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19/06/2014 -

Cronaca/

ARRESTATO RAPINATORE SERIALE

GRASSO Filippo - CT 28.05 defLa Polizia ha nuovamente arrestato Filippo Grasso, nato a Catania nel 1973, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere poichè ritenuto responsabile di aver commesso ben 3 rapine nelle province di Catania e Siracusa per un totale di quasi 30.000 euro oltre a quelle per  le quali era stato arrestato pochi mesi prima. Gli vengono attribuite le  rapine commesse utilizzando un taglierino per minacciare dipendenti e clienti delle diverse filiali della Banca Popolare di Ragusa il 18 marzo scorso a  San Michele di Ganzaria (CT), il 2 aprile a  Mirabella Imbaccari (CT), il 7 aprile ad Avola (SR). Le indagini che portano al nuovo arresto di Grasso, nascono dall’operazione nella quale era stato arrestato ad aprile che era stata denominata “Abituè”, in quanto il rapinatore aveva scelto come unico obiettivo la Banca Popolare di Ragusa, senza mai “tradire” la sua scelta iniziale in ogni provincia dove si recava.  Le indagini precedenti avevano permesso di appurare che Grasso era l’autore di tre rapine (Modica Alta, Comiso e Palazzolo Acreide) dalle quali aveva ricavato oltre 30.000.  Il rapinatore ha sempre agito a volto semi scoperto, e questo errore per lui è stato fatale perché ha permesso di comparare le immagini a volto scoperto con quelle quando era quasi del tutto travisato. Grasso, esattamente come per altre rapine per le quali era stato arrestato, agiva sempre in pochi secondi; faceva ingresso in banca, si avvicinava alle casse ed estraeva il taglierino; dopo aver rassicurato i dipendenti li incitava a mettere tutto il denaro in cassa e li minacciava qualora avessero avvisato la Polizia; quando aveva difficoltà logistiche per accorciare i tempi scavalcava il bancone delle casse per poi allontanarsi velocemente. Gli investigatori della Squadra Mobile ragusana dopo averlo arrestato ad aprile erano ormai certi della sua identità e per questo analizzavano i fotogrammi con comparazione mediante l’uso di speciali software e dopo giorni e giorni di analisi ottenevano il risultato sperato richiedendo alla Procura della Repubblica di Ragusa una nuova misura cautelare.

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