicare quanto deliberato. Persino la Sonia Migliore, che ad ogni gesto di Piccitto salta come se fosse colpita da una tarantola, tace mantenendo la tradizione di quell’asse – Migliore padre e Gianni  Battaglia- che si era creato anni fa in un patetico patto conservatore di ruoli e spartizioni. Ci immaginiamo il senatore che amminchialisce con un’apoteosi di teorie e numeri  il sindaco che, da onesto e bravo giovane, crede nella presenza universitaria,  ma forse teme  – dalle descrizioni di Battaglia – che toccando   qualcosa  si scascia tutto come nelle bacchette dello Shangai.  Questa  paralisi o inconscia e rispettabile riverenza di fronte al Senatore ci fa comprendere le  difficoltà materiali e relazionali nel gestire una città che si vuole nuova ed invece è piena di incrostazioni.  A Piccitto non servono suggerimenti o consigli:  il bello di questo governo è proprio il  mix di impulsività, estrema saggezza, qualche cazzata come per lo chalet di Randello,  e tuttavia la stagione del pulcino è sempre transeunte: pare che per aggiustar le cose nel paese occorra ammazzare il gattopardo.

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