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17/06/2014 -

Politica/

Ragusa, appalto nettezza urbana: i dubbi dei consiglieri Pd

Giorgio Massari e Mario D'AstaIl gruppo consiliare del Pd, rappresentato dal capogruppo Giorgio Massari e dal consigliere Mario D’Asta, è intervenuto in Consiglio comunale, nel dibattitto che si è aperto dopo la protesta di alcuni lavoratori del settore igiene ambientale, inclusi nel cosiddetto “allegato C” del capitolato d’appalto relativo al servizio di nettezza urbana. “Nel  capitolato speciale di appalto dei servizi di igiene ambientale – affermano i consiglieri Massari e D’Asta – correttamente il Comune di Ragusa deve garantire la continuità occupazionale, attraverso le cosiddette clausole di salvaguardia, all’intera forza lavoro dell’attuale ditta che si occupa della gestione del servizio. Si tratta di 138 unità full time e di 37 part time che fanno rispettivamente parte dei cosiddetti allegati A e B. Accanto a questi ci sono, poi, altre tredici unità, del cosiddetto allegato C, per i quali sarebbe necessario, – scrivono D’Asta e Massari – approfondire la problematica. Infatti, queste persone sono state assunte unilateralmente, al di fuori dal capitolato, dalla ditta Busso che, in alcuni casi, le ha pure impiegate in altri centri in cui espleta il proprio servizio. Ora, fermo restando la legittima attesa di queste tredici persone di potere continuare a lavorare nel settore, ci chiediamo – sostengono D’Asta e Massari – come mai il sindaco abbia inserito nel bando, in fase di espletamento, la previsione secondo cui, in caso di turnover, cioè di collocamento a riposo o di licenziamento delle 138 unità + 37, occorrerebbe attingere alle 13 unità dell’allegato C. Non conosciamo la genesi di questo “allegato C”, non sappiamo se si tratta di una mediazione tra sindaco e sindacato, tra sindaco ed azienda, o una decisione unilaterale del primo cittadino, ma a noi, – dicono D’Asta e Massari –  sembra non proprio corretta se non viene chiaramente esplicitata la caratteristica dei lavoratori di questo allegato C. Non si comprende, infatti, perché sarebbe necessario attingere da un bacino di lavoratori scelto unilateralmente dalla ditta piuttosto che da una lista di disoccupati della nostra città sulla scorta degli elenchi presenti negli uffici competenti. Premettiamo che non è nostra intenzione giustificare qualsivoglia guerra tra i poveri- dichiarano D’Asta e Massari –  però è opportuno che certe questioni possano essere approfondite nella maniera dovuta”. Inoltre il gruppo Pd chiede all’Amministrazione comunale di verificare se nel capitolato non ci siano oneri impropri per progressioni verticali del personale avvenute nei sei mesi precedenti la scadenza dell’appalto e di motivare un ulteriore aumento del costo del servizio di circa 250mila euro.

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